giovedì 29 settembre 2022

UN INVITO DA CONDIVIDERE

-  Da  www.talentilucani.it  -


“RITORNATE  A  SCUOLA”

ANNA MARIA SCARNATO

Dopo la famiglia, la Scuola è il primo nucleo sociale che il bambino incontra e dove viene educato per prima alla promozione della identità personale attraverso la fiducia in se stesso e la capacità di muoversi e di agire autonomamente nell’ambiente scolastico, per aprirsi, poi, alla socialità, alla condivisione di spazi e strumenti, ad accettare l’altro, a tollerare il pensiero diverso senza far male, alla consapevolezza che la propria libertà vive e resiste nella relazione con altre libertà e sempre non perdendo di vista le regole entro cui esercitarla. Sono i necessari valori civico-morali a sostegno di una corretta convivenza nella società e del progresso all’insegna del contributo di tutti. 

La Scuola è valorizzazione dell’ ”essere” come unicità e dell’essere diversità che è “nell’ altro”. E lo fa con spirito di abnegazione e convinzione tra tante difficoltà che, oggi più che mai, in sinergia con la famiglia, le istituzioni, la Chiesa e le tante associazioni sorte allo scopo, è necessario agire in uno stato di emergenza contro forme disgregative dei valori su cui i percorsi educativo-didattici si fondano.

E allora cosa succede quando si esce dalla Scuola e si mettono in pratica nelle professioni e nelle passioni ciò che la Scuola ha cercato di far vivere testimoniando essa stessa modelli di coerenza con le caratteristiche che dovrebbero connotare la formazione e l’educazione ricevuta? Si assiste spesso al fallimento o al successo dell’uomo. Quel successo che non attiene solo alla realizzazione sociale della persona quanto al dovere di essere fedele alle forme di convivenza ricevute, alla capacità di essere volitivi e ambiziosi nel modo giusto ed anche di accettare le sconfitte che la vita nei suoi contesti aggregativi può comportare. E l’egocentrismo che la Scuola combatte ogni giorno, il personalismo e il disprezzo per gli altri, il bullismo di moda, riprendono vigore in tanti campi come è sotto gli occhi di tutti.

 

Nel campo delle Istituzioni e in una certa Politica molti personaggi fanno Scuola di altri valori anzi di disvalori. Oggi il rispetto della turnazione, dell’attesa paziente che un compagno davanti nella fila compia il suo giro sulla giostrina o sullo scivolo di una Scuola dell’infanzia, l’avvicendamento nella fruizione di una palestra, nell’ambiente igienico-sanitario, nelle scene teatrali scolastiche dove ognuno deve interpretare una parte rispettando il tempo di battuta, il sostegno al compagno di classe sacrificando il tempo della “merenda”, la tolleranza e il confronto civile con chi sorpassa nella fila, sembrano svaniti come principi e attuazione degli stessi in molti comportamenti umani tenuti da tanti politici. Le ritirate infruttuose dai partiti di appartenenza, gli abbandoni di percorsi condivisi e regolati, gli sgambetti sono stati all’ordine del giorno nel periodo preelettorale testimoniando il ritorno alla legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente).

 
Tolleranza zero, sacrificio zero, confronto chiarificatore zero. Voce grossa, offese in risposta alle umiliazioni subite, voglia tanta di far pagare cara un’esclusione da candidatura o una scissione partitica. A Scuola, però, si è avuta l’opportunità di constatare, spesso, che chi pensa di essere il più bravo resta umiliato talvolta dai risultati d’esame o dalla difficoltà successiva a collocarsi nel mondo del lavoro. E foss’anche il più titolato per provenienza familiare e successo elettorale già riscosso, può provare l’amarezza di una sconfitta ed anche imparare che se si viene colti da un “temporale inatteso”, a maggior ragione si dovrebbe rimanere “in casa propria”, luogo di gioie e dispiaceri, di bei momenti ed altri meno. In politica, quella che ha per fine la propaganda di se stesso, l’orgoglio, l’ambizione, il voler mostrare la propria forza elettorale, non è raro che produca una vera “doccia fredda”.  Sovviene un verso dell’Orlando Furioso (Ariosto):” Così di par saranno ambi puniti”( Così alla pari entrambi ne escono puniti). 

Ed oggi se è vero che i vertici nazionali del PD hanno fatto una scelta dei candidati non molto condivisa tanto da creare malcontento e fuoriuscite e un consenso che poteva essere migliore, è anche vero che in Basilicata Pittella, che ha fatto di tutto per vincere e andare in Parlamento sopravvalutando i “cavalieri” evidentemente senza cavallo che lo avrebbero supportato, ha soprattutto mirato a mortificare il partito abbandonato. Risultato uno a zero. Ed oggi “Azione” guidato da Calenda con l’ammaraggio non riuscito di Pittella e Impegno Civico con il “disimpegno” parlamentare di Di Maio fanno Scuola insegnando che la libertà è anche assumersi la responsabilità delle azioni. Se proprio non si riesce, occorre riniziare il ciclo scolastico daccapo. Da ripetere o da completare.

 

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