martedì 14 novembre 2023

A POTENZA STUDENTI IN PIAZZA PER ELISA

                                                                Nicola  SAVINO*

La vicenda di Elisa Claps si avvia forse a trovare la sua “verità sociale” grazie alla iniziativa studentesca di sabato 11 novembre. Dalla quale potrebbe anche derivare che le divergenze interne alla Chiesa Potentina, rivelate sulla stampa, si ricompongano rapidamente: dato che, nella lettera di Don Cozzi a Cronache del 13, Ligorio è soltanto <in balia di quanti lo circondano> ed in quella dell’Arcivescovo, sul Corsera del giorno prima, <don Marcello ha voluto assumere il ruolo del mediatore…ma non è intervenuto per spiegare”.

Insomma, dopo 13 anni di silenzio, la Chiesa potentina potrebbe avviarsi alla pacificazione ed espungere dalla considerazione l’elemento più negativo giunto nella vertenza: del “danno ingiusto risarcibile. Purtroppo, qualche giorno prima, circa 500 persone si erano scagliate con modalità anche scomposte contro i Celebranti nella Trinità; e con la solita accusa di “non voler confessare tutta la Verità”.

Gli organizzatori si erano affrettati ad avanzare le proprie scuse per la scompostezza; ma che il bersaglio fosse del tutto improprio hanno tentato di sottolinearlo gli Studenti, scendendo in campo sabato 11. Chi negherebbe che nelle mura della Trinità si siano consumati gravi reati e che, quanto all’occultamento delle spoglie, sia fondato il sospetto di una qualche collaborazione ..parrocchiale? Ma, tanto concesso, cosa si potrebbe ottenere dagli attuali Responsabili se non il riconoscimento di aver arrecato, come Chiesa, un “danno ingiusto” (da cui un risarcimento), cosa del tutto diversa dall’“intera Verità”? E sulla base di quali elementi, i Medesimi, rimuovendo quella “indecorosa” Targa, dovrebbero incorrere nell’ammissione implicita di conoscerli? 

 

Non credo che per questa via si trovi la Verità che occorre a tutti noi, il nodo della questione risiedendo invece nel “ricercarla… secondo il concetto di giustizia”: come proposto dalla Comunità studentesca potentina nella testimonianza offerta sabato 11! Hanno anzitutto avuto il merito d’inquadrare la triste vicenda di Elisa nel dilagante fenomeno della violenza di genere e di sottolineare la necessità di essere uniti nel combatterla. Poi <ricordata affettuosamente Elisa, espressa solidarietà alla Famiglia e (la loro) volontà d’impegno per una giustizia completa>, hanno auspicato che non si verifichi <ulteriore ricorso alla violenza (ma) concordia generale nella ricerca della VERITA’> Hanno, infine, ribadito che ciò avvenga <secondo il concetto di GIUSTIZIA>. Una posizione coerente <con la riflessione> in Piazza Pagano e dinnanzi alla Trinita’, dopo l’incontro con la Famiglia Claps e con l’Arcivescovo Ligorio.

Una mobilitazione finalizzata a raccomandare saggezza e modalità di partecipazione opposte ….a quella dei 500: non certo l “assedio” ad una Chiesa, ma la composta riflessione in comunità; non il processo dalla folla ..in piazza, ma la richiesta di Giustizia presso la Sede competente!  Anche perché, per altro itinerario, s’imboccherebbe una via ben diversa dall’unica che potrebbe raggiungere la conoscenza di quel ch’è ancora oscuro: anche per correggere le “distrazioni” che- pare - si verificassero nelle indagini “a quel tempo” !

Il punto centrale della questione è dunque, come dicono gli oltre 1500 Studenti che costituiscono il futuro di Potenza e di gran parte della Basilicata, nell’impostare bene la ricerca: cosa possibile con un Comitato di Probi Viri capace dei passi necessari ad ottenere che si riaprano le indagini. In qualsiasi Stato di Diritto, i reati s’indagano dalla Magistratura e soltanto da Essa! Se invece si sbaglia strada, si rischia davvero di non chiarire un bel nulla; con l’aggravante di ledere non soltanto la solidarietà tra i cittadini del Capoluogo, ma di quella stessa dell’intera Regione!

Come ben hanno capito gli Studenti pacificatori, non è possibile addebitare colpe a Persone o ad Enti se non previa sentenza definitiva. Tenere dunque gli attuali Prelati “sotto tiro” non produrrebbe che conflittualità sociale e distrazione dalla possibilità di giungere ai punti rimasti oscuri! Al fondo, se secondo don Cozzi c’è da rimproverare all’Arcivescovo (soltanto che)..<sia in balìa di quanti lo circondano …un agnello mandato al macello” (Cronache del 13), considerando anche ch’Egli è andato in pensione, potrebbe infine prevalere la carità cristiana ed evitare che una Chiesa della nostra stessa Religione sia  attaccata frontalmente. Forse a prima volta in Basilicata, con danno per la libertà di culto!

Auguriamoci dunque che la chiarezza e la razionalità della posizione espressa dal Comitato degli Studenti rivitalizzi “il percorso della Giustizia”; e che, esauritesi le manifestazioni, conclusasi la serie televisiva, ritornata la Ragione anche per merito degli Studenti, si convinca la Magistratura a riesaminare il caso: per ridar civile serenità alla nostra Comunità. La quale,  su di una tragedia che addolora non soltanto la Famiglia di Elisa, ha diritto alla <Piena Verità> e non aspira certo ad un qualche risarcimento pecuniario! ns

                                                       *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

     



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