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UNA NUOVA VERTENZA BASILICATA E’ NECESSARIA ED URGENTE
Di Pietro Simonetti il
Pietro Simonetti
Il
19 aprile del 1978 si svolse la Potenza la più grande manifestazione
sindacale unitaria del Novecento, anche per ottenere il completamento
del piano per l’acqua e l’irrigazione.
Un
grande corteo per sostenere la vertenza Basilicata,iniziata nel
febbraio 1970, attuata successivamente con Puglia e Piemonte per
rivendicare il piano di irrigazione,le attività produttive ,il lavoro.
Il
cuore della piattaforma era evidente:la realizzazione piena del piano
irriguo per superare la disastrosa situazione della carenza di acqua
potabile in Basilicata e Puglia. 

Nessuno
si ricorda ora:a quel tempo secondo i dati raccolti per la”mappa della
sete” in 70 comuni lucani l’acqua potabile veniva erogata ad ore.Piu
grave era la condizione nel territorio pugliese.
A piazza Mario Pagano non tutto il corteo riuscì ad entrare per il Comizio di Luciano Lama alla presenza anche di delegazioni della Federazione Unitaria di Puglia e Piemonte.
La
grande partecipazione di popolo, oltre cinquanta sindaci,giovani e
studenti, fu l’esito di una lunga vertenza che ebbe significativi
risultati per l’irrigazione,l’allargamento della base produttiva,
occupazionale e l’uso delle risorse del territorio. Questa
stagione,importante e decisiva fu poi interrotta dal sisma del1980 che
impose altre scelte ed altre iniziative .
Ricostruire
il passato,anche recente, può contribuire a capire cosa fare di fronte
alle scelte del Governo regionale e nazionale.
Nell’anno
del centenario della nascita’di Rocco Scotellaro,che assieme a Carlo
Levi,Umberto Terracini,e tanti altri contribuirono ad eliminare il
latifondo e a scrivere la Costituzione, si profila concretamente una
ulteriore divaricazione nord /sud con il disegno di autonomia
differenziata ed il ricorso a normative che produrranno la rapina e la
privatizzazione delle risorse pubbliche del Sud e quindi della
Basilicata. 

Quasi
nessuno ricorda gli esiti nefasti delle privatizzazioni di importanti
imprese pubbliche realizzate nel nostro Paese che determinarono
l’arricchimento dei “capitani coraggiosi”ed i pesanti indebitamenti
delle aziende a partire da Telecom,Alitalia e via ricordando,con effetti
negativi che durano ancora.
Fu anche disastrosa la privatizzazione del settore manifatturiero ed energetico statale.
Da
tempo il settore idrico e’ ambito dai privati,che gia’controllano il
comparto delle acque minerali con grandi profitti e pochi investimenti.
In
questo quadro occorre valutare ed agire in riferimento alle nuove
normative per il sistema idrico del Sud insulare ed altre scelte del
Governo contro i poveri e gli ultimi.
La
litania retorica sulla gestione dell’Ente Irrigazione,sulla passata
gestione e indebitamento non giustifica il provvedimento adottato che
centralizza e privatizza con un A.d. espresso dai privati.
E’chiara
da tempo,tutti lo sanno, la sciagurata inefficiente gestione e di
rapina attuata nell’Ente, commissariato da anni e centro di
affari,appalti e mala gestione.

Proprio
per queste ragioni occorre una alternativa diversa che restituisca
alle popolazione interessate,agli enti locali,alle forze sociali la
possibilità di partecipare e controllare l’uso della risorsa acqua.
L’acqua e’un bene essenziale ed e’di tutti:occorre agire unitariamente per sconfiggere il disegno in atto.
Si
può costruire gradualmente,un movimento come negli anni 70 con una
piattaforma di pochi punti:lavoro,acqua pubblica,salute,tutela del
territorio – energia- ambiente -mobilita’,un sistema scolastico e
formativo ,un piano di ripopolamento con inclusione dei migranti.
Le controparti prima di tutto : Il Governo nazionale,la Giunta regionale.
A
chi tocca?:tocca prima di tutto agli attuali gruppi dirigenti delle
forze sociali,ai Sindaci ,alle forze politiche e culturali e nel
contempo alle popolazioni.
Si possono utilizzare tutti gli strumenti della partecipazione e della lotta formando anche comitati locali
Sarebbe
fatale attendere posizionamenti o inseguire la ritualità delle
giustificazioni e della riflessione continua senza esiti in un quadro
di declino, spoliazione,rapina delle risorse naturali.
Il tempo e’ora,adesso, come per la vertenza Basilicata ..
Uscire
dalla lamentazione individuale e di gruppo e cercare soluzione
nell’interesse pubblico e del territorio,delle popolazioni,della
democrazia
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