lunedì 6 dicembre 2021

CHI SARA' IL PROSSIMO, TREDICESIMO, CAPO DELLO STATO ?

 

                                                      Articolo   di  Nicola  SAVINO*

 

“Se l’elezione del nuovo Capo dello Stato fosse intesa dai Partiti come l’occasione per tentare di uscire finalmente dalla crisi, diverrebbe molto probabile l’elezione di un Socialista o di una Figura chiaramente convinta della riforma! Dovrebbe infatti segnalare che si vuol ricondurre il potere giudiziario nell’equilibrio indicato da Montesquieu e dunque farlo uscire dal tracciato di “Mani pulite”; che si è decisi ad applicare la seconda parte dell’art. 49 della Carta o, volendolo abolire, a riorganizzare in altra modalità l’esercizio della sovranità popolare.

Nella consultazione del 2018 i Grillini ottennero la maggioranza relativa su di un progetto antiparlamentare e sono riusciti ad avviarlo nonostante le conseguenti difficoltà di funzionamento (i 600 sopravvissuti in una sola Camera?); lo stesso Referendum propositivo è stato soltanto accantonato. Sono in fase di evaporazione i circoli e le sezioni; in declino la partecipazione al voto; sempre più diffuso l’uso della rete, emergenza Covid a parte.

Dunque, “segno del tempo” dovrebbe essere la ridefinizione del Sistema e dunque al centro del prossimo settennato almeno tre punti: i problemi della “rappresentanza”, le eventuali modifiche alla Carta e -di rilevanza inedita ma urgente- la riformulazione degli stessi Regolamenti Parlamen- tari. 

Insomma, o si adotta finalmente il <metodo democratico> nei Partiti quali <libere associazioni> (con i conseguenti controlli), oppure s’ inventano nuove forme di collegamento tra rappresentanti e rappresentati ! Senza sciogliere questo nodo che soffoca il Sistema, difficilmente si uscirà dalla crisi!

Mattarella, nel saluto del 24 novembre ai neo Magistrati, ha sollecitato con forza la riforma della Giustizia; ed è opinione comune che le “persone serie” tendano ormai a rifuggire dall’impegno politico. Sia nei Comuni che nelle Regioni si notano “rappresentanti” né formati e selezionati dai Partiti, né emersi da buoni curricula scolastico-universitari: perciò spesso inadeguati alla complessità (e non più soltanto nel difficile Mezzogiorno)! Conseguenze del fatto che il Segretario nazionale sceglie candidati tra i fedelissimi, in assenza del “metodo democratico” e  che il giustizialismo poggia su alleanze e scambi di poltrone in larga parte della PPAA  (da cui contagi alle altre Istituzioni-chiave, come Scuola e Sanità).

L’elezione del successore di Mattarella dovrebbe dunque significare la determinazione a sciogliere questi nodi, perché, in alternativa, forse la Repubblica non potrebbe più decidere per se stessa!! E dunque, quale la Figura più adatta a significare ed a “indurre” la soddisfazione di questa priorità?

In campo sembrano esserci tendenze partigiane: la Destra che–anche con il contributo dei Delegati regionali- mai come ora-ritiene disporre della forza per rivendicarne l’indicazione (Berlusconi è mosso da una determinazione che non va sottovaluta, essendo possibile l’acquisizione dei 17 mancanti); un Centro-forse alla ricerca di se stesso (con FI?)- che tenta di gestire in nome dell’europeismo”, d’intesa con la “fetta lasciata nel Pd”(ma contro i Grillini); l’alleanza (sperimentale?) di questi ultimi con la Sinistra, che, oltre l’eventuale neo-Centro, paradossalmente s’intendesse con la Lega sulla scia del Conte Uno.

C’è un clima in cui ciascuno tende a posizionarsi in maniera che la scelta riesca utile alla quantità di voti che spera di acquisire; e tiene d’occhio le truppe in campo almeno “per non averne danno”: magari di nuovo ricorrendo alla Figura salvifica “più vicina o meno pericolosa”. E però, Draghi al Quirinale potrebbe implicare le dimissioni del Governo e nuove trattative sul ciglio delle elezioni anticipate, ipotesi che innesca il deterrente principe. Insomma, una serie di scenari non solo improbabili ma soprattutto estranei a quella  intenzione di riforma!

Nel caso invece la si volesse, potrebbe calzare la scelta dal Psi: sia perché Esso è privo di truppe in Parlamento (e quindi di mezzi per giocare in proprio) e sia perché dotata di tre coerenze: verso l’obiettivo, verso il Paese che va salvato e per la capacità d’interpretare il Ruolo. Una tradizione politica molto viva in Europa, la più credibile per significare la volontà di riparare-reinventare la forma Partito (che nacque nel suo ambito e da Essa, a coronamento della Resistenza, fu posta alle radici della Repubblica!) Tutti connotati cui non dovrebbero risultare indifferenti le stesse 5Stelle, la cui candidatura al Gruppo Socialista UE potrebbe incentivare al superamento del giustizialismo. Anche per la dignità e credibilità delle sue risorse rispetto alle sedi internazionali, la soluzione Psi potrebbe dunque risultare la meno improbabile; ma anche di una Figura indipendente, chiaramente impegnata sulla tematica, di prestigio sia tecnico che istituzionale! Ns”

                                                                                               *Già Parlamentare e  Sottosegretario   

 

Nessun commento:

Posta un commento