DA "PILLOLE" di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it
Manifestazione a Riace del 06/10/2018
Riace, comune della Calabria (RC) a pochi chilometri dal mare Ionio è
situata su colline con poca vegetazione spontanea per lo più composta da irti
fichi d'india e canneti lungo i canali. Terra desolata e devastata
periodicamente da violenti nubifragi. Il numero degli abitanti è di poco più di
2000, ma molte sono le case vuote ed abbandonate, come del resto destino comune
a quasi tutti i borghi del sud d'Italia. A vederla dalla strada, piena di curve
e che la unisce alla più nota e importante SS106, nella sua semplicità stupisce
per come sia potuta diventare tanto famosa. Ma la ragione è ormai nota a tutti.
"Quella di Lucano, il suo sindaco, è la storia di un maestro di scuola di
idee progressiste che inizia nel dicembre 1997, quando un barcone carico di 800
rifugiati curdi attraccò nel piccolo porto di questo piccolo paese di
pescatori. Lucano non innalzò steccati. Anzi: vide - dietro quell'arrivo in
massa di disperati - un'opportunità storica per rivitalizzare, anche
economicamente, un villaggio che pareva destinato a svuotarsi dei suoi
abitanti.
Grazie alla sua associazione (Città futura) e ai contatti con
l'amministrazione locale, offrì ai migranti gli appartamenti abbandonati di
Riace, spiegò loro che, se avessero voluto rimanere lì, avrebbero dovuto
seguire un corso di specializzazione e inserimento al lavoro. Per anni il
sindaco – che è nel mirino della criminalità organizzata - si è battuto
affinché il Ministero dell’Interno abolisse strutture come i Cie e i Cara,
rifiutandosi di gestire i flussi migratori con le logiche emergenziali, in
favore dell’ampliamento del Sistema centrale di protezione Sprar cui il
cosiddetto modello Riace ha fatto da apripista.
Diciotto anni più tardi, scrive Fortune, Mimmo O kurdu ha cambiato il volto
di questo piccolo villaggio calabrese, concedendo ospitalità a 6000 richiedenti
asilo, provenienti da 20 diverse Nazioni, e ridando slancio all'economia di
questo borgo assurto agli onori della cronaca per il ritrovamento, nel 1972,
dei Bronzi di Riace (poi trasferiti a Reggio). Già nel 2010 Lucano aveva
ottenuto un prestigioso premio, terzo classificato nel 2010 tra i migliori
sindaci del mondo".
Dopo un viaggio in pullman di più di cinque ore, arriviamo finalmente a
destinazione giusto in tempo per la partenza del corteo.
In prima fila un folto gruppo di ragazzi di colore ballano e cantano a
squarciagola, a seguire ci sono gli abitanti di Riace e poi di seguito tutti i
manifestanti venuti da più parti, anche dalla Toscana. I numeri parlano di
circa cinquemila partecipanti. Ci sono pochissime bandiere di partiti e, tranne
l'ex presidente della camera dei deputati, Laura Boldrini, nominata in
precedenza cittadina onoraria di Riace, per il sostegno e la collaborazione
dati al suo primo cittadino , e alcuni sindaci riconoscibili dalla striscia
tricolore che indossavano, come quello di Cerveteri, Alessio Pascucci, non ci
sono esponenti di partiti politici. Lo slogan più ripetuto è ovviamente quello
di : “Mimmo libero e Riace non si arresta”, “L'umanità non è illegale” e poi
l'ormai universale “Bella ciao” cantata da tutti e per tutta la durata del
corteo. A più riprese, giovani muniti di megafono, pronunciano discorsi
sull'unica via percorribile per un futuro migliore per l'umanità intera:
l'unione e la collaborazione.
C'è negli occhi di tutti una visibile commozione. La sensazione che tutti
esprimono è quella della consapevolezza di partecipare ad un evento di grande
valore simbolico. (Non è un caso che manifestazioni pro sindaco di Riace si
siano fatte anche in altre città come Milano ad esempio). Della consapevolezza
che si è presenti per dire con forza che se dietro l'arresto del Sindaco Mimmo
Lucano c'è l'intenzione di ostacolare, cancellare o trasformare in fenomeno da
megalomane, forse l'unica, vera e concreta proposta di accoglienza di esseri
umani che per necessità fuggivano dal loro paese, questa non passerà; in una
terra, (come d'altra parte tutto il sud), da sempre abbandonata a se stessa,
soffocata dalla mala vita e dal potere dei più forti, e dimenticata perfino
dalla politica e dallo stato.
Una leggera pioggerellina non scoraggia i manifestanti che, dopo il saluto
al sindaco sotto la sua finestra, confluiscono nella piazza principale del
paese,(quelli che riescono ad entrarvi), dove ascoltano i vari interventi a
sostegno dell'operato di Mimmo Lucano e del suo modello di accoglienza che
unisce il rispetto della dignità umana ad un possibile sviluppo economico. Uno
per tutti quello del sindaco di Cerveteri che ha deciso, a seguito dell'arresto
di Mimmo Lucano, di autodenunciarsi per lo stesso reato: “Se serve la
disobbedienza civile di un sindaco per mettere in pratica la solidarietà e
l'accoglienza, ci dichiariamo tutti colpevoli e complici". Dichiara
inoltre: "di avere piena fiducia nei confronti della magistratura, ma al
contempo di ritenere Lucano vittima sacrificale sull'altare del salvinismo che
vuole attaccare un modello di integrazione vincente. Come insegna il modello di
Riace, la vera politica di integrazione si deve basare su diritti e doveri
equivalenti e condivisi, per arrivare nel tempo ad una cultura
dell'integrazione responsabile. Se atti come questi e come quelli del Sindaco
Mimmo Lucano sono reati, se è la solidarietà stessa a diventare un reato,
allora siamo tutti colpevoli e complici"
Girando per il centro del piccolo borgo, ci si sente un po' straniti a
vedere per ogni dove murales, scritte, disegni, piccole sculture che fanno
riferimento a un vissuto multietnico-culturale. L'ideale per comprendere meglio
il sogno che si sta vivendo a Riace, grazie al coraggio e l'impegno del suo
primo cittadino, (a prescindere dall'esito delle indagini della magistratura
sulla legalità del suo operato), sarebbe quello di soggiornarvi per qualche
giorno, e nella quotidianità verificare se quello è solo un sogno o una
possibile realtà.
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