INCONTRO 12 OTTOBRE 2023
Relazione del Prof. Antonio Brando
Benvenuti a questo incontro che ho promosso nel giorno anniversario della scoperta dell’America con la mente e il cuore rivolti alle elezioni comunali del 2024.
Incontro che ripercorrendo la storia sociale e politica di Maratea, vuole suscitare riflessioni ed entusiasmo e non polemiche gratuite.
Consentitemi di rivolgere alcune espressioni di saluto e ringraziamento alle persone che, impossibilitate a partecipare per impegni recedentemente assunti mi hanno fatto pervenire messaggi di auguri e di sostegno. A loro va il mio pensiero in questo momento.
Poi saluto coloro che sono qui perché motivati dal desiderio e dalla curiosità di ascoltare il messaggio da me preparato e di conoscere cosa propongo per la nostra Città che attraversa una delicata e non fiorente congiuntura.
A voi dico fate bene a voler sapere, a capire e conoscere il contenuto della mia e delle varie proposte dei politici locali e, soprattutto le qualità umane dei proponenti e, a riflettere sul futuro che ci attende.
Fatelo con discernimento e giudizio libero: siate e sentitevi liberi.!!
Infine saluto quanti e, vi assicuro sono tanti, negli ultimi mesi mi hanno sollecitato, incoraggiato e spinto a scendere in campo, facendo affidamento sulla mia esperienza politica passata, sulla mia disponibilità umana anche nel volontariato sanitario, sulle mie doti pregresse di buon amministratore a servizio degli umili e indifesi.
Le insistenti sollecitazioni mi hanno convinto a raccogliere la sfida e sono pronto a scendere in campo e a candidarmi alla guida di Maratea a conclusione di un percorso di cui parlerò più avanti: un atto doveroso ma altrettanto coraggioso per me che conosco la complessità della politica.
A voi miei fautori, dico grazie e vi invito a sostenermi sempre di più perché la strada è lunga, piena di ostacoli e insidie imprevedibili e soprattutto il futuro sarà faticoso con risultati che non saranno sempre scontati e positivi sin dall’inizio.
La storia politica amministrativa di Maratea procede per cicli alterni e si distingue per l’avvicendamento tra periodi positivi e periodi di stasi e di arresto dello sviluppo. Il periodo che stiamo attraversando e gli anni che lo hanno preceduto a partire dalla fine del secolo scorso si possono ascrivere alla seconda categoria, cioè ad un periodo di stagnazione.
E’ percezione diffusa tra abitanti e ospiti che Maratea stia vivendo un periodo di decadenza con situazioni di degrado: io preferisco qualificarla come una deriva, caratterizzata da una perdita progressiva di memoria storica e di identità. Ritengo che sia in corso da trenta anni circa, frutto di scarsa e superficiale conoscenza del passato, un processo di svuotamento e addirittura di capovolgimento delle impostazioni fondamentali su cui si era costruita l’immagine della nostra città e si era operata la grande trasformazione socio-economica del secondo dopoguerra passando Maratea da paese agro- pastorale e di emigrazione a paese industriale, prima e successivamente ma, di poco, a paese turistico.
Ora basta !!!! Adesso siamo al capolinea terminale e guai a sbagliare le scelte future. Maratea necessita di un profilo elevato. Ha impellente bisogno di tornare a volare alto, ad abbandonare spontaneismo ed improvvisazione, non solo ad essere bella e, ad apparire bella, specie in tv ma anche ad essere impegnata nella cura di questa bellezza, definita Paradiso Terrestre di biblica memoria, a rispettarla, conservarla e valorizzarla senza oltraggiarla perché, ritengo negli ultimi anni in qualche caso abbiamo sacrificato la bellezza del territorio a interessi privati con il silenzio dei cittadini e la compiacenza degli amministratori.
Ma per fare ciò Maratea ha bisogno di una classe dirigente che abbia requisiti di capacità, volontà competenza ed esperienza, già dimostrate con impegno nel campo sociale e che soprattutto senta il bisogno di rileggere e riconsiderare senza pregiudizi e cattiveria la storia locale repubblicana, perché solo partendo da una riflessione che si basi sui documenti, sulle azioni e sui risultati unanimemente riconosciuti, si potrà elaborare una prospettiva di ripresa e di rilancio che riporti Maratea ad essere una località ordinata, rispettosa delle leggi, accogliente, in grado di offrire servizi efficienti, strutture e personale professionali, godimento e divertimento ma anche tranquillità e silenzio, emozioni e vivibilità.
