Dal Dott. Valerio Mignone, Presidente UPEL Maratea-Trecchina, ricevo e pubblico documento pro candidatura UNESCO, con l'auspicio che le tante altre Associazioni presenti ed operanti sul nostro territorio facciano sentire, pubblicamente e magari collaborando anche con specifiche iniziative, la loro voce sul tema:
MARATEA
PATRIMONIO dell’UMANITA’
Valerio
Mignone
L’Università Popolare
di MarateaTrecchina, nell’ambito delle sue finalità statutarie di promozione
della Cultura, sostiene e sosterrà tutte le iniziative utili al riconoscimento
di Maratea come Patrimonio dell’Umanità.
Come è noto, la
Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura
(UNESCO) nel novembre 1972, a Parigi, propose una Convenzione internazionale
per la protezione del Patrimonio mondiale culturale e naturale, stabilendone
regole ben definite, democratiche e scientifiche per la identificazione, per lo
studio e la tutela. Il riferimento era a beni e luoghi – ovunque ubicati – da
preservare per le generazioni del presente e del futuro di tutta l’Umanità. Con
ciò si ribadiva la universalità dei valori della cultura e dei beni naturali.
Alla Convenzione, a testimonianza della sua validità, aderirono oltre 150
Paesi. E così sono stati indicati e posti sotto protezione centinaia di siti
tra templi, aree archeologiche, centri storici, aree naturali, grotte,
montagne, monumenti singoli o complessi, isole e isolotti. In Italia, tra altre
località, sono patrimonio dell’UNESCO: Venezia, le Cinque Terre, il Centro
Storico di Napoli, i Sassi di Matera. Ormai è un dato storico, largamente
condiviso, che il dialogo interculturale tra popoli diversi ne consolida i
rapporti. Ciò è avvenuto nell’antichità nel bacino euromediterraneo, ove la
“paideia”, o cultura, si è diffusa nella “Magna Grecia”; ed anche oggi -
soprattutto in paesi extraeuropei - la mobilità di persone si rivela un fattore
di sviluppo culturale ed economico, oltre che di cooperazione e
globalizzazione.
Già residenza estiva di
personaggi storici come Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio dei
Ministri nel 1919-‘20, e di scrittori come Giorgio Bassani - che fu presidente
di Italia nostra - e luogo di ispirazione di Cesare Pavese, che vi ambientò un
suo breve romanzo, Maratea è stata insignita di Bandiera blu e di Cinque vele,
rispettivamente da Legambiente e dal Touring Club Italiano. Inserita
nell’elenco dei siti in cui è possibile istituire un parco marino ai sensi
della legge n.394 del 1991, Maratea ha testimonianze preistoriche e giacimenti
archeologici, morfogenesi, flora, fauna, che la rendono meritevole di tutela e
salvaguardia da parte dell’UNESCO; ciò, non per uno sterile gusto estetizzante,
ma per una consapevole adesione a quella sana cultura ambientalista che ormai
deve governare razionalmente pressioni antropiche ed insediamenti produttivi
lungo i tratti di mare e nell’immediato entroterra, nell’ambito di una moderna
economia ecocompatibile, che può produrre ricchezza senza deturpare le bellezze
naturali.
Il primo nucleo di
Maratea – l’antica Blanda - nacque alla Marina di Castrocucco ove si
insediarono migranti Greci-Enotri. Ma tempeste marine, malsani fenomeni
paludosi ed incursioni di pirati spinsero questi primi marateoti da Castrocucco
verso il Castello, Massa e Brefaro e la Basilica di San Biagio sul monte
omonimo, alla cui sommità si staglia oggi la moderna, imponente statua del
Cristo Redentore. In epoche successive questi marateoti ritornarono
progressivamente a valle. E di quest’antico fenomeno antropologico è
testimonianza ancora oggi l’assetto urbanistico con case, viuzze e vicoli
abbarbicati lungo le pendici del Monte San Biagio, costruiti in modo da non
essere visibili dal mare, donde giungevano pirati saraceni per saccheggiare.
Numerose chiese ed antichi monasteri, inoltre, segnano la storia religiosa di
questa località tirrenica.
Lungo i trentadue
chilometri della costa di Maratea, punteggiata da cale e calette, sono
collocate ben 72 delle 150 cavità marine reperibili tra Capo Palinuro e
Diamante, come viene documentato dalla Società Italiana di speleologia e dal
Centro europeo di speleologia marina. Queste numerose grotte testimoniano sia
la variazione del livello batimetrico cui il Mediterraneo è stato sottoposto
nel corso delle glaciazioni, sia la interazione tra l’entroterra ed il mare di
Acquafredda per il bacino idrogeologico del monte Coccovello. Coccovello, che
fa da sfondo al mare di Acquafredda – scrive lo speleologo Carmine Marotta – è
interessato da un diffuso fenomeno carsico con numerose doline, una delle quali
– la Piana del Lago – in agro di Maratea, ha l’asse maggiore di 1200 metri.
Parte delle acque raccolte dalle fratture di Coccovello viene immessa in mare
attraverso la sorgente marina “Marizza”, a pochi metri dalla costa di
Acquafredda di Maratea, da cui probabilmente deriva il nome della località. Ad
Acquafredda c’è ancora l’ingresso della grotta del Dragone - la più
interessante grotta della Basilicata - esplorata per quasi due chilometri e non
ancora rilevata topograficamente; essa funge da sorgente di “tutto pieno”,
permettendo la fuoriuscita dell’acqua che non viene espulsa dalla sorgente
“Marizza”.
Quanto alla flora,
Maratea ha una pregevole biodiversità. Prevale una macchia mediterranea
intricata - più alta che bassa - perché la salsedine, con il suo effetto spray,
non raggiungendo le varie essenze, non riesce a bloccarne lo sviluppo in
altezza. Vi sono alcune specie molto rare, come la Primula palinuro ed il
Limonium remotispilicum. I fondali
marini hanno vere praterie di Poseidonia oceanica ove vivono Cavallucci marini,
delfini comuni, gamberi rossi. Ed in aggiunta a ciò, giacciono in fondo al mare
moltissimi pezzi archeologici di età ellenistico-romana, alcuni dei quali sono
stati recuperati e sono in mostra nel Museo “De Lieto” di Maratea.
Questi dati sommari
sarebbero sufficienti a dimostrare quella peculiarità di Maratea, che merita di
essere protetta e valorizzata come Bene dell’Umanità. Ottenere il prestigioso
riconoscimento comporterà non solo tutela e protezione ambientale, ma anche inserimento
in un circuito internazionale di relazioni culturali ed economico-sociali con
un ulteriore incremento di flussi turistici interessati ad acquisire conoscenze
archeologiche, ambientaliste, scientifiche.
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