PRIMA DELLA CEMENTIFICAZIONE nella poesia di Letizia Labanchi
Cosa narri
con la tua musica che s'ode lontano,
acqua che sali
dalla vivace polla
di Sorgimpiano
e limpida scorri
nel cuore della valle?
Tu dài la serena visione
di donne che sciacquano i panni alla fonte
cantando,
alzando la voce
per superare il rumore dell'acque;
parli di aria ventilata e salubre,
del verde degli orti
ubertosi pel ricco tuo dono.
E ricordi la grazia di fanciulle fiorenti
tra i filari di vite
e sotto pergolati frondosi,
intente al lavoro
libero e bello
de' campi.
Scorri indi,
seguendo il viottolo molle di spruzzi
fino ai vecchi mulini.
Nella gora ormai muta
verde l'acqua ristagna,
e la ruota non gira,
ne' più s'ode il frullìo
onde bianca farina
i capelli castani
e il sorriso sereno
delle belle mignaie
addolciva d'un velo.
Sono morti i mulini,
non s'affaccian le donne
sulla porta,
gentili.
Resta il verde del prato,
resta il canto dell'acqua,
mentre al vento sussurra
qualche pioppo
lì accanto.
Ma il canoro tuo corso
già continui,
o ruscello,
e la voce scrosciante
s'avvicina e da' gioia
alle belle contrade
Cavalero e Annocarro.
Fa sognare il tuo canto
un felice domani,
una vita gioconda,
pura, libera e sana
come i freschi zampilli
della ricca sorgente!
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