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Chiappetta: ''Maratea in transizione, servono ascolto e scelte coraggiose'' |
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16/04/2025 A
due anni dal manifesto di Prospettiva Maratea e a un anno dalle
Comunali, Manuel Chiappetta interviene sullo stato
politico-amministrativo del Comune. In un videomessaggio rilancia i temi
chiave della campagna elettorale e denuncia ritardi su porto, area
marina protetta, urbanistica e frana di Castrocucco. Serve più confronto
e meno immobilismo. Di seguito riportiamo la nota.
A due anni dalla presentazione del manifesto programmatico di
Prospettiva Maratea e ad un anno dalla campagna elettorale per le
Comunali, Manuel Chiappetta fa il punto sulla situazione politico
amministrativa di Maratea.
Trattati in un video messaggio le tematiche che hanno tenuto banco
in campagna elettorale e le questioni importanti del momento:
Insediamento artigianale, comitati di frazione, frana di Castrocucco,
strumenti urbanistici, Area marina protetta, portualità ecc.
“Questa mia voglia di comunicare è come al solito mossa dalla
certezza che la crescita sociale e culturale della nostra comunità passa
per la pluralità delle opinioni e dal coraggio di esporle.
Per cominciare credo che l’amministrazione Comunale dovrebbe
immediatamente attivarsi per la lottizzazione dell’ex fabbrica della
Colla, consentendo a chi ha interesse di insediare la propria attività
artigianale o semi industriale, di manifestare le proprie intenzioni.
La necessità di avvicinare la Comunità alla cosa pubblica
promuovendo l’interesse intorno alla costituzione dei comitati di
frazione, non può rimanere un argomento di pura campagna elettorale. La
voce delle frazioni deve essere Istituzionalizzata e garantita.
Attraversare altri cinque anni senza programmare le attività per
l’aggiornamento e la redazione dei piani urbanistici sarebbe
imperdonabile.
Quando presentammo il Manifesto programmatico di Prospettiva Maratea
furono definiti argomenti prioritari l’istituzione dell’Area marina
protetta e lo sviluppo dell’Infrastruttura portuale, oggi abbiamo la
certezza che quella visione era quella giusta, infatti l’amministrazione
Comunale attuale si sta confrontando forzatamente proprio con queste
priorità.
Per la nuova governance portuale ormai l’occasione è sfumata,
cercherò di essere chiaro, il Comune di Maratea aveva l’occasione
storica di costruire una Società di gestione mista, con Comune e Regione
nella parte pubblica e tutti noi operatori del settore nelle quote
private.
Il Porto sarebbe stato gestito da un’amministrazione istituzionale e
tecnica, così da unire una visione di programmazione politica
infrastrutturale a un percorso gestionale produttivo e concreto.
La società avrebbe candidato, alla procedura di concessione
Regionale chiusa il sette di aprile, un progetto virtuoso con
investimenti strutturali e con un piano occupazionale importante, con la
produzione di almeno 30 posti di lavoro.
E’ andata diversamente, i privati hanno candidato alcuni progetti
molto interessanti a riprova che i tempi erano maturi, il Comune ha
partecipato non si sa bene con quali obbiettivi e in considerazione
delle stringenti linee guida per l’ammissibilità dei progetti, non si
capisce con quali contenuti tecnici.
In sintesi il Porto sarà affidato ad un’azienda privata che dovrà
impegnarsi al massimo per garantire l’interesse pubblico che è
fondamentale per lo sviluppo virtuoso dell’unico porto Statale di
Basilicata.
Per l’Area marina protetta il discorso è molto diverso, i tempi per la costruzione di un percorso veramente condiviso ci sono.
Non abbiamo bisogno di improvvisare, possiamo lavorare per una
maggiore concertazione di comunità, anche perché la voce scettica si è
trasformata, a riprova che anche su questo tema il Popolo è maturo, ma
sarà opportuno garantire tutti, anche gli scettici.
Nessuna forzatura deve essere attuata, non abbiamo fretta anzi è il
momento del confronto anche forte, dobbiamo costruire una perimetrazione
e un regolamento corretto per gli usi del mare e per le necessità di
conservazione, non squilibrando la garanzia degli interessi.
Nessuna arroganza deve prevalere nelle decisioni, specialmente sul
modello di governance, anche perché la norma è chiara, l’intesa tra
Regione e Comune deve essere completa, pena lo stallo delle procedure.
Sulla frana di Castrocucco io ho sempre affermato che il
commissariamento dell’emergenza non doveva essere accettato dai Sindaci
di Maratea, essi dovevano essere garanti di una pressione civile per
l’accorciamento delle tempistiche degli interventi.
Abbiamo, invece, fatto parte del rallentamento senza poterci unire
in una lotta di Comunità, tutti sapevamo che tra ANAS, MINISTERO e
REGIONE avremmo solo avuto passerelle e promesse, quindi, monchi della
rappresentanza locale, non abbiamo potuto essere forti nella lotta.
Risultato che dopo più di due anni l’emergenza è finita, ancora
veniamo illusi da “deleghe di potere”, il by-pass è ancora a meno della
metà dell’opera, la galleria non è pervenuta, la riapertura dell’SS18 è
sempre condizionata dalle risorse economiche utilizzabili.
Maratea è all’inizio di un periodo di transizione e di incertezza,
chi ha vinto le elezioni deve governare per almeno cinque anni e deve
necessariamente dimostrare di essere garante dell’intera Comunità e non
di gruppi particolari, parole d’ordine ascolto e umiltà.
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