Art. 3, primo comma della Costituzione italiana:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"
Art. 101 della Costituzione italiana:
"La giustizia è amministrata in nome del popolo.
I giudici sono soggetti soltanto alla legge".
LA MAGISTRATURA APPLICA LA LEGGE per una giustizia ragionevole, proporzionata e prudente, con la consapevolezza della sua imperfezione e come meta sempre da raggiungere.
Pertanto, non vi possono e non vi devono essere persone al di sopra della legge e tali da considerarsi degli INTOCCABILI, come pure sembra che avvenga allorquando qualche pesce più o meno grosso dei mari della politica finisca, per così dire, nella rete.
Apriti cielo!
A turno e da parti diverse, sin da subito ed anche con amplificazione giornalistica, si comincia a sbandierare il complotto della Magistratura o, a piacimento, ad esaltarne le indagini ed i relativi provvedimenti, con una sorta di procedimento parallelo, spesso senza appello ed in barba al principio costituzionale di non colpevolezza della persona indagata o imputata sino a sentenza definitiva.
Che si lasci lavorare la Magistratura, che non ha altro compito se non quello di applicare la legge !
Sarebbe poi auspicabile che i tre poteri del nostro Stato, quello legislativo, esecutivo e giudiziario, esercitassero le loro prerogative e funzioni con armonia e rispetto reciproci maggiori nell'esclusivo interesse del popolo e delle sue Istituzioni democratiche.
Che ciascun potere faccia bene il suo lavoro, dando innanzitutto proprio alle Istituzioni quel lustro, dal quale devono essere necessariamente permeate e che non può non venire a mancare ove a chi le rappresenti, a qualsiasi livello, si contesti una responsabilità penale che è e rimane personale!
La vita delle Istituzioni democratiche non può e non deve essere mai offuscata o scalfita dalle vicende personali di quanti la interpretano nell'esercizio di un mandato, peraltro temporaneo, loro conferito dal popolo sovrano. Capita, però, che taluno (uomo delle Istituzioni) finisca con il compenetrare la propria esistenza con quella dell'Istituzione che rappresenta, come in una sorta di investitura a vita, tanto da non potersene, opportunamente se non doverosamente, distaccare con apprezzabile e saggia decisione personale, che preceda quella popolare, pur sempre fonte del mandato ricevuto.
Speriamo nell'anno che verrà.
Ecco, i miei auguri, da semplice cittadino della nostra Repubblica, vanno al Presidente, Sergio Mattarella, Capo dello Stato, perchè la sua vita e le sue virtù possano costituire un esempio e diventare patrimonio dell'intera classe politica italiana.
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