Scorrendo la storia cittadina non posso non considerare positivo il periodo compreso tra il 1953, anno di arrivo dell’imprenditore biellese e il 1964, anno di inizio delle difficoltà industriali, quando Maratea scoprì e sperimentò l’industria tessile e il turismo, un turismo d’elite come si confaceva all’epoca e alla località tanto bella.
Certo il motore di tutto era il Conte Rivetti ma in loco trovò un Sindaco Biagio Vitolo che, con la sua compagine amministrativa seppe guidare la comunità in ascesa e la seppe anche difendere quando si dimise nel 1961 per non gravare i suoi concittadini di tasse pesanti. Dal 1964 al 1970 Maratea subì una battuta di arresto ma da quest’ultimo anno in poi si incominciarono ad intravedere segnali di ripresa.
Fu soprattutto a partire dal 1975 che un nuovo gruppo dirigente democristiano e non solo, guidato da Fernando Sisinni, impresse un’accelerata allo sviluppo all’insegna di tre verbi: Programmare, Comunicare, Partecipare; tre azioni trascurate e ignorate negli ultimi anni.
La programmazione prevedeva due momenti.
Il primo era rivolto alla implementazione delle opere di urbanizzazione primaria: acqua, fognature e depurazione, energia con un corollario per la viabilità interna e per la vivibilità e per la istruzione e i servizi alla persona; e, contemporaneamente, allo sviluppo delle attività turistiche tramite l’aumento dei posti letto, fermi al 1966 realizzato con lo strumento della urbanistica contrattata, che prima di concedere volumetrie faceva sottoscrivere all’imprenditore impegni concordati da rispettare.
Risalgono a questo periodo:
l’ approvvigionamento idrico mediante l’utilizzo della sorgente Torbido in agro di Nemoli-Lagonegro e la costruzione di tutti i serbatoi di accumulo; la realizzazione delle reti fognanti su tutto il territorio con il depuratore in galleria, unico in Italia; la cabina di trasformazione elettrica alla Colla, le strade per la valle e per le spiagge, la costruzione dell’asilo nido, l’edificio per la scuola superiore e per l’istituto alberghiero, il completamento dell’Ospedale e il suo trasferimento nel nuovo edificio appena terminato in via San Nicola, le caserme, la pubblica illuminazione, il complesso turistico, dove ci troviamo, ed alberghi nel centro storico il quale assume importanza strategica per lo sviluppo a servizio dell’intero territorio comunale.
L’elenco potrebbe continuare: una quantità enorme di miliardi delle vecchie lire valutate tra 400 e 500, in parte pubblici e in parte privati, fu investita in loco. Accanto a questo si pubblicò un giornalino informativo per la comunicazione ai cittadini delle tappe di questo programma mentre, per pubblicizzare Maratea, fu stampato il libro “Conoscere Maratea”.
La partecipazione infine fu istituzionalizzata con la regolamentazione dei Comitati di zona.
A tutto questo doveva seguire la realizzazione di altre opere per arricchire la nostra offerta turistica ma il secondo tempo della programmazione, purtroppo non decolla.
A partire dal 1995 incomincia un periodo di lento ma inesorabile declino politico prima e, sociale poi.
Questi anni si distinguono per il ripresentarsi di situazioni omogenee ricorrenti:
1) Instabilità politica: tre sindaci che non portano a termine il loro mandato per il venir meno della maggioranza che li sosteneva;
2) Mancata rielezione dei sindaci uscenti: tutti i sindaci che si ricandidano non vengono rieletti ma battuti dagli avversari;
3) Perdita di fiducia dei cittadini nei confronti degli amministratori: i cittadini perdono la fiducia negli eletti perché si verificano rotture clamorose nell’assetto sociale della comunità. Mi riferisco: alla chiusura tra il 1999 e il 2001 dei reparti dell’Ospedale il cui ultimo presidio costituito dal laboratorio analisi viene trasferito in altra sede pochi anni fa in cambio di una promessa di TAC mai arrivata; allo scippo dell’Azienda autonoma e poi della sede dell’APT.; alla chiusura delle fabbriche con scomparsa dei sindacati, importante momento di aggregazione sociale.
