Colpi di coda del ministro Calderoli su “Autonomia differenziata”
Valerio Mignone*
Son passati oltre trent’anni da quando nella XII e XIII Legislatura in Parlamento si cominciò a discutere di Regioni ad “Autonomia differenziata”. Ed ancora oggi, il “lumbard” Roberto Calderoli insiste su questa maggiore “Autonomia”.
Se così è, è il caso di riconfermare che Roberto Calderoli è fuori della realtà. Egli insiste su questo argomento, inattuale, spaziando tra indipendentismo e federalismo. E purtroppo, la carta stampata - anche quella “meneghina” - di antico prestigio nazionale, ospita le sue reboanti sollecitazioni, senza suggerire prudenti alternative tra “Secessionismo del Nord” e “Assistenzialismo del Sud”. In realtà, in Italia occorre un regionalismo solidale, e non localistico.
Intanto, Rocco Papaleo, e Ulderico Pesce, indiscussi “Terroni” di Lauria e di Rivello, si esibiscono in teatri di Milano, e del Nord Italia, riscuotendo un chiaro successo, non solo da conterranei del Sud, emigrati al Nord.
Oggi, in piena consapevolezza, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Consulta, nel rispetto delle proprie competenze, e prerogative istituzionali, vigilano su colpi di coda; e bloccano tentativi di forzare la Costituzione, come nella legge 86/2024, ribadendo l’impossibilità di attribuire alle Regioni la funzione propria del Presidente della Repubblica, pur a salvaguardia della identità stessa di ogni Regione.
I giudici costituzionali, da parte loro, ricordano, in dense, e corpose 166 pagine, che la Nazione, ed il popolo italiano, non sono “frammentabili”. La Corte costituzionale cita il federalismo fiscale “cooperativo” della legge 42 del 2009, rimasta inattuata; legge – strano a dirsi! - firmata da Calderoli durante il quarto governo Berlusconi.
E stupisce che un partito facente parte dell’attuale governo di centrodestra, ben noto per il suo nazionalismo, accetti questo subdolo tentativo di Calderoli di frammentare l’Italia in piccoli “staterelli” regionali.
Oggi, occorre un cooperativismo, secondo il quale, ogni regione aiuta quella che ha maggiore bisogno, magari con un finanziamento perequativo, con buona pace del quarto governo Berlusconi, che approvò la legge sull’Autonomia differenziata, su suggerimento di Gianfranco Miglio.
In realtà, il Nord Italia, senza il contributo dei laboriosi emigranti del Sud Italia, e del Friuli Venezia Giulia, non avrebbe raggiunto i risultati positivi di ieri e di oggi. I “Polentoni” della Valle Padana - pur con la vecchia pellagra da granturco – e i “Terroni” - operai, artigiani, funzionari dei pubblici uffici, liberi professionisti - con la loro laboriosità, hanno favorito l’evoluzione, e lo sviluppo del Nord Italia, e dell’Italia, nel suo complesso.
Attualmente, si manifestano contraddizioni in seno alla stessa Lega: esponenti, come Salvini, spingono per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina per potenziare l’Unità della Penisola italiana, e ministri “leghisti” come Calderoli, con anacronistici “colpi di coda”, insistono per “differenziare” l’Italia!
Non è fuori luogo ricordare a questo Ministro, nei giorni dell’inaugurazione della stagione lirica 2024-2025 alla “Scala” di Milano, che il primo teatro lirico nel mondo è stato il teatro “San Carlo” di Napoli! Con ciò, si ricorda allo stesso ministro che il Sud Italia è “Cultura”! Pitagora dimorò nel Metapontino, della “Magna Grecia, e Parmenide nacque a Novi Velia, oggi Ascea, provincia di Salerno.
Allo stesso Calderoli si ricorda che il Nord Italia non è “Senza peccati”! Purtroppo, il 17 febbraio 1992 cominciò l’inchiesta giudiziaria nota come “Mani pulite”.
Fu la stagione di “Tangentopoli”, con corruzione dilagante a Milano, in partiti ed Istituzioni, scoperta da Antonio Di Pietro e da un gruppo di magistrati coordinati da Francesco Saverio Borrelli. Nasceva la “Seconda Repubblica”. Segui la politica secessionista della Lega, suggerita dal politologo Gianfranco Miglio. Ma questa fase durò poco. Il Centrosinistra vinse le elezioni del 1994 con Romano Prodi contro il centrodestra, e contro la Lega di Calderoli.
Tra l’altro, il 14 gennaio 1994, trent’anni orsono, fu approvata la Legge che istituiva la Conferenza delle Assemblee Regionali e delle Regioni Autonome, per valorizzare proprio il ruolo delle Regioni e delle Provincie Autonome. Con ciò, i Comuni, le Province, le Regioni sono tenuti a farsi carico delle esigenze delle loro popolazioni.
Maratea 9 Dicembre 2024 *Già Parlamentare
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