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Di Pietro Simonetti il
Sono
passati 82 anni dalla chiusura della Colonia penale di Marconia, grande
esempio della resistenza italiana. Pochi si ricordano di Umberto
Terracini e di quanti lottarono contro il fascismo e per la libertà.
Solo il Comune di Pisticci continua a raccogliere documentazione. Nella
colonia penale di Marconia, cosi chiamata in onore di Guglielmo Marconi,
il fascismo recluse oltre 1700 persone a partire da 1939. Tra i
confinati figurano importanti protagonisti dell’antifascismo come
Umberto Terracini che poi avrebbe firmato la Costituzione Italiana.
Assieme a Terracini erano ristretti Camilla Ravera, poi Senatrice a
Vita, Renato Bitossi, che diventerà Presidente del sindacato mondiale,
Filippo Andrea Doria in seguito primo Sindaco di Roma e tanti altri.
Intellettuali, operai, come Carlo Porta metalmeccanico delle Officine
Reggiane, contadini, artigiani.
Tutti i confinati erano utilizzati
nell’azienda agricola annessa alla colonia penale. Si lavorava e si
preparava il futuro di libertà e si costruivano i legami con gli altri
confinati che risiedevano nei comuni lucani, a partire da Carlo Levi e
con i militanti comunisti, socialisti e popolari lucani.
Una grande esperienza di formazione
culturale e di lotta che preparò il terreno per la formazione dei quadri
e dei dirigenti dei movimenti che sfociarono nella lotta per la terra,
il superamento del latifondo, la democrazia e il governo democratico
degli Enti Locali, la ricostruzione dei Partiti e dei Sindacati. Una
lunga marcia di lotta e di saperi contro la miseria e per la
trasformazione del paesaggio agricolo, urbanistico, il lavoro e una vita
diversa.
In questi ultimi anni la festa del del 25
aprile ha recuperato l’importanza che riscopre le radici della storia
della Resistenza a seguito della ricomparsa di modalità e contenuti,
anche in forme nuove e inedite, di razzismo, antisemitismo, pratiche
antidemocratiche.
La riaffermazione dei valori di libertà e
democrazia, anche nella nostra regione,dove fu scarsa la presenza dei
partigiani combattenti, passa certamente nella valorizzazione della
Carta Costituzionale per affrontare la questione centrale, non risolta,
dell’unità delle forze democratiche e progressiste.
L’’industria della paura contro gli ultimi ed i migranti, diventata “risorsa” per salvare la catena alimentare ed il lavoro di cura, ha prodotto anche razzismo e divisioni ora propone nuove strumenti come i Cpr in Albania ed il blocco della realizzazione dei nuovi Centri accoglienza stagionali di Boreano,Gaudiano e Scanzano . Papa Francesco, recentemente scomparso ,aveva ricordato da tempo che da soli non ci si salva. Prima di lui, Enrico Berliguer aveva indicato la strada della unità democratica e del superamento delle disuguaglianz; non fu ascoltato con le conseguenze che conosciamo. Le forze unitarie e del lavoro rimaste in campo devrebbero riprendere il compito di elaborazione e attuazione di un programma di rinascita come nel dopoguerra e qui torniamo a Marconia, senza nessun settarismo e fughe in avanti, eliminando il liderismo senza sbocco. Lavoro, manifattura, servizi, qualità della vita e ambiente declinati in obbiettivi raggiungili e praticabili in un quadro nazionale e internazionale in forte ristrutturazione e adattamento. Se guardiamo al grande passato del movimento operaio democratico, alla Resistenza, ai progressi costruiti è possibile ragionare, in una fase di rilancio, come l&’so ottimale delle risorse che sono disponibili, la centralità delle persone e del territorio, a partire dagli anziani che hanno patito molto in queste ultimi anni nelle case di ripose malamente gestite. ecco come si produce anche lo spopolamento . Ecco alcuni elementi da tenere presente in uno con la ripresa della partecipazione e del rinnovamento dei gruppi dirigenti. Valorizzare i lavoratori della sanità e della scuola con riforme che rimettano al centro le strutture pubbliche misurandosi con le vertenze in corso con taglio delle risorse nazionale del Pnrr che riposa su obbiettivi e risorse che tardano ad essere utilizzate nei territori a partire da Mezzogiorno. Il 25 aprile a Potenza, Matera ed in altri luoghi su gli antifascisti confinati in Basilicata solo pochi accenni saranno riferiti agli oltre 3500 e i 1700 della colonia penale di Marconia. Prevale ancora la smemoratezza. Forse dovrebbero essere i Sindacati, l’Anpi, i Comuni ad organizzare iniziative per ricordare i protagonisti della lotta al fascismo, per la Costituzione e la rinascita della Basilicata che sfociò nella occupazione delle terre, nella lotta per l’irrigazione, l’industrializzazione e l’uscita dalla condizione di miseria ed isolamento, come sta facendo il Comune di Pisticci con il riordino del proprio archivi e l’aggiunta di nuova documentazione.
foto di copertina Camilla Ravera
foto interni:” il mulattiere di Pisticci” ,Mingo Giannace, che faceva da intermediario con gli internati
Terracini che firma la Costituzione
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