4) Mancato completamento della strumentazione urbanistica e di opere pubbliche o addirittura non utilizzo di opere appena terminate: PRG, parcheggi, ciclovia, maneggio in località Capo la Scala, mentre si assiste compiaciuti alla abnorme costruzione di seconde case, prive di opere adeguate di urbanizzazione le quali hanno profondamente alterato se non addirittura stravolto il paesaggio marateota preesistente.
Ma una cosa strana è quella che si verifica nel 2019 allorquando la lista uscente che era giunta al termine del mandato compatta e al completo, diserta le elezioni, inspiegabilmente: neppure uno di loro si candida in una lista mentre il centro sinistra latita per mancanza di unità interna. Ne discende una offerta politica monca e dimezzata.
Io definisco tutto questo un’anomalia politica, tutta marateota.
Non è dato conoscere i motivi per cui gli amministratori a termine non si ripresentano e ogni giustificazione addotta non può essere accolta senza suscitare perplessità e dubbi.
Fatto sta che la compagine uscente e il centro sinistra appoggiano alle elezioni l’attuale Sindaco che evidentemente apprezzano per competenza e laboriosità, operosità e dinamismo e che dopo pochi mesi scoprono non essere tale, auspicandone da subito le dimissioni. La campagna elettorale che si svolse fu monotona e unilaterale perchè senza confronto politico, essendo le due liste, una delle quali acconsentì addirittura alla convalida dell’altra, seppur presentata in ritardo, talmente assimilabili che alcuni i suoi componenti sono traslati disinvoltamente e, senza rispetto alcuno per coloro che li avevano votati, dalla maggioranza all’opposizione e, viceversa.
Tutti i problemi lasciati insoluti dalla passata amministrazione vengono ritardati o trascurati: mi riferisco alla costruzione delle nuove case popolari per gli sfrattati delle preesistenti in località Giardelli, al PRG e alla scuola media mentre Maratea si candida a Capitale Italiana della Cultura nel 2026.
Ma tant’e’!!
Schematicamente, ricapitolando, a Maratea, sul piano politico, la fine dei partiti e dei sindacati ha avuto come conseguenza un deficit di democrazia e partecipazione.
La mancanza di lealtà della classe politica che non ha mantenuto impegni e non si è schierata con il popolo nei momenti cruciali della sua storia ha determinato sfiducia negli amministratori e, nella comunità prodotto individualismo, rassegnazione e mancanza di indignazione e di rivolta con la supina accettazione e soggezione alle decisioni esterne.
La mancanza di programmazione a lungo termine, intesa non come previsione e/o progettazione di un opera ma come elaborazione di una visione del territorio accompagnata da un’analisi di risorse e del loro utilizzo, confluita in un documento dibattuto e approvato, ha avuto come conseguenza la perdita di centralità nel panorama politico e territoriale della Basilicata con un progressivo processo di omologazione al resto della Regione, confermato anche dalla inclusione di Maratea nei Comuni destinatari di attrattori artificiali al fine di valorizzare risorse che per gli altri comuni, a differenza del Nostro, giacevano ignorate e non sfruttate.
Passando dalle riflessioni politiche a quelle sociali non si può non constatare il mancato appuntamento con la globalizzazione e la modernità.
Maratea continua ad essere un paese non aggiornato, in ritardo, privo di reti informatiche e telefoniche su tutto il territorio e di molto altro, di fondamentale importanza per l’accoglienza dei turisti, non una città come pure recita il suo titolo, da me perorato e ottenuto, in cui il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, l’emigrazione giovanile e il calo demografico rendono concreta la invivibilità del luogo per almeno 8/10 mesi all’anno mentre negli altri 2/4 mesi le dotazioni scarse e insufficienti del territorio e il suo sistema viario e strutturale vengono sottoposti ad uno stress generando nella popolazione una sorta di reazione negativa al fenomeno turistico.
Se a questo aggiungiamo, solo a titolo esemplificativo, la mancanza dell’edificio scolastico delle scuole medie con ma “senza” annessa palestra, la provvisoria sede municipale, la inagibilità dell’asilo nido, l’assenza di qualsivoglia iniziativa per i diversamente abili, con la viabilità interna ferma a 50 anni fa, il porto trascurato, il dissesto idrogeologico imponente che genera chiusura a fasi alterne delle strade di accesso principali, il quadro si tinge di una drammaticità allarmante.
