giovedì 23 dicembre 2021

LA VICENDA DI MARCELLO PITTELLA

EX  PRESIDENTE  DELLA  REGIONE  BASILICATA        


                          Articolo  di  Nicola  SAVINO*

 

"Indipendentemente dalle considerazioni di carattere personale, che sono state ben formulate da più parti ed alle quali mi associo, forse è opportuno osservare che, pur avendo tutte sottolineato come la vicenda abbia inciso sul destino della Regione, non ci si è però posto il problema del risarcimento per il danno subito: sia nella Istituzione che dalla Società lucane!

Segno che siamo assoggettati all’idea che quel ch’è accaduto sia normale e possa tranquillamente ripetersi, che nel nostro destino sia immodificabile la figura di un Istruttore con il potere di:

1)arrestare un indagato anche se svolge un delicato ruolo pubblico ( che ne è ovviamente danneggiato); 

2)autorizzare la Polizia giudiziaria -persino! -a spiare le comunicazioni telefoniche; 

3) riversare, su di un cittadino cui la Costituzione riconosce la  cosiddetta presunzione d’innocenza, aggettivazioni tanto turpi che già sarebbero intollerabili nel caso di una condanna definitiva!

E dunque, a parte la più calda solidarietà umana verso la vittima, credo sia da considerare il cittadino Marcello nel suo rapporto con la funzione ch’è stato costretto a lasciare: cioè nella sua dimensione politica, del cittadino che, obbligato ad esercitare diritti e doveri al servizio della Comunità, ne viene impedito da un altro “servitore” dello Stato. Il quale, però, è un Istruttore collocato nella dimensione dell’intoccabile, di quel “potere illimitato” che il filosofo Hobbes attribuiva al Leviathan in quanto Stato assoluto.

Si concilia tutto questo con il sistema democratico nel quale la Carta ci ha posto? In altre parole, non è forse questo il momento di affrontare nella nostra Comunità, ai vari livelli (ivi compresa la stessa Regione), il problema del rapporto tra la Società civile e il Potere giudiziario: avendo la Carta inglobato i principi del Liberalismo, la distinzione di Montesquieu tra i Poteri giudiziario- legislativo ed esecutivo? Un Istruttore può disarcionare un Presidente di Regione, ma giammai una di Queste può pensare di denunciarlo per i danni fatti e per cui è stato sbugiardato in un processo? Ad essere più espliciti, quali Formazioni politiche continuano ad opporsi alla separazione di questa figura dall’ Ordine giudicante ed a conservarne la potestà illimitata sulla vita dei cittadini e delle Istituzioni?

E’ un fatto che si sta ostacolando in Parlamento sia la separazione delle carriere e sia la chiara determinazione legislativa delle modalità atte a rispettare anche nelle dichiarazioni pubbliche la <non colpevolezza ..sino alla condanna definitiva>, di cui all’art. 27 della Carta. Un principio che, se adeguatamente rispettato, non avrebbe consentito all’Istruttore di Matera di definire un Presidente di Regione nei termini che poi hanno consentito ai giornali di sbatterlo in prima pagina e di innescare-scatenare in Basilicata una reazione politicamente avversa. Tant’è che ora, se il Governo Bardi non riuscisse almeno decentemente nel Pnrr, in nessun modo ed in alcuna misura potrebbe esserne considerato responsabile chi ne avesse avvantaggiato il successo! E’ un mistero che gli elettori sono orientati da Giornali e Tv e che questi, a loro volta, sono indirizzati dagli “attributi” e dalle dichiarazioni (spesso addirittura violente e sottobanco) diffuse dall’Istruttore, novello Leviathan, cioè “sciolto” da qualsiasi responsabilità? Possibile che stiamo applicando in questo modo la Costituzione?

Credo non si dovrebbe tacere- di quel che si è subito in Basilicata e del modo in cui questi temi (non) sono affrontati nel Parlamento nazionale- in alcuna assemblea di Eletti o circolo culturale o bar o piazza! Anzitutto nel Consiglio regionale che non solo ne ha più direttamente subito le conseguenze ma che dovrebbe esprimere al massimo livello la sensibilità della Comunità lucana. Se consapevole di questo suo duplice ruolo, non si dovrebbe limitare agli attestati di solidarietà ed a ridurre tutta la vicenda ad un fatto personale, ma dibattere sulle inadempienze centrali e persistenti che impediscono il normale dispiegarsi della nostra vicenda politica.

E’ ora di premere sul Parlamento perché finalmente siano eliminate queste scorie autoritarie che ancora mortificano la nostra democrazia e che la Politica , con il più largo contributo dei suoi cittadini, sia riportata nelle sedi costituzionalmente ad essa deputate, acquisendo finalmente la propria dignità!!ns

                                                                                   *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato 

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