giovedì 1 settembre 2022

CONFERIMENTO "SIGILLUM HONORIS CAUSA"

A   MARATEA   presso  la  Chiesa  della  Madonna  del  Rosario

 

Di  seguito  Nota  a  cura  del  Dott.  Valerio  Mignone,  Presidente  UPEL  di  Maratea Trecchina :                                    

 

                                             SIGILLUM   HONORIS   CAUSA

 

Anche quest’anno, il 26 agosto u.s., nella cinquecentesca Chiesa della Madonna del Rosario, in Piazza Europa, a Maratea, la Università Popolare dell’Età Libera (UPEL) di Maratea Trecchina ha conferito il Sigillum honoris causa a cinque personalità, in riconoscimento dei loro meriti professionali.

In apertura di seduta, le consocie Linda e Franca Schettino, e Lina Esposito hanno intonato l’inno “Madonnina Stella del mare”. Poi, il Sindaco di Trecchina, avv. Fabio Marcante, ha rivolto il saluto istituzionale al Pubblico, e alle Autorità militari, rappresentate dal Comandante della Capitaneria di Porto, dr. Michele Lenti.

Successivamente, damigelle e paggetti d’onore, in corteo, hanno portato su un cuscino le cinque pergamene al presidente Valerio Mignone, che, a sua volta, le ha consegnato ai destinatari Oreste Buonomo, Biagio Calderano, Enrico De Filippo, Paolo Schettino, Francesco Sisinni.


 

 

Oreste Buonomo, nativo di Trecchina, chirurgo e docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università Tor Vergata di Roma, ha illustrato la evoluzione della Chirurgia del seno. Si procede ad una chirurgia conservativa, sulla scia del compianto chirurgo Umberto Veronesi, dell’Istituto dei Tumori di Milano, che, per primo, introdusse la “Quadrantectomia”, ovvero la escissione di uno, o più, dei quattro quadranti della mammella, seguita da moderna terapia farmacologica con antitumorali, e da radioterapia. Ogni ascoltatore ha potuto apprendere che la successiva ricostruzione plastica del seno avviene nel rispetto dei canoni estetici della femminilità. Confortante è il dato della incidenza del tumore del seno in Basilicata, pari a quello dell’Italia del Nord, e inferiore a quello che si rileva nel restante Sud Italia. 

Lo stesso principio “conservativo” viene seguito nel restauro di tele e affreschi, ricoperti nel corso dei secoli, per motivi vari, da intonaci, vernici, e stucchi, come ha chiaramente spiegato l’imprenditore Enrico De Filippo. L’omonima impresa edile, ereditata dal padre Rocco, si è specializzata nel restauro. In lavori nei dintorni di Roma ha scoperto l’innesto dell’antica strada Puteolana. Ma l’attività si è svolta soprattutto nel restauro di chiese in Basilicata. I suoi operai, nel rimuovere intonaci su pareti e soffitti, pur usando il martello, sono addestrati a intravedere affreschi sottostanti, e convocano esperti per passare al “bisturi”, o al cesello. Enrico ha dialogato con Dinu Adamesteanu, l’archeologo rumeno scopritore di tesori antichi in tutta Europa, e nella nostra Magna Grecia. Nel ricordare la ristrutturazione del salone di Villa Nitti ad Acquafredda, De Filippo esprime orgoglio quando precisa che furono superati ostacoli strutturali utilizzando lunghe travi al soffitto, per collocarvi pannelli particolari e migliorare l’acustica.  

Anche Paolo Schettino, laureato in Belle Arti, ha illustrato, con chiare diapositive, l’impegno inderogabile, nel restauro, a utilizzare materiali e colori compatibili con l’opera d’Arte, per rispettarne l’originalità. Si emoziona quando afferma che si instaura una sorta di “empatia” con l’artista, ancorché antico, e che bisogna rispettarne il messaggio. Nel restaurare la Chiesa del Rosario, Schettino ha progettato, e costruito dispositivi che non danneggiassero cornicioni, e tele durante le necessarie rimozioni per il restauro. La loro valida funzionalità è documentata dalla violazione del suo diritto d’autore da parte di operatori che, a sua insaputa, brevettarono per sé questi dispositivi. Purtroppo, anche nel mondo dell’Arte s’infiltra la malavita! Nella stessa Chiesa del Rosario, infatti, fu rubato il paliotto dell’altare maggiore. 

Quanto a Biagio Calderano, i suoi strumenti sono la macchina fotografica e la cinepresa. E’ stato il primo Fotocineoperatore di Maratea dei tempi nostri. Caratteristico è il suo incedere felpato nelle sedi di incontri pubblici per ritrarre il viso, e con esso, gli stati d’animo di relatori e spettatori. Non di rado, vaga in solitudine lungo spiagge del mare di Maratea, o tra gli alberi della Macchia mediterranea, per fotografare cielo, mare, monti, e archiviare nei “Cassetti” del suo blog, le sensazioni, e la poesia che genera la bella Maratea.  

Francesco Sisinni, Direttore Generale Emerito del Ministero dei Beni Artistici, Storici e la Difesa del Suolo, non ha usato pennelli e colori; ha usato la penna, e la sua cultura umanistica, per tutelare i Musei, e il patrimonio artistico italiano. Ha battezzato Maratea come Città delle 44 chiese, con ciò indicando il Cristianesimo come religione generatrice anche di opere d’arte, dalle chiese alle statue, agli affreschi, alle tele. Franco Sisinni, in sintonia con Sovrintendenti regionali di Archivi, è stato ispiratore, e suggeritore discreto di provvedimenti legislativi varati dai Ministri Luigi Gui, Aldo Moro, Giovanni Spadolini. La sua attività è stata fondamentale nella ricostruzione dopo il terremoto del 1980 in Irpinia.   

In conclusione, si ringraziano i cronisti del Web Mario Lamboglia, “Francolino” Rizzo, Vittorio Zaccaro, e lo stesso Biagio Calderano, che hanno raccolto immagini da tramandare ai posteri, per documentare la quotidianità dei giorni nostri.

Una particolare menzione meritano Annamaria Ippolito e Rosanna Papaleo, vere animatrici dell’UPEL di Maratea Trecchina. 


 

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