Intelligenza Artificiale come abuso lessicale e Psiche
Valerio Mignone
L’acronimo IA, che, nel linguaggio corrente, significa Intelligenza Artificiale, è un abuso lessicale a danno della Intelligenza naturale, e della Psiche. Infatti, secondo ogni dizionario di Lingua italiana, “Intelligenza” sta a significare la più alta, e complessa, funzione del corpo umano, che, talvolta, si esprime anche nel sonno segnato, talvolta, da sogni, spesso irrealistici.
I processi cognitivi hanno sede nei centri degli emisferi cerebrali, ben protetti dalle tre meningi, che li avvolgono, e dal liquido cefalorachidiano che circola tra i loro spazi. In questi centri avviene la elaborazione degli stimoli percepiti dai cinque sensi: olfatto, tatto, gusto, udito, vista.
Comunque, la cosiddetta Intelligenza Artificiale non possiede la Psiche, intesa come la funzione eccelsa del cervello.
La Intelligenza Artificiale è uno strumento moderno che interagisce e dialoga con le Persone mediante l’algoritmo, o successione di passaggi, e istruzioni, di ChatGPT, in viva voce, o per scritti, per ottenere determinati risultati, e memorizzare in propri archivi. La sigla ChatGPT sta per “chiacchierata su, un modello linguistico per produrre un testo simile al linguaggio naturale dell’uomo (Generative Pre-trained Transformer)”.
A gestire le ChatGPT sono i cosiddetti “Sviluppatori”, eticamente preposti a valutare, e a non accettare richieste inappropriate o immorali.
Uno degli apparecchi della Intelligenza Artificiale è lo Smartphone, o il tablet, che ogni possessore, per assuefazione, utilizza, in media, per oltre un’ora al giorno.
Ogni utente dello Smartphone, o del tablet, sa che questi moderni strumenti, con la Intelligenza Artificiale, e i suoi programmi, rilevano errori di scrittura, e spaziatura, e li segnalano sottolineandoli in rosso o bleu.
Oggi, la ibridazione intelligenza artificiale, e intelligenza umana, con la telemedicina, ha modificato i rapporti tra medici e pazienti. Tra l’altro, con la robotica si possono eseguire interventi chirurgici, migliorandone gli esiti.

La patologia medica insegna che la Intelligenza Artificiale non può essere strumento di sostituzione del cervello, affetto da sindrome demenziale, dimenticanze, e varie amnesie. Infatti, la Intelligenza Artificiale non è paragonabile ad una protesi, né ad un pacemaker.
L’uomo, spontaneamente, coltiva la sua intelligenza naturale, e la psiche, acquisendo la conoscenza del mondo esterno mediante percezioni visive, uditive, olfattive, