Se il problema maggiore della Basilicata è costituito dallo spopolamento, perché non prestare attenzione alle proposte che vengono avanzate da più parti sulla stampa locale?
Il Garante per l’Infanzia, il prof Enzo Giuliano-sulla Gazzetta del Mezzogiorno dei primi di giugno- propone l’investimento di circa 35 milioni dal gas ai minori, partendo dai nidi.
Sullo stesso numero, delle tradizioni dialettali materane acutamente tratta Maria Teresa Cascino, animatrice culturale ben nota ed apprezzata. Sul sito basilicata24.it, Simonetti riprende la pagina che il Sole 24 ore ha dedicata alla crisi argentina (La catastrofe sociale dell’Argentina con l’inflazione al 108%)”e, collegandola ai nostri problemi (anch’essi gravi, dal calo e degl’iscritti all’ Unibas e delle nascite), propone borse di studio per i discendenti di emigrati italiani (1000 in una prima fase-2000 a regime, cui aggiungerne altre da interventi ottenibili dall’Ue ). Data la sua esperienza sindacale e politica, sensibilizza anche i Comuni a proporsi per l’utilizzazione delle case vuote.
Si tratterebbe di proposte da approfondire con il dibattito nelle sedi istituzionali. Se i dati dicono che la Basilicata sta morendo, non è il caso di costituire persino un “comitato di salvezza regionale”, come lui propone? Si potrebbe anche attingere ad iniziative del passato.
Non dimentichiamo che a soli 10 anni dalla istituzione, quando le strutture organizzative erano in fase nascente e si doveva ancora imparare sia a far le leggi che a rodare le relazioni con gli apparati ministeriali, la Regione fu sconvolta dal terremoto (dell’80 e nel ’90, in altre zone).
Allora si reagì non soltanto per riparare, ma anche pensando al futuro: anzitutto con politiche per i giovani. Con l’incremento delle biblioteche comunali del… 500 % ; con la l. r. 32/ 85 per l’occupazione giovanile.. seguendo la linea della 285/77, gestita in modo da raddoppiare le assunzioni nella PP AA locale e lanciare in senso espansivo le Strutture del Ministero Beni culturali.
S’impostò una Formazione Professionale di qualità, persino con una scuola per orologiai orafi ed incisori (”arti” per cui, in una trasmissione Tv 3 alle 12,30 del 4 giugno, si chiedevano informazioni su dove apprenderle..).
Come spesso ricorda Armando Tita, si disposero borse di studio (con il FSE) per la frequenza della botteghe artigiane; si lanciò il Teatro, persino ospitando al “2 Torri” il Living di Nuova York. E dunque, alla tragedia si reagì con forza e compatti .. senz’ inclinazione alcuna alla resa, e si ottenne infine l’Università!
Come appunto l’Unibas, per la cui sorte è chiara la necessità di non limitarsi all’intervento dell’Ardsu (… per il diritto allo studio universitario). Lo sguardo alla situazione argentina, sui discendenti degl’italiani lì costretti a trasferitisi in altra epoca, indica una metodologia che superi l’angustia del locale e consideri le dinamiche mondiali in relazione alle residue energie dei Borghi!
E’ dunque quanto mai opportuno tener conto di quel che dicono i Simonetti, Tita, Giuliano, Cascino ..i Tanino Fierro e Nino D’Agostino: tra i non pochi che riflettono sulla situazione sempre più grave?
Cosa ne pensa la Regione, l’Ente cui spetta la maggiore responsabilità del nostro futuro?
Ecco un punto dolente che non dipende se non da noi stessi: il “pensare per progettare” da chi ha la responsabilità maggiore, di chi si è proposto per dirigere!
La Giunta Bardi dispone di un nuovo Assessore alla Formazione, cui, come dagli esempi forniti, competono le politiche giovanili fondamentali per frenare lo spopolamento (sempre Simonetti ricorda che a fronte di 7 mila decessi si registra la metà delle nascite per anno).
Cosa si pensa in “alto loco” di 1000 ragazzi che, disperati in Argentina, potrebbero ritornare nei nostri Borghi dove sono da rilanciarne arti e mestieri molto richiesti sul mercato? O per laurearsi all’Unibas e magari restare qui definitivamente?
La Scaletta a Matera ed altre Associazioni culturali (anche di Ex), a Potenza e dintorni, potrebbero “attivare i giovani a darsi un futuro”! Talvolta c’è chi obietta che salvare una bottega qui e lì non cambia gran che, secondo l’adagio che “una rondine non fa primavera”. A parte che c’è in ballo la stessa sopravvivenza dell’Unibas e quella stessa del Centro storico del Capoluogo, non è forse vero che se le rondini si aggregano si formano gli stormi?
Insomma, a chi si è “messo alla guida” è proibito scoraggiarsi e pensare soltanto a catturar voti con assunzioni frettolose o bonus a destra e a manca! Compete piuttosto dialogare su di un minimo di futuro. O forse non si ci è rende conto che siamo al peggio rispetto al terremoto, ed approfittiamo che sia un fenomeno silenzioso per far finta che non ci sia? ns
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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