mercoledì 9 aprile 2025

IL PALCOSCENICO DELLA POLITICA

 -  Da  www.talenti lucani.it  -

 

QUANDO LA POLITICA RINCORRE L’APPARENZA 

 
Da qualche tempo a questa parte, la scena politica locale (e non solo )sembra essersi trasformata in un grande palcoscenico dove l’apparenza ha preso il posto della sostanza, e la capacità di amministrare viene spesso sacrificata sull’altare del consenso immediato.
La rincorsa a candidati “ad effetto” è ormai diventata un rituale ricorrente ad ogni tornata elettorale. Si cercano volti nuovi, personaggi noti, figure mediatiche o presunti outsider da offrire come specchietti per le allodole, nella speranza che un nome altisonante o un volto poco conosciuto ma spendibile possano risvegliare un elettorato sempre più disilluso.
Ma la politica, quella vera, non è marketing. Amministrare un ente pubblico (che sia un Comune, o una Regione )è un compito complesso, che richiede competenze specifiche, capacità di mediazione, conoscenza della macchina amministrativa e visione strategica. Affidare la guida di un’amministrazione a chi non ha mai gestito nulla (a volte nemmeno un condominio ) è un rischio che nessuna comunità dovrebbe correre.
 
 
È come consegnare i comandi di un aereo a chi non ha nemmeno il brevetto da pilota. Una domanda semplice, quasi retorica, dovrebbe guidare ogni scelta politica: salireste mai su quell’aereo? Affidereste davvero la vita vostra e dei vostri figli a un pilota improvvisato? Perché, in fondo, ogni elezione è proprio questo: un decollo collettivo verso una destinazione fatta di scelte pubbliche, servizi, opere, gestione delle risorse.
E il “pilota”, in questo caso, è colui o colei a cui viene affidato il timone della comunità.
I partiti, le coalizioni, i movimenti politici hanno dunque una responsabilità enorme: quella di selezionare con serietà e rigore le proprie classi dirigenti.
Non basta “piacere” per governare. Serve essere in grado di leggere i bisogni reali, costruire soluzioni praticabili, tenere insieme comunità complesse, dialogare con le istituzioni e con il tessuto economico e sociale.
La democrazia non è un gioco. È la forma più alta e delicata di partecipazione collettiva. Ecco perché ogni elettore, nel momento in cui entra in cabina elettorale, dovrebbe interrogarsi con lucidità su chi sta per scegliere. Perché votare è un atto di fiducia, ma anche di responsabilità. E la qualità della vita nei nostri territori (nei prossimi cinque, dieci, vent’anni ) dipenderà anche da quella singola, apparentemente semplice, preferenza.
È ora che la politica torni ad essere serietà, preparazione, visione. Basta con i candidati bandiera. Basta con le scelte facili. Serve tornare a costruire, dal basso e con rigore, una classe dirigente capace, credibile e coerente.
Solo così si potrà davvero decollare e arrivare a destinazione in sicurezza.

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