venerdì 30 settembre 2022

DOPO I RISULTATI DELLE ELEZIONI POLITICHE

   

INTERROGATIVI  SUL  CENTROSINISTRA  E  SUL  PARTITO  DEMOCRATICO 

                          Nicola  SAVINO*

 

Oltre che all’incapacità dei leader di aggregare posizioni fra di loro meno distanti di quelle esistenti tra FdI, Lega e FI, Il crollo del 25 settembre può essere attribuito soltanto all’inconsistenza strategica del PD o anche agli analoghi equivoci degli altri protagonisti del Centro-Sinistra?

Iv ed Azione si sono proposti come “un Centro che guarda a Sinistra”, slogan a suo tempo della Dc, oppure, come Polese-su la Nuova del 29/9, senza “preclusioni con gli amici (?) di centrosinistra e centrodestra”, con un’identità opportunistica??

E quanto al M5S (che si è aggrappato al populismo protestatario, dilagando nell’area della <Sinistra-Sinistra>, la quale, a sua volta, attende da sempre le spoglie PD!), vorrà continuare su questa strada o convertire i voti “conservati” in una proposta di governo del Paese?

La risposta a queste domande dipende non poco dalle soluzioni che il Pd saprà darsi, anche nella consapevolezza che i “compagni di versante” aspirano di fatto alle sue spoglie!

Sia Cacciari che Cuperlo, su il Dubbio del 28 e 29/9, hanno sottolineato la necessità di una radicale rifondazione; il Secondo ricordando che il Pd non vince un’elezione nazionale dal 2006 “ma è stato al governo 10 anni”. Voleva forse definirlo “governista” e basta? 

 

Ora si andrà al Congresso! Ma con quale “procedura”….. e per scegliere tra liberalsocialismo e socialdemocrazia di tipo europeo o per restare ancora “sbandato”?

Bosco e Ramella, su il Mulino del 29/9, definiscono l’alternativa <tra un marcato declino economico accompagnato da ..altrettanto forte crescita delle disuguaglianze ed una “via alta” allo sviluppo, in grado di parlare non solo ai ceti produttivi , ma anche ai lavoratori e a chi è rimasto marginalizzato>.  

Primo è il problema delle regole per il Congresso, e dunque di liberare da equivoci il Regolamento vigente! Si sceglieranno- programmi-identità ed infine i vari Organi direttivi e lo stesso Segretario nazionale tra loro collegati; oppure s’insisterà sulla <elezione diretta del Segretario ..da parte di una platea indistinta e mutevole di generici elettori ..una delle cause della legittimazione plebiscitaria della leadership..> (Florida sul Mulino del 29/9 )?

Si devono filtrare o no le domande d’iscrizione, come avveniva quando i Partiti rispettavano gli Statuti? Si riserveranno ad una platea selezionata, deliberante “con metodo democratico”, come prescrive l’art. 49 CC, i programmi e le candidature da sottoporre DOPO al suffragio elettorale?

Con due i momenti di decisione “a suffragio universale: all’inizio, per la definizione dell’identità- programma con dibattiti aperti a tutti (Prodi) ed al termine con il suffragio universale, il Partito essendo un <collegamento>, secondo la prescrizione costituzionale!

In ballo la concezione stessa della democrazia, che non può degenerare nell’irresponsabilità del populismo con il principio dell’<uno vale uno>, persino accantonato dai suoi autori: ma persistente in procedure che sarebbe semplicemente insensato conservare alla base di un’ associazione responsabilmente al servizio della Cosa pubblica!

Il “popolo delle primarie” non è forse indotto dallo slogan originario del M5S? Fino a che punto il Pd ne vuol subire l’influenza dopo aver persino votato il taglio dei parlamentari etc etc….,  (mentre- per ampliare e sorreggere la partecipazione-dovrebbe invece imitarne l’adozione dei collegamenti informatici).

A voler considerare che la “coalizione impossibile” del Centro Sinistra ha raccolto 13,8 e 13,5 milioni di voti, rispettivamente per Camera e Senato, a fronte di 12,3 e 12,1 del Centro Destra (Demos); e che il fallimento dell’alleanza ha implicato lo scontro fra i suoi componenti (i minori essendosi accaniti con maggiore furia contro il maggiore e più antico di essi!), si può intuire come- in assenza di un adeguato recupero del Pd- si potrebbe delineare uno scenario (anche di filing con chi è al governo, forse cominciando dalle Regioni)) che amplierebbe i fossati e dissolverebbe per lungo tempo la sana alternanza (con danno sul futuro della Ue e degli equilibri complessivi nelle sue relazioni internazionali!)

Tutto questo dipenderà dalle decisioni che competono al Pd entro poche settimane: al punto che c’è chi ipotizza (ibidem) una rifondazione preceduta dallo scioglimento. Anche in questo caso, a non voler continuamente cadere nel populismo dilagante nel M5S (con il quale è tuttavia obbligatorio fare i conti!), sarebbe comunque necessario che tutto il processo- ad evitare le “infiltrazioni di corpi impropri” che hanno spesso negativizzato la pur breve vicenda del Pd- sia guidato fin dall’inizio- da Comitati anche territoriali di “probi viri”, magari scelti tra gli eletti con adeguato profilo culturale. Essendo fondamentale per le sorti della Repubblica che i Partiti garantiscano una Rappresentanza adeguata alla cura dell’interesse pubblico.

E dunque si facciano finalmente carico di <filtrare> nuovi iscritti per un partito socialdemocratico italiano ed europeista ( PSIE). ns        

                                                       *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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