lunedì 14 aprile 2025

LA GESTIONE DELL'ACQUA IN BASILICATA

 -  Da  www.talentilucani.it  -


l servizio andato in onda su Presa Diretta , condotto dall’ottimo Riccardo Iacona, ha riportato al centro dell’attenzione pubblica una questione che in Basilicata è nota, ma ancora non  affrontata con la dovuta serietà: la gestione dell’acqua.
Un patrimonio naturale fondamentale, la cui governance (come emerso chiaramente )è ormai saldamente nelle mani di soggetti esterni, con la regione lucana ridotta a spettatrice.
I fatti parlano chiaro: l’ex EIPLI, oggi trasformata in “Acque del Sud”, ha sede a Bari, ed è amministrata proprio ldall’ex segretario cittadino di fratelli d’Italia di Bari, mentre il Distretto idrografico dell’Appennino meridionale è saldamente nelle mani della campana Vera Corbelli che da anni si sta rivelando buona per ogni stagione.
Insomma, due strutture centrali per la programmazione, la gestione e l’utilizzo dell’acqua lucana sono radicate fuori dai confini regionali. Figure che nulla hanno a che fare con il territorio, ma che decidono sulla risorsa più strategica per lo sviluppo locale.
La Basilicata, che fornisce l’acqua alla Puglia, Calabria e alla Campania attraverso i suoi invasi e le sue sorgenti, non ha un ruolo attivo nel definire priorità, investimenti o politiche di riequilibrio.
Le infrastrutture, sono sfruttate , ma i benefici ricadono altrove, come dimostrano i giochi che si sono cominciati a fare sull’ingresso dei privati nella gestione di Acque del Sud, giochi che vedono attiviamente presente Acquedotto Pugliese , Acea e privati che si stanno nascondendo dietro sigle di comodo. Quel 30 per cento ai privati significa di fatto metetre le mani su tutto quello che ruota intorno alle dighe lucane ed al loro contenuto. 
L’acqua lucana tra danni alle condutture e dispersioni varie continua a scorrere… ma lontano.
A rendere il quadro ancora più paradossale è l’atteggiamento della politica regionale, spesso più incline al compromesso che alla rivendicazione.
Un presidente “part-time”, con base politica più vicina a Posillipo che a Potenza, simboleggia una classe dirigente poco presente, quando non completamente assente, nelle scelte strategiche.
Così, mentre da fuori si decidono i destini dell’oro bianco lucano, qui si continua a praticare la solita arte dell’accoglienza: “venghino signori, venghino”. Una terra dove ai forestieri tutto è permesso, anche mettere le mani sull’essenziale. E dove, troppo spesso, i diritti dei cittadini lucani , come i rubinetti , restano spesso a secco.
 
 


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