Nicola SAVINO*
Rispetto al problema cardine della sopravvivenza, la nostra Comunità mostra - già a Potenza-due “facce”, per fortuna antitetiche!
La prima rappresentata dal Serpentone, “affittuari in ritardo con il pagamento e proprietari pentiti di aver riscattato… in degrado e scarsamente illuminate le parti comuni, ascensore fermo per conclamata morosità” (La Nuova del 22/9). Una Comunità non amministrata né da sé (che sarebbe la cosa naturale) né dall’Ater (Istituto autonomo case popolari) <che studia, progetta, realizza e gestisce edilizia residenziale>. Che dovrebbe far questo, ma che-privo delle indispensabili collaborazioni anzitutto dalla Regione e dai Comuni, nonché, di normative adeguate, con o senza colpa- sciupa soldi e nemmeno pensa alla crescita civile delle Comunità nei “suoi” alloggi. Un esempio del degrado cui è costretto un Ente pubblico, che ormai si “palleggia” graduatorie mai definitive; e che di rado utilizza l’immaginazione per il recupero dei Centri storici e dunque a sostegno della qualità della vita e del salvataggio demografico…Eppur si tratta di un Ente che potrebbe ben incidere sul territorio, d’intesa con Comuni e Regione! Se i Nordici, per il solito gusto di scaricarsi di responsabilità storiche, lo indicassero ad esempio della nostra incapacità, con quali argomenti ci difenderemmo? Il Serpentone è dunque la “faccia” di una Società diffusa non solo a Sud, e che aiuta a capire lo spopolamento e la decadenza; contro cui non serve l’eroismo dei Borghi con le sagre estive, perché <finita la festa”, i parcheggi e le vie ritornano vuoti!
Resta però l’altra “faccia” per sperare, quella che potrebbe salvarci se volessimo aprire gli occhi e far sul serio! Non però una ricetta semplice: già in diversi Comuni si lavora per integrare i <minori non accompagnati>, uno sforzo che dovrebbe esser subito correlato a solidi programmi di formazione professionale.. per evitare d’importare ..disoccupazione. E’ la “faccia” del brindisi per il permesso di soggiorno a Sabir Gaulam, 23 anni, accolto da una Cooperativa locale -Human Flowers, “una bella storia d’integrazione”, La Nuova (ivi) <Adesso che il suo sogno sta diventando realtà, immagina di svolgere lavoro in proprio e di riunificare la famiglia”: si tratterebbe di moltiplicare sistematicamente quest’’esempio. La domanda di mano d’opera qualificata (qui il nodo) è di ogni giorno dagli imprenditori. A pag 42 del Corsera 22/9 < molte aziende con fatturati importanti ..hanno inserito personale del flusso migratorio ma non possono addestrarlo con la velocità che richiede il mercato (e perciò) chiudono!…. La manodopera qualificata non si trova pur pagando a peso d’oro”. Perché dunque non fornirla da chi ha competenza istituzionale (la Regione) e specifico finanziamento del Fondo Sociale europeo? Occorrono progetti per strutture formative che, per altro, occupino giovani lucani sia sul nostro territorio sia- man mano- anche nei luoghi di origine.
La Basilicata gode di una grande tradizione artigianale, dall’orologeria alla gioielleria, dal rame al ferro, dal legno alla pietra, dalla lana ai tessuti all’edilizia: si chieda ai Funzionari regionali competenti! Una grande operazione che sia peraltro in grado di offrire alloggi restaurati nei Borghi (in luogo dei crolli): con il risveglio di tutti, Istituzioni e Società, e magari con gli Ater in..fila. Ci sono una cinquantina di Borghi con gruppi di 12 minori immigrati che occupano ognuno 6/7 giovani per l’inserimento nelle scuole, contribuendo a non farle chiudere. Lì s’incontrano sempre più spesso donne con il velo e figli alla “lucana”; famiglie che abitano case diversamente in abbandono. La Gente fa volentieri amicizia come accade con i Sabir di Potenza e con le loro famiglie in via d’integrazione.
L’evoluzione della mentalità è lenta, ma prosegue: e molto già gioverebbe non istigare la paura verso il diverso: anche coloro che ora soffiano sul fuoco infine ne trarrebbero beneficio! Un problema complicatissimo che però stiamo affrontando in maniera anche peggiore che con le quarantene a suo tempo imposte agli europei che sbarcavano sotto la Statua della libertà, a New York. Forse la propaganda distruttiva é localizzata più al Nord, tra coloro che temono concorrenza sul lavoro o per l’alloggio; mentre a Sud ed in Basilicata “abbiamo bisogno di più teste” per occuparci anche noi: sia da barbieri che da bottegai, con scuole che non chiudano e figli più vicini .
Quali altre strade per contrastare lo spopolamento e con essa la decadenza? E’ il segno dell’epoca e richiedono dimensioni che, individuate le vie, mobilitino tutti in un’azione generale… con politiche serie ed efficaci. Qui, da noi, in piccolo, abbiamo la via della formazione artigianale, anche di pregio e prima che si estingua; ai Continenti che hanno sfruttato l’Africa con la colonizzazione spetta nel contempo risarcirla con investimenti per lo sviluppo. Altre strade? Si mettano in campo, ma razionali e non mortificanti per nessuno!
Nelle elezioni regionali ormai vicine non si può non discutere sul come salvarci puntando sulla seconda “faccia”: sul come fare, invece di continuare a litigare intorno al “chi” dovrebbe “comandare” !!! ! ns
Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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