CON AUSPICIO DELLA SERIETA' COME SIGLA DEL "CAMPO" POSSIBILE
Nicola SAVINO*
Il “preserale” della competizione regionale in Basilicata è quasi iniziato ed al momento si misura sul tipo di “campo” largo o giusto. Nel largo, tutti dentro per far numero, ma con alta probabilità di conflitti tra le ambizioni spesso ereditate; nel giusto, se la guida si affidasse con “primarie”…..che però sono “aperte” alle clientele.
Dunque, entrambi campi problematici che perciò non attraggono i “non votanti”, la “quasi maggioranza” degli aventi titolo! Ritrattisi nel privato, o perché non vogliono confermare la parte da quattro anni al potere In Regione (nel Capoluogo ecc.) o perché non trovano alcuno che li attragga dalla parte opposta; e che vorrebbero in “campo” al minimo un po’ di serietà!
E però, ad esaminare le Sigle che si stanno preparando, non sembrano in molte a premurarsi della qualità più apprezzata perché più necessaria! Alcune tentano la tattica dell’ago della bilancia; altre, le più antiche, di risvegliare passate militanze e far da sponda a chi, ritenuto forte di clientele, potrebbe emergere con le “primarie aperte”; altre ancora temporeggiano alla ricerca di un qualche equilibrio sia interno che con le antiche co-militanze.
Insomma, i Partiti-sia al Governo che all’Opposizione- sembrano nella più completa confusione, già sfarinati dinnanzi al punto per tutti centrale: la conquista del governatorato!
Di certo da noi, in Basilicata, è come se i Partiti (con la maiuscola) non esistessero più. A selezionare il miglior gruppo di candidati nell’ interesse delle Istituzioni non valgono più la militanza e le prove già fornite, né ci son più i Probi viri; non più il <bene pubblico> cui orientare programmi ed alleanze! Anche quando sono proposte dalle Segreterie, ormai da tempo elette semplicemente perché senza truppe e dunque impossibilitate ad imporne altre che non corrispondano all’interesse dei capibastone.
Ora si punta soltanto alla Figura che comanderà per 5 anni e che lo potrà a piacimento (degl’interessi che rappresenta) e senza limite alcuno: nemmeno se questo fosse posto da tutti gli altri eletti messi insieme (ma non disposti a rifare le elezioni!). Un “particolare” che accelera la decadenza della politica e si affianca al “gelo” demografico: e che ci fa pensare ai bonus più che ad un qualche futuro possibile! Uno scenario nel quale i più composti sembrano paradossalmente proprio gli ex antipartito, quei 5 Stelle che ne spinsero la “forma” al declino e che ora rivendicano la “candidatura principe “proprio in forza dei numeri, la base di quella “forma” considerata indipendente da tutto il resto!
Le regole fondate sull’ideologia ressero fino all’89, alla caduta del muro e della competizione tra i sistemi. Perciò, già da allora sarebbero state da sostituire e in ossequio alla Costituzione (art 49) e semplicemente perché l’ideologia non “funzionava” più. Da allora si sarebbe dovuto metter mano alla organizzazione del sistema, istituendo efficienti raccordi tra Società ed Istituzioni per dare al cittadino la garanzia che la sua opinione rilevasse nelle Assemblee degli eletti. In fondo, si sarebbe trattato di dar attuazione (finalmente!) alla parte conclusiva del suddetto articolo (“concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica”); e dunque di sottoporre a controllo (finalmente!) la procedura attraverso la quale si scelgono i candidati e i programmi (ovviamente, non dagli due <poteri>, ma da parte di Commissioni di eletti, come quelle già esistenti nelle Camere).
Al contrario, siamo ancora alla possibilità di presentar liste e candidature da chicchessia (anche dalla mafia, che spesso entra facilmente nelle Primarie) con scelte giammai decise “con metodo democratico”! Perciò, non siamo più soltanto alla crisi di qualche partito, ma a quella stessa del Sistema; sicché, per uscirne, forse l’unica via è la “libera associazione di cittadini” (sempre art 49), quei movimenti civici che, libere dal passato, potrebbero puntare a dare le suddette regole per selezionare candidature e programmi nell’interesse della Comunità e non dei privati. E che non soltanto preparino e filtrino le candidatura per dar dignità alla rappresentanza, ma modifichino i sistemi elettorali in modo da evitare la deriva autoritaria: cominciando dalla nostra Regione , art 48 c. 2 dello Statuto) e proseguendo con il premierato a livello nazionale!
La responsabilità che assumono le <libere associazioni dei cittadini> in questa situazione dovrebbe dunque essere di valenza rigeneratrice e perciò di spessore storico! Sicché, quella assunta in Basilicata dal Laicato cattolico potrebbe costituire d’esempio al Paese! Ma per non bruciarci forse un’ultima possibilità, punterà alla serietà come sigla del campo possibile? ns
*Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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