Una
maglietta rossa per difendere l’umanità
3 luglio 2018
Una maglietta
rossa per fermare l’emorragia di umanità. Sabato 7 luglio indossiamo una
maglietta rossa per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà
Rosso è il colore
che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più
perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e
darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono
in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso
era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò
la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre
bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne
verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio,
quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi
bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema
dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non
affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta
soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e
solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo
dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è
questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora
un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento
rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando
da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per
costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali
come cittadini.
Don Luigi Ciotti, presidente nazionale
Libera e Gruppo AbeleFrancesco Viviano, giornalista
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente
Carla Nespolo, presidente nazionale ANPI
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