Aveva 16 anni Desirée ed era di Cisterna di Latina. Nella notte tra giovedì 18 ottobre e venerdì 19 il suo corpo è stato ritrovato senza vita in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini. Era stata drogata, violentata ripetutamente dal branco e lasciata morire...in un covo di spacciatori e tossicodipendenti.
Papà Gianluca Zuccheddu e mamma Barbara Mariottini separati, affidata alla nonna materna, in agosto scorso era stata segnalata ai Servizi sociali, al Sert ed al Tribunale dei Minori per piccoli problemi di droga, possibilmente da prevenire o comunque da affrontare subito con l'energia e l'amore necessari.
Ieri il suo funerale caratterizzato da tanti fiori, palloncini colorati, applausi e... fuochi d'artificio.
E' finita così la giovane vita di una ragazza fragile e ribelle (la madre le ha dato il suo cognome e vive con altro compagno, mentre il padre è stato ed è legato in qualche modo al mondo della droga), di fatto abbandonata al suo tragico destino.
Avrebbe avuto bisogno Desirée di attenzione, affetto e cura maggiori, in modo che i suoi giorni potessere essere lieti, sereni nella sua famiglia e fuori di essa, ma non è stato così, purtroppo. Le sono mancati in vita il sostegno, la guida, la protezione opportuni e, tra l'indifferenza diffusa, si è incamminata da sola verso...l'inferno.
Del tutto incomprensibili ed ingiustificati mi sembrano ora gli applausi e...i fuochi d'artificio in un momento di estremo dolore dinanzi alla bara bianca, che sarebbe stato preferibile accompagnare con religioso e/o laico, prolungato silenzio..., certamente più significativo delle parole e del rumore, e con una preghiera, individuale e collettiva, per la povera Desirèe.
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