- Articolo di Nicola SAVINO* -
Si sono notate le Regioni nel Convegno “Verso il Sud”, titolo che evoca una benevolenza…dal Nord?
Si sono riunite in Sorrento diverse Autorità per la ricerca di un’anima alla politica meridionalistica: che da tempo il professor Giannola (però non invitato) individua nel traino dal Mediterraneo per l’Europa, ponte per il 30% del mercato mondiale: in alternativa ad una settimana di navigazione per i porti di Rotterdam ed Amsterdam. Una visione cui si stanno però contrapponendo un interporto tra le direttrici ferroviarie Est-Ovest/Nord-Sud nella Padania ed il porto di Genova. Poiché a Sorrento non sembra si sia parlato di Gioia Tauro,... cerchiamo di capire a che punto siamo!
Per l’impostazione storica della finanza locale (peraltro nient’affatto scomparsa), al Sud son mancati 60 mild annui (quanto in totale?) ed ai suoi cittadini i servizi essenziali (sanità, scuola, comunicazioni o Lep) nonché sviluppo etc etc. Ora l’Europa, preoccupata che l’arretramento della seconda manifattura dell’Ue incida negativamente sulle economie di Germania e Francia, ha accompagnato il Pnrr con l’invito a ricucire la spaccatura del Paese.
Secondo Viesti, il nostro Pnrr è piuttosto <un progetto di efficientamento >, non il piano per una piattaforma portuale che, come già nell’ antichità, valorizzi (appunto, con Gioia T. e rapidi collegamenti) il ruolo dettato dalla nostra collocazione continentale.
Allo stesso ponte sullo Stretto (che pare fosse già nella mente dei Fenici) solo 50 milioni per la conversione del progetto da una a tre campate: come dire, per studiare, ridisegnare, calcolare ..accantonare! In più, mentre le Zes polacche sono attive ed incrementano il Pil pro capite, qui son ferme e senza alcuna previsione circa le interconnessioni.
Si proclama il 40% dell’investimento per interventi al Sud, ma la quota destinata alla soddisfazione dei bisogni primari si assegna attraverso gare: tra situazioni afflitte dal bisogno e quelle con elevata efficienza, quindi con ovvio vantaggio per i più progrediti.
Il Sud non può essere all’altezza delle Amministrazioni settentrionali, le quali- non a caso- già reclamano i fondi che esso non sarà stato in grado di spendere!
Ebbene, sono emerse considerazioni di questo tipo dai nostri Rappresentanti nazionali o regionali? O esse sono prive di fondamento?
Ancora: con soli 300 tecnici, la prima Cassa progettò per l’intero Mezzogiorno e riuscì non solo a salvarlo, ma creò anche condizioni favorevoli al “miracolo economico”. Pare ogni Università possa oggi provvedere ai progetti degli Enti Locali e che addirittura il Politecnico di Milano potrebbe dare una mano.
Le Università meridionali fanno qualcosa per collegarsi con le Consorelle, specie quelle dotate d’insegnamenti compatibili? Cosa si è deciso in proposito e chi la coordina? Toccherebbe alle Regioni, perché lo Stato si limita ad assegnare le quote di finanziamento e lascia alle gare (questo nuovo vantaggio per i migliori) la scelta delle opere che- infine-si realizzeranno per davvero. La Germania intervenne per il recupero amministrativo dell’Est, quando questa, dopo la riunificazione, non ne aveva la capacità tecnica.
Così dovrebbe accadere anche da noi, le Amministrazioni avendone gran bisogno per essere frutto di un’altra storia: i Comuni del Nord esercitavano l’autonomia quando noi “sperimentavamo” lo stato accentratore di Federico II. Avrebbero dunque bisogno di un aiuto …diretto; magari in luogo di un Comitato Stato-Regioni dove le Nostre, per lo più assenti o impreparate, lasciano al Nord le decisioni che quindi il Parlamento ratifica in forza dei Rappresentanti del Nord che primeggiano grazie al supporto tecnico dei propri Enti politico-amministrativi.
La legge 42/2009, attuativa dell’art 119 della Carta, <disciplina(va) l’istituzione e il funzionamento del Fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale ad abitante, e le risorse aggiuntive (per) interventi speciali.. nella prospettiva del superamento del dualismo economico >. Avrebbe dovuto compensare il dislivello determinatosi con l’“impostazione storica”(la quale, peraltro, ha consentito al Nord una classe dirigente maturatasi grazie alle realizzazioni con i maggiori fondi ).
Per tutti questi motivi, i Meridionali attenderebbero proprio dal Pnrr una compensazione secondo un disegno organico e nazionale: che, mai giunto dalla 42/09 o per sottrazione alla parte ricca (ormai ad essa abituata), nemmeno potrebbe venire in competizione con il Nord Ovest. Né vale infine l’argomento che nel Sud il costo della vita sia inferiore; perché se mancano treni decenti si devono usare le auto e per gli ospedali o scuole di buon livello si é obbligati a ricercarli altrove.
Questi concetti sono stati espressi dal Prof Giannola in una Commissione parlamentare dov’è intervenuto un solo meridionale. Sono giunti a Sorrento? C’era qualche parlamentare o regionale a riproporli?
La filosofia espressa dal presidente Draghi è infatti diversa: che il Sud costituisca la piattaforma energetica alternativa e rifornisca il Paese! Ovviamente ne deriverà danno all’ambiente (palificazioni e pannelli) oltre che all’occupazione, in coincidenza con la pur positiva estinzione delle estrazioni.
Si è sottolineato a Sorrento che questo ulteriore servizio al Paese- dopo 6 milioni di lavoratori per il “miracolo” etc etc- esigerebbe-almeno e finalmente- non le gare, ma l’attuazione “a tappeto” dei Lep-Livelli essenziali di prestazioni- fin qui invano previsti dalla Carta? Si è chiesto perché la “filosofia” dello Svimez viene ora “lasciata” alle Tre Regioni del Nord Ovest? Il Sud non è più dunque al centro del Mediterraneo o potrà correlarsi con quel che si prepara nella Padania? Impegnato negli eterni <bracci di ferro> per le poltrone, il nostro Sud ”in tutt’altre faccende affaccendato, a queste cose è morto e sotterrato”?
In questo quadro, la iniziativa dell’ex ministro Signorile per una Federazione delle Regioni meridionali, è perfettamente necessaria!Nicola Savino
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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