IL TESTAMENTO SPIRITUALE
Miserando atque Eligendo
Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura.
La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.
Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura.
Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato.
Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus.
Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano.
Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli.
Santa Marta, 29 giugno 2022
FRANCESCO
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- Da www.quirinale.it -
Palazzo del Quirinale, 21/04/2025 (II mandato)
«Accanto al dolore per la morte di Papa Francesco, avverto, come ho detto stamani, un senso di vuoto: il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardavo.
Ha conquistato il mondo, sin dal primo momento, già con la scelta del nome.
Gesuita, figlio della spiritualità di S. Ignazio, si è richiamato a San Francesco, sottolineando la ricchezza dei carismi che nella Chiesa si integrano.
Come non ricordare “Laudato si” sull’equità nell’uso delle risorse naturali? O “Fratelli tutti” sulla unicità della famiglia umana? O la sua costante attenzione alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti? Certamente anche ricordando i suoi avi emigrati dal Piemonte in Argentina. O la sua preghiera da solo in piazza San Pietro nei giorni del covid?
Francesco è stato sempre uomo di speranza convinta contro ogni difficoltà.
L’ha trasmessa anche nei giorni della sua malattia offrendo un esempio per tutti i sofferenti.
Ricordo con grande riconoscenza le tante occasioni di incontro. La sua visita al Quirinale storica, gli incontri non ufficiali, riservati, personali.
Su tutto si impone un pensiero. Quel che ha deciso di fare ieri, nel giorno di Pasqua, con la benedizione al mondo, e il giro in piazza, tra i fedeli con il suo ultimo richiamo al principio di umanità, come criterio di condotta per ciascuno.
Oggi, appare come un saluto alla Chiesa e alle donne e agli uomini di tutto il mondo.
La risposta a questo saluto da parte di tutti nel mondo non deve limitarsi al ricordo e alla riconoscenza ma deve tradursi in responsabilità, nel far proprie nei comportamenti quotidiani le indicazioni dei suoi insegnamenti».
Roma, 21 aprile 2025
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