IL PAESE DI GIOVANNI PASSANNANTE
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Ulderico Pesce
3 h
Sono ritornato nel paese di PASSANNANTE, un tempo Salvia, oggi Savoia di Lucania. È sempre emozionante tornare nel borgo antico. In genere mi fermo al cimitero, saluto PASSANNANTE, e vado via. Questa volta sono salito sopra. Ho trovato vecchi e nuovi amici, discendenti che portano il suo stesso cognome e il bar dedicato all’anarchico che attento’ alla vita del re Umberto I che per quel gesto ha passato l’inferno in vita. Isolato in una cella sull isola d’Elba, a Portoferraio, con i piedi nell acqua per 10 anni, dal 1878 al 1888, nella Torre della Linguella, ultimo lembo di terra nel mare. Lo fecero impazzire lì dentro i Savoia. In quella torre sono stati rinchiusi PASSANNANTE e il presidente Sandro Pertini, in pieno Fascismo, nel 1933.
Il rivoluzionario lucano fu Poi rinchiuso nel Manicomio criminale di Montelupo fiorentino perché impazzito per la solitudine, il freddo, gli stenti. Morto nel 1910 gli tagliarono la testa, segarono il cranio, prelevarono il cervello e cranio e cervello furono esposti nel Museo del crimine di Roma. Facemmo una battaglia per toglierlo da li’ e seppellirlo come ogni essere vivente merita. Riuscimmo a farlo. Poi il museo chiuse. Oggi serve prelevare gli scritti di PASSANNANTE conservati nell’archivio del museo per mostrarli a Savoia di Lucania ad eterna memoria. Sono scritti magnifici, dedicati a chi soffre, ai deboli, ai lavoratori, all’urgenza degli ideali, alle donne incinte che devono avere dei diritti, all’avvento della Repubblica, alla libertà. Scritti che non sono invecchiati, perché le conquiste, non sono mai per sempre.
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