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Foce fiume Noce
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Fiume Noce a secco e Tempeste
allagamenti frane! Tutelare salubrità ambientale!
Valerio
Mignone 31 ottobre 2022
Nel
percorrere il vecchio, secolare ponte di Castrocucco, a Sud di Maratea, alla
foce del fiume Noce, ne balza allo sguardo la siccità, che richiama alla mente
le notizie diffuse dalla stampa sul riscaldamento del globo terrestre. Anche l’invaso di Monte Cotugno,
presso Senise, soffre della pochezza d’acqua del fiume Sinni - che, come il
Noce, sorge sul Sirino - a conferma di affinità di fenomeni naturali in aree
contigue. E tuttavia, a Nord di Maratea, ad Acquafredda, la natura fa qualche
salto! Qui permane uno sgorgo di acqua non salina, che nasce o al fondo del
mare, o dalla prospiciente montagna.
Un
segno indiretto della siccità è stato il recente evento torrenziale, con frane,
smottamenti, allagamenti di case a Castrocucco, e interruzioni della viabilità
lungo la citata strada statale n. 18.
A
livello locale, le scarse nevicate degli ultimi anni sul monte Sirino sono
state premonitrici della siccità, oggi lamentata, dovuta all’aumento della
temperatura della Terra di ben 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Il
nuovo stile di vita dell’uomo contribuisce al riscaldamento terrestre, ed all’allungamento
del caldo estivo, cause, a loro volta, della siccità dei fiumi e delle tempeste.
Tra
l’altro, questo caldo anomalo ha anticipato di 15 giorni la maturazione di
fragole nel Metapontino, sullo Jonio, ed ha facilitato la diffusione di insetti
su piante da frutta e ulivi, provocandone una minore produzione, tra il 40 e il
60 per cento.
Basta
una tempesta di pioggia e vento per provocare danni rilevanti, essendo tutta la
penisola italiana ad alto rischio idrogeologico, tanto da richiamare la ben
nota affermazione di Giustino Fortunato: “Sfasciume
idrogeologico pendulo tra due mari”! Nel Centro-nord d’Italia, a novembre
1951, ci fu l’allagamento calamitoso del Polesine, ripetutosi, ancora, a giugno
1957, nel Delta Padano, con morti, feriti, distruzione di case, ponti, strade.