Dopo un lungo e pericoloso viaggio per terra e per mare e dopo cinque giorni trascorsi sul pattugliatore della Guardia Costiera "Diciotti", ormeggiato nel molo di levante del porto di Catania, la notte scorsa è stato possibile lo sbarco per i 137 migranti che saranno accolti per la massima parte dalla Chiesa cattolica, alcuni dall'Albania ed altri dall'Irlanda.
Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ed il suo Capo di Gabinetto, sono ora indagati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento per i reati di sequestro di persona, arresto illegale ed abuso d'Ufficio.
A nulla ha portato il braccio di ferro del Ministro e del suo Governo con l'Europa mentre i migranti erano costretti ad attendere sulla nave il loro destino. La penosa vicenda era stata nel frattempo accompagnata da crescente protesta a Catania, come nel resto del Paese, per la disumanità del trattamento riservato ai migranti, soccorsi in mare dalla nave "Diciotti", ai quali è stato impedito lo sbarco al momento dell'arrivo a Catania, pur in presenza di minori non accompagnati e di tanti disperati, alcuni bisognosi di urgenti cure, trattenuti a bordo in precarie condizioni igienico-sanitarie (solo in pochi hanno potuto lasciare la nave prima degli altri per le loro riconosciute, precarie condizioni di salute e così il numero è sceso da 150 a 137).
Naturalmente non condivido la posizione assunta nella vicenda dal Governo Conte-Salvini-Di Maio e ritengo che i due vicepremier continuino, più che a proporsi come uomini di Stato ed a curarne gli interessi nel quadro europeo e mondiale, a fare campagna elettorale per i loro rispettivi partiti e/o movimenti in danno, in primis, dei migranti incappati nel braccio di ferro e, comunque, dei principi della nostra Carta costituzionale.
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