Ed ancora passando alle riflessioni economiche, non si può sottacere la mancanza di investimenti esterni produttivi da parte di privati: Maratea non è più attrattiva e non stimola gli imprenditori esterni ad investire nel nostro territorio anche a causa di classi dirigenti ballerine, poco affidabili e timide.
Questo elemento ha prodotto l’abbandono delle strutture private (ex lanificio, ex pamafi, ben 7 strutture alberghiere dismesse … ecc.ecc) che unito all’assenza di una politica locale volta al recupero di edifici pubblici e di opere pubbliche mai utilizzate (ex stabilimento colla, colonia di fiumicello, e di tutte le altre opere pubbliche già citate,) genera una situazione che si fa sempre più grave e fuori controllo.
Si può concludere che Maratea ha registrato, pure negli ultimi anni analizzati, uno sviluppo, cioè una espansione del mercato e dei consumi e l’impegno di tanti giovani in attività turistiche e nell’associazionismo, ma senza progresso, perché lo sviluppo non è stato accompagnato da una crescita della coscienza sociale, da migliori condizioni di vita, ma invece da divari territoriali e disparità di trattamento con scontento generale.
Tutte queste negatività suggeriscono i contenuti e le priorità e indicano il metodo e la strada per la elaborazione del programma che dovrà contrastare l’ulteriore peggioramento della situazione esistente evitando che essa diventi irreversibile ed irrecuperabile. Come si possono preparare le liste?
Le liste si possono fare seguendo molteplici itinerari.
Si possono fare con gli amici con i quali si condivide il tempo libero; si possono fare last minute mettendo insieme persone che a mala pena si conoscono e che non hanno partecipato alla stesura del programma, individuate nelle famiglie più numerose, con promesse che non si mantengono creando malumori e instabilità; o si possono fare come propongo io, cioè attraverso un percorso che è simile ad un corso di formazione durante il quale, tutti gli interessati di buona volontà si incontreranno con cadenza settimanale e, discuteranno sul futuro comparando visioni anche diverse.
Alla fine si predispone un programma di minima e uno di massima dettagliato nei particolari accettato e sottoscritto. A questo punto si sceglie la squadra e si va avanti con le candidature.
Questo processo può essere giudicato velleitario e pretenzioso ma sono convinto che se non sarà questo l’approccio alle prossime elezioni comunali il futuro di Maratea sarà compromesso e non sarà quello che tutti auspichiamo al fine di arginare il declino.
Per cui mi auguro, a partire da stasera e, nei prossimi giorni adesioni su questo percorso.
La politica è un esercizio di intelligenza e di cultura, è l’occasione per sperimentare le proprie capacità operative, è un esperienza di vita ispirata da sentimenti di dedizione e solidarietà.
Quando si amministra non bisogna cedere alla tentazione di trascurare il sostegno popolare, di respingere le indicazioni che vengono dalla gente.
Senza il concorso di tutti, senza la presa di coscienza dell’intera comunità, è impossibile realizzare qualsiasi programma, soprattutto se è ambizioso.
Ogni opera di trasformazione economica e sociale richiede la partecipazione del popolo che deve essere soggetto e attore del proprio destino. Per questo bisogna informare i cittadini, farli edotti delle decisioni, legarli ai grandi e piccoli disegni elaborati e impostati per Maratea e ancora entusiasmarli affinchè come popolazione avveduta stia al passo con le trasformazioni in atto per contribuirne alla migliore riuscita.
Io non mi considero un uomo con la bacchetta magica, un Re Mida che trasforma in oro tutto ciò che tocca, nè la riserva di Maratea, intesa quest’ultima come una persona dotata di esperienza e competenza, di intelligenza e cultura da richiamare in servizio nei momenti di difficoltà epocale, né mi ritengo un uomo della Provvidenza ma solo un umile servitore dei miei concittadini e soprattutto un costruttore di speranza, sì perche dobbiamo avere la consapevolezza che Maratea con il contributo di tutti, cittadini e ospiti, ce la può fare e, per questo “ Per correr migliori acque alza le vele la navicella del mio ingegno “ (cit. Dante ).
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Servizio fotografico in www.calderano.it
Dal passato... al futuro di Antonio Brando - 12 ottobre 2023
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