Sull'argomento si rivela di particolare interesse il contributo di seguito riportato
Post tratto dal Blog "SGF IN PIAZZA" di Pietro Giovanni Spadafora
L’ipocrisia occidentale e il modello Riace.
Oltre
alle provocazioni incrociate, alle tifoserie, alle varie
strumentalizzazioni politiche e non solo, per quanto riguarda il
cosiddetto modello Riace, e su cui, in questo periodo, politici,
giornalisti, scrittori e opinionisti vari stanno dibattendo, vi è
un’ipocrisia di fondo che la maggior parte di noi dimentica, non so se
volutamente o ignorantemente.
Nessuno di noi, sono convinto, disconosce l’umanità, la
solidarietà, la fratellanza, l’altruismo, la carità, la tolleranza e
così via, dell’ex Sindaco di Riace. Senza entrare nel merito delle
indagini in corso da parte della magistratura, egli ha compiuto
un’operazione che merita stima e rispetto da parte di tutti. Ma non per
questo, però, gli altri sono tutti razzisti, fascisti, nazisti e
xenofobi.
In fondo il vero dibattito non è su questo, ma, appunto, sul modello di accoglienza.
In fondo il vero dibattito non è su questo, ma, appunto, sul modello di accoglienza.
Modello, questo di Riace, che ci siamo dovuti inventare, o
meglio, se vogliamo dire, il Sindaco di Riace si è inventato con tutte
le buone intenzioni di questo mondo.
Poi ci siamo inventati gli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che molti guai stanno creando.
Detto questo, ora, inviterei tutti noi ad allargare un
pochino l’orizzonte, di riflettere sulle cause, concause, ma soprattutto
sulle azioni politiche ed economiche dell’Occidente per quanto riguarda
questo, ormai, immane flusso di popolazioni di immigrati.
Tutta la questione scaturisce dalla pretesa totalizzante
dell’Occidente di omologare l’intero mondo al proprio modello politico,
forse religioso, economico, sociale e valoriale. Ed in questa pretesa di
integrazione planetaria sta l’intrinseca fragilità di tantissimi
modelli, poi, strumentalizzati per fini diversi.
A parte lo sfruttamento e il depauperamento continui di tanti
Paesi dell’Africa e dell’Asia, iniziati massicciamente dal secondo
dopoguerra in poi, caduto il Muro di Berlino l’Occidente, Stati Uniti in
testa, ha compiuto, nel giro di vent’anni, cinque guerre di
aggressione: primo conflitto del Golfo (1991), attacco alla Serbia
(1999), invasione e occupazione dell’Afghanistan (2001), invasione e
occupazione dell’Iraq (2003) e infine attacco alla Libia (2011).
Questa aggressività dell’Occidente ha due facce.
La prima, forse in buona fede, ma più pericolosa, è che
l’Occidente si percepisce, ci percepiamo, come “cultura superiore” (che
altro non è una declinazione del razzismo classico) credendo di
possedere valori assoluti e credendo quindi di avere non solo il
diritto, ma il dovere di insegnare la buona educazione, nonché di dare
lezioni di democrazia, a popoli con storie, tradizioni, costumi, senso
della famiglia e dei legami, concezioni di vita e di morte diversi dalle
nostre.
L’altra faccia è quella economica. Quella che,
principalmente, causa i flussi emigratori verso di noi per poi essere
costretti, per ragioni umanitarie, a creare i vari modelli alla Riace
con gli SPRAR.
Per poter crescere ancora di più, chissà per quanto ancora e
fino a quando, noi occidentali abbiamo urgenza di appropriarci delle
fonti di energia e delle risorse altrui e di conquistare nuovi mercati,
per quanto miseri essi siano, perché i nostri sono saturi.
L’Occidente ormai non è più in grado di concepire e di
tollerare il diverso che, in un modo o nell’altro, deve essere piegato
al suo modello basato sul mercato e la crescita infinita, diventando
così, senza rendersene conto, totalitario.
Ecco da dove scaturisce il modello Riace!
Ecco perché in tutto questo dibattito vi è un’enorme ipocrisia di fondo!
Ecco perché è tutto una falsa accoglienza e una falsa solidarietà!
È come dire che io ti costringo, bombardandoti, derubandoti e
facendoti scappare da casa tua, e poi ti accolgo, umanamente, nel mio
garage o nel mio sottoscala.
Questa è la verità!
Ma in fondo l’Italia è sempre stata un Paese-laboratorio.-Pietro Giovanni Spadafora-
Nessun commento:
Posta un commento