Pietro simonetti

La struttura di Palazzo S.G,aperta dal Ministero dell’Interno nell’area confiscata alla mafia e utilizzata per alcuni anni per l’accoglienza stagionali, e’stata voluta anche dal Comune di Palazzo, amministrazione Mostro con assessore l’attuale Sindaco, con il parere contrario dell’allora Presidente della Giunta Marcello Pittella, che inviò un formale documento di protesta all’allora Ministro dell’Interno Alfano e per conoscenza alla Prefettura di Potenza.
Proprio nella nella sede prefettizia si svolsero incontri durane i quali  la Regione Basilicata segnalò che il progetto, realizzato dal Provveditorato alle Opere pubbliche della Basilicata, era carente per  contenuti progettuali, mancanza di servizi, letti in cemento armato e pochissimi servizi .
Andarono avanti, anche per esigenze clientelari  nazionali di avere siti con posti in tutte le Regione. Obiettivo, questo, che  non e’stato mai realizzato, dal momento che ci sono nove centri i Italia,
Per questo si è puntato sull’Albania.
 
 
 
Negli ultimi ci sono stati interventi nel sito per alcune esigenze  sicurezza che hanno ancora di più generato un paesaggio carcerario invivibile.
Dentro questo ” mostro” di detenzione, peggiore delle carceri, si sono adottate gare di appalto di gestione di aziende private che hanno garantito lavoro per la Procura di Potenza: violazioni di ogni genere, dai diritti umani, alla non applicazione dei contratti, all’uso frenato di psicofarmaci per sedare gli “ospiti”,alle violenza e ad una lunga catena di reati oggetto di processi e grandi inchieste giornalistiche che hanno indicato il malaffare e la riduzione in schiavitù di tante persone transitate in quel sito.
Per anni,prima e dopo inchieste e indagini,in Basilicata e’ prevalso,al netto di pochi interventi, la logica del non so, non sento, non vedo.
Tale pratica è continuata per tanto tempo. Chi richiamava la orrenda situazione di gestione del sito passava per invasato oppure coltivatore di  azioni ideologiche di sinistra o del volontariato.
Negli ultimi mesi qualcosa è cambiato nel territorio, non negli enti che dovrebbero garantire  il rispetto della dignità umana di persone ristrette che avrebbero  diritto  ad un pasto decente, alla assistenza sanitaria, il tutto condito dall’ignobile mercato dei patrocini gratuiti per gli avvocati decisi non dagli interessati.
Un quadro desolante risvegliato nei giorni scorsi dalla morte di un giovane ragazzo di 19 anni.
L’inchiesta avviata tempestivamente, la mobilitazione in corso, la pessima gestione del sito, affidata ad impresa precedentemente esclusa in altre gare in Italia, dovrà essere attentamente seguita.
Le manifestazioni sono necessarie e importanti: la continuità della protesta costituisce il nodo decisivo per chiudere questi “mostri”della detenzione affidati a privati con gare, qualche volta non trasparenti, ed al masimo ribasso. E’ ora di dire basta!