A MARATEA presso la Chiesa della Madonna del Rosario
Di seguito Nota a cura del Dott. Valerio Mignone, Presidente UPEL di Maratea Trecchina :
SIGILLUM HONORIS CAUSA
Anche
quest’anno, il 26 agosto u.s., nella cinquecentesca Chiesa della Madonna del
Rosario, in Piazza Europa, a Maratea, la Università Popolare dell’Età Libera
(UPEL) di Maratea Trecchina ha conferito il Sigillum
honoris causa a cinque personalità, in riconoscimento dei loro meriti
professionali.
In
apertura di seduta, le consocie Linda e Franca Schettino, e Lina Esposito hanno
intonato l’inno “Madonnina Stella del
mare”. Poi, il Sindaco di Trecchina, avv. Fabio Marcante, ha rivolto il
saluto istituzionale al Pubblico, e alle Autorità militari, rappresentate dal
Comandante della Capitaneria di Porto, dr. Michele Lenti.
Successivamente,
damigelle e paggetti d’onore, in corteo, hanno portato su un cuscino le cinque
pergamene al presidente Valerio Mignone, che, a sua volta, le ha consegnato ai
destinatari Oreste Buonomo, Biagio Calderano, Enrico De Filippo, Paolo
Schettino, Francesco Sisinni.

Oreste
Buonomo, nativo di Trecchina, chirurgo e docente presso la Facoltà di Medicina
dell’Università Tor Vergata di Roma, ha illustrato la evoluzione della
Chirurgia del seno. Si procede ad una chirurgia conservativa, sulla scia del
compianto chirurgo Umberto Veronesi, dell’Istituto dei Tumori di Milano, che,
per primo, introdusse la “Quadrantectomia”, ovvero la escissione di uno, o più,
dei quattro quadranti della mammella, seguita da moderna terapia farmacologica
con antitumorali, e da radioterapia. Ogni ascoltatore ha potuto apprendere che
la successiva ricostruzione plastica del seno avviene nel rispetto dei canoni
estetici della femminilità. Confortante è il dato della incidenza del tumore
del seno in Basilicata, pari a quello dell’Italia del Nord, e inferiore a
quello che si rileva nel restante Sud Italia.

Lo
stesso principio “conservativo” viene seguito nel restauro di tele e affreschi,
ricoperti nel corso dei secoli, per motivi vari, da intonaci, vernici, e
stucchi, come ha chiaramente spiegato l’imprenditore Enrico De Filippo.
L’omonima impresa edile, ereditata dal padre Rocco, si è specializzata nel
restauro. In lavori nei dintorni di Roma ha scoperto l’innesto dell’antica
strada Puteolana. Ma l’attività si è svolta soprattutto nel restauro di chiese
in Basilicata. I suoi operai, nel rimuovere intonaci su pareti e soffitti, pur
usando il martello, sono addestrati a intravedere affreschi sottostanti, e
convocano esperti per passare al “bisturi”, o al cesello. Enrico ha dialogato
con Dinu Adamesteanu, l’archeologo rumeno scopritore di tesori antichi in tutta
Europa, e nella nostra Magna Grecia. Nel ricordare la ristrutturazione del
salone di Villa Nitti ad Acquafredda, De Filippo esprime orgoglio quando
precisa che furono superati ostacoli strutturali utilizzando lunghe travi al
soffitto, per collocarvi pannelli particolari e migliorare l’acustica.

Anche
Paolo Schettino, laureato in Belle Arti, ha illustrato, con chiare diapositive,
l’impegno inderogabile, nel restauro, a utilizzare materiali e colori
compatibili con l’opera d’Arte, per rispettarne l’originalità. Si emoziona
quando afferma che si instaura una sorta di “empatia” con l’artista, ancorché
antico, e che bisogna rispettarne il messaggio. Nel restaurare la Chiesa del
Rosario, Schettino ha progettato, e costruito dispositivi che non
danneggiassero cornicioni, e tele durante le necessarie rimozioni per il
restauro. La loro valida funzionalità è documentata dalla violazione del suo
diritto d’autore da parte di operatori che, a sua insaputa, brevettarono per sé
questi dispositivi. Purtroppo, anche nel mondo dell’Arte s’infiltra la malavita!
Nella stessa Chiesa del Rosario, infatti, fu rubato il paliotto dell’altare
maggiore.

Quanto
a Biagio Calderano, i suoi strumenti sono la macchina fotografica e la
cinepresa. E’ stato il primo Fotocineoperatore di Maratea dei tempi nostri.
Caratteristico è il suo incedere felpato nelle sedi di incontri pubblici per
ritrarre il viso, e con esso, gli stati d’animo di relatori e spettatori. Non
di rado, vaga in solitudine lungo spiagge del mare di Maratea, o tra gli alberi
della Macchia mediterranea, per fotografare cielo, mare, monti, e archiviare
nei “Cassetti” del suo blog, le sensazioni, e la poesia che genera la bella
Maratea.

Francesco
Sisinni, Direttore Generale Emerito del Ministero dei Beni Artistici, Storici e
la Difesa del Suolo, non ha usato pennelli e colori; ha usato la penna, e la
sua cultura umanistica, per tutelare i Musei, e il patrimonio artistico
italiano. Ha battezzato Maratea come Città
delle 44 chiese, con ciò indicando il Cristianesimo come religione
generatrice anche di opere d’arte, dalle chiese alle statue, agli affreschi,
alle tele. Franco Sisinni, in sintonia con Sovrintendenti regionali di Archivi,
è stato ispiratore, e suggeritore discreto di provvedimenti legislativi varati
dai Ministri Luigi Gui, Aldo Moro, Giovanni Spadolini. La sua attività è stata
fondamentale nella ricostruzione dopo il terremoto del 1980 in Irpinia.
In
conclusione, si ringraziano i cronisti del Web Mario Lamboglia, “Francolino”
Rizzo, Vittorio Zaccaro, e lo stesso Biagio Calderano, che hanno raccolto
immagini da tramandare ai posteri, per documentare la quotidianità dei giorni
nostri.
Una
particolare menzione meritano Annamaria Ippolito e Rosanna Papaleo, vere
animatrici dell’UPEL di Maratea Trecchina.
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