venerdì 25 aprile 2025

AL CONFINO NELLA COLONIA PENALE DI MARCONIA

 -  Da  www.talentilucani.it  -


LA COLONIA PENALE DI MARCONIA E IL SIGNIFICATO PERSO DI QUELLA RESISTENZA 

Di Pietro Simonetti     il

Sono passati 82 anni dalla chiusura della Colonia penale di Marconia, grande esempio della resistenza italiana. Pochi si ricordano di Umberto Terracini e di quanti lottarono contro il fascismo e per la libertà. Solo il Comune di Pisticci continua a raccogliere documentazione. Nella colonia penale di Marconia, cosi chiamata in onore di Guglielmo Marconi, il fascismo recluse oltre 1700 persone a partire da 1939. Tra i confinati figurano importanti protagonisti dell’antifascismo come Umberto Terracini che poi  avrebbe firmato la Costituzione Italiana. Assieme a Terracini erano ristretti Camilla Ravera, poi Senatrice a Vita, Renato Bitossi, che diventerà Presidente del sindacato mondiale, Filippo Andrea Doria in seguito primo Sindaco di Roma e tanti altri. Intellettuali, operai, come Carlo Porta metalmeccanico delle Officine Reggiane, contadini, artigiani.
Tutti i confinati erano utilizzati nell’azienda agricola annessa alla colonia penale. Si lavorava e si preparava il futuro di libertà e si costruivano i legami con gli altri confinati che risiedevano nei comuni lucani, a partire da Carlo Levi e con i militanti comunisti, socialisti e popolari lucani.

 

 
Una grande esperienza di formazione culturale e di lotta che preparò il terreno per la formazione dei quadri e dei dirigenti dei movimenti che sfociarono nella lotta per la terra, il superamento del latifondo, la democrazia e il governo democratico degli Enti Locali, la ricostruzione dei Partiti e dei Sindacati. Una lunga marcia di lotta e di saperi contro la miseria e per la trasformazione del paesaggio agricolo, urbanistico, il lavoro e una vita diversa.
In questi ultimi anni la festa del del 25 aprile ha recuperato l’importanza che riscopre le radici della storia della Resistenza a seguito della ricomparsa di modalità e contenuti, anche in forme nuove e inedite, di razzismo, antisemitismo, pratiche antidemocratiche.
La riaffermazione dei valori di libertà e democrazia, anche nella nostra regione,dove fu scarsa la presenza dei partigiani combattenti, passa certamente nella valorizzazione della Carta Costituzionale per affrontare la questione centrale, non risolta, dell’unità delle forze democratiche e progressiste.

L’’industria della paura contro gli ultimi ed i migranti, diventata “risorsa” per salvare la catena alimentare ed il lavoro di cura, ha prodotto anche razzismo e divisioni ora propone nuove strumenti come i Cpr in Albania ed il blocco della realizzazione dei nuovi Centri accoglienza stagionali di Boreano,Gaudiano e Scanzano . Papa Francesco, recentemente scomparso ,aveva ricordato da tempo che da soli non ci si salva. Prima di lui, Enrico Berliguer aveva indicato la strada della unità democratica e del superamento delle disuguaglianz; non fu ascoltato con le conseguenze che conosciamo. Le forze unitarie e del lavoro rimaste in campo devrebbero riprendere il compito di elaborazione e attuazione di un programma di rinascita come nel dopoguerra e qui torniamo a Marconia, senza nessun settarismo e fughe in avanti, eliminando il liderismo senza sbocco. Lavoro, manifattura, servizi, qualità della vita e ambiente declinati in obbiettivi raggiungili e praticabili in un quadro nazionale e internazionale in forte ristrutturazione e adattamento. Se guardiamo al grande passato del movimento operaio democratico, alla Resistenza, ai progressi costruiti è possibile ragionare, in una fase di rilancio, come l&’so ottimale delle risorse che sono disponibili, la centralità delle persone e del territorio, a partire dagli anziani che hanno patito molto in queste ultimi anni nelle case di ripose malamente gestite. ecco come si produce anche lo spopolamento . Ecco alcuni elementi da tenere presente in uno con la ripresa della partecipazione e del rinnovamento dei gruppi dirigenti. Valorizzare i lavoratori della sanità e della scuola con riforme che rimettano al centro le strutture pubbliche misurandosi con le vertenze in corso con taglio delle risorse nazionale del Pnrr che riposa su obbiettivi e risorse che tardano ad essere utilizzate nei territori a partire da Mezzogiorno. Il 25 aprile a Potenza, Matera ed in altri luoghi su gli antifascisti confinati in Basilicata solo pochi accenni saranno riferiti agli oltre 3500 e i 1700 della colonia penale di Marconia. Prevale ancora la smemoratezza. Forse dovrebbero essere i Sindacati, l’Anpi, i Comuni ad organizzare iniziative per ricordare i protagonisti della lotta al fascismo, per la Costituzione e la rinascita della Basilicata che sfociò nella occupazione delle terre, nella lotta per l’irrigazione, l’industrializzazione e l’uscita dalla condizione di miseria ed isolamento, come sta facendo il Comune di Pisticci con il riordino del proprio archivi e l’aggiunta di nuova documentazione.

foto di copertina Camilla Ravera

foto interni:” il mulattiere di Pisticci” ,Mingo Giannace, che faceva da intermediario con gli internati

                      Terracini  che firma la Costituzione


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