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SIMONETTI SCRIVE AL VESCOVO DI POTENZA: MIGRANTI AL GELO SOTTO I PONTI E I SOLDI CHE NON SI SPENDONO DA ANNI
Di Pietro Simonetti il
PIETRO SIMONETTI SCRIVE A MONS.CARBONARE SULLA SITUAZIONE DEI MIGRANTI IN BASILICATA
ECCELLENZA,
Molti hanno seguito con attenzione il Suo pellegrinaggio di questi giorni nelle sedi delle parti sociali e del volontariato. Nel
contempo abbiamo visto le immagini del Metapontino che fissano le
gravi condizioni dei migranti stagionali costretti a vivere sotto i
ponti o nei ruderi al freddo di questo inizio d’inverno.
Al
netto di auguri, riflessioni ed auspici, colpisce, nell’incontro con
Cgil ,CISL ,Uil, la Sua frase”mobilito le coscienze”, voi dovreste farlo
con i lavoratori’.
La
Basilicata è in forte declino, i dati demografici dicono la verità: il
Pil decresce nonostante le risorse naturali ed umane,ora manca anche
l’acqua.
Il
Bilancio pubblico allargato a quello privato va oltre i 15 miliardi
ogni anno, una cifra enorme che viene utilizzata male,sprecata o
sottratta in parte da gruppi affaristi e di potere.
L’ultimo
documento dei Vescovi lucani mette al centro del disagio ,anche
economico ,la vicenda Sellantis e non poteva essere diversamente.
Esistono
inoltre a livello regionale problemi e condizioni di vita che
riguardano le oltre 50.000 persone migranti che lavorano assicurando
un notevole sostegno all’economia lucana.
Il 50% lavora in Agricoltura ,edilizia ed resto nel lavoro di cura.
Quasi nessun si interessa di questa vicenda al netto delle presentazioni dei Rapporti annuali,di convegni senza esito.
Nessuna
iniziativa concreta, specialmente negli ultimi anni,da parte delle
forze progressiste e democratiche: qualche comunicato o presa di
posizione, a parte le iniziative sulla chiusura del Cpr di
Palazzo.Neanche la recente legge approvata urgentemente dal Consiglio
Regionale è stata attuata dalla Giunta.
La
lotta al caporalato è momentaneamente sospesa. La Basilicata è una
delle Regioni che ha ospitato fino a 3000 richiedenti asilo.Una delle
prime in Italia.
Le
racconto la storia della mancata realizzazione dei nuovi Centri di
accoglienza dei lavoratori stagionali di Boreano, Gaudiano ed il
completamento di quello di Scanzano oltre alla riapertura del Centro di
Palazzo San Gervasio unitamente all’utilizzo del Centro antiviolenza
completato da tempo ma non utilizzato.
Tutte strutture e risorse che molti fanno finta ignorare per insistere nella pratica di aiuti una tantum.
Nell’ambito
delle misure per richiedenti asilo sono state realizzate importanti
intese con il Ministero dell’Interno e le Prefetture e sono state
introdotte innovazioni a partire dal trasporto a chiamata degli
stagionali, per finire alle liste di prenotazione nei Centri per
l’impiego che sono state poi inserite nel Piano Nazionale Anticaporalato
in in vigore.
Nel
contempo con la struttura Nazionale del Pon Legalità; e’ stata
definita la progettazione di 3 nuovi Centri pubblici di accoglienza dei
lavoratori Stagionali(Boreano/Venosa,( in alternativa al ghetto
sgomberato nel 2016) Lavello /Gaudiano e il completamento della “Citta
della Pace di Scanzano ,oltre alla ristrutturazione del Centro di
Palazzo per un totale di 750 posti e servizi
Nel periodo 2014/2023 sono stati ospitati nel Bradano oltre 3000 persone nei centri attrezzati con fondi regionali e della UE.
Ad
oggi risultano finanziati, dopo i procedimenti da parte della Regione
Basilicata e del Ministero dell’Interno, quelli di Boreano, Gaudiano, Scanzano e la ristrutturazione dell’edificio di Palazzo per circa 17
milioni anche a seguito della rimodulazione dei costi per il tempo
trascorso dalle approvazioni di rito, mentre il Centro antiviolenza di
Palazzo e’stato costruito con un milione di Euro.
Quest’anno la Regione non ha garantito neanche l’apertura del Centro di Palazzo in funzione dal 2014 per avendo un finanziamento UE dal mese di febbraio di 2 milioni,non utilizzato per un avviso andato deserto due volte-confezionato con il consorzio Nova- sbagliato e del tutto fuori dalla realtà.
Forse una Sua iniziativa
assieme alle parti sociali, sul Governo regionale e Prefetture, potrebbe
portare ad uno sblocco della situazione oltre ad evitare la perdita dei
finanziamenti della UE che devono essere rendicontati entro il 31
dicembre 2026″.
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