sabato 14 maggio 2022

TRA "MARAMALDISMO" E "MAFIA...DOLCE"

                                                    Articolo  di  Nicola  SAVINO*


Il maramaldeggiare, ch’è di una Società forte verso deboli e debole con i forti produce “mafia.. dolce”? Non riuscendo a migliorarsi .. a rendere le Istituzioni efficienti, a realizzare con pienezza la vita civile ed a progredire?

Sabato 9 scorso, sia Cronache lucane - on line-che La Nuova- in cartaceo- hanno pubblicato un mio intervento sul “doppiopesismo”, l’uno intitolando <Tra opportunismi ed ipocrisie, c’è molto di più che la sola “battuta” di Leone> e l’altro <”La cosa leonina” tra battute sessiste e logiche elettorali>.

Ho tentato d’incoraggiare i Corregionali a considerare che mentre “l’inaccettabile” frase sessista del Dottor Leone godeva di echi sulla stampa e persino di video-con-inseguimento su tv nazionali, accadeva l’esatto opposto per la vasta lesione della “lealtà” verso le Istituzioni da parte di chi, pur rappresentandole a vario titolo, “celebrava” autori di reati ben gravi: di vicende molto dolorose, su cui sarebbe più civile e saggio stendere robusti veli d’oblìo!

A distanza di qualche giorno, questo incoraggiamento ha ricevuto consensi privati e qualche commento del tipo <vorranno intendere? si capirà a cosa ti riferisci?>…. <fai troppo poco per combattere la mistificazione: i giornali chi li legge?> 

Per il resto, niente; e quel che più conta, anche da “Forze politiche” e persino dalle Scuole di Etica e Politica sorte di recente!  Un giovane mi ha chattato dal Lagonegrese: <Il clientelismo è radicato. Facciamo intravvedere la strada alternativa, ma la gente non arriva a fine mese: ha “bisogno”, e si attacca ad ogni ..pur finta.. promessa>.

So bene che la necessità del famoso “favore”, da noi ineludibile, fa trascurare all’elettore sia la rivolta contro falsificazioni e strumentalizzazioni, sia il giudizio sull’assenza totale di risultati persino rispetto ad iniziative già avviate! Ma clientelismo e bisogno di favori non giustificano tutto e tutti: né i Sindacati e quel che resta dei Partiti; né tanto meno le realtà destinate a creare un futuro migliore, come l’Università. La quale, diciamocelo con franchezza, non sembra ancora “pervenuta” alle dinamiche politico-sociali della Basilicata! 

 

Non basta infatti saper riparare una frana o curare una malattia…trasmettere conoscenze; occorre educare il cittadino a scegliere i valori secondo cui organizzare la propria Società! Se invece s’ignorano i punti cardinali della Carta (adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore …art 54) e ci si rassegna agli abusi, prevale l’acquiescenza ch’è contagiosa e man mano collettiva: quasi sempre con effetti di omertà, di condiscendenza maramaldesca e di favore all’illegalità.

Insomma, come di una mafia..dolce! L’indifferenza è infatti compiacenza ed incoraggiamento all’abuso, sicché la violazione dell’etica pubblica diviene costume!

In questa situazione, prevale il vivere ..”tanto per campare” e si emigra non soltanto per lavorare, ma talvolta proprio per sfuggire.. Se ne va anche chi, prima intenzionato ad approfittar della situazione per far carriera, fallisce miseramente per aver puntato sulla furbizia invece che sulla serietà dell’impegno (perché molto faticosa!) E falliscono i Partiti perché, senza principi, non vivono di collegialità e di studio, dunque del lavoro comune per progetti.

Si è al “quieto vivere”, al “proprio particulare”, alla mentalità del “farsi i fatti propri”! Non è anche su di essa che si radica l’arretratezza socio-economica e la mortificazione delle Istituzioni, talvolta il loro stesso piegarsi ad affari privati?

In questo circolo vizioso, tra ripudio della “lealtà” istituzionale (articolo citato, su cui si giura!) e caduta del decoro, gli episodi maramaldeschi dell’essere forti con i deboli, non sono pochi ( a cominciare dalla scelta dei collaboratori)!

C’è ora il “menefreghismo” verso l’“incompiutezza” della Città della Pace nel Metapontino, che servirebbe ad accogliere gl’immigrati africani: “naturalmente” destinati allo sfruttamento e dunque debolissimi!

Per la verità, questa faccenda non è sigillata dal silenzio e se ne stanno occupando non solo associazioni democratiche per ricordare alla Regione il suo dovere d’impiegare i fondi già ricevuti. Ma nulla si muove, pare per assecondare un personaggio (dati i tempi, ahimè eletto),che minaccerebbe di sottrarre il suo voto se l’impianto fosse usato al suo scopo! Un altro maramaldismo che non esisterebbe se il panorama non fosse affollato di altri abusi e di scarsa credibilità, e disponesse della dignità e del decoro che spettano alle Istituzioni?  Se infatti esse possono essere strumentalizzate anche da chi le guida, diventa “normale” ignorarne gli obblighi: prevalendo l’esigenza di non mettere a rischio i “numeri” e il potere, anche quando, nella migliore delle ipotesi, esso corrisponde alla semplice occupazione di una “poltrona”!

Sicché, pur dinnanzi a vibranti proteste (queste sottolineate dalla Rai e da Nino Grasso su la Nuova di lunedì 9), la debolezza dell’Istituzione- anch’essa provocata da “slealtà” di grosso peso- fa prevalere l’indifferenza! Mancando dunque i propellenti sia culturali che politici, appunto sua figlia-causa, non è forse giunta l’ora che si ponga l’assedio a Via Verrastro per contrastare quest’altro episodio della “morale” maramaldesca?   Ma forse ancora una volta saremo indifferenti! ns  

                                                           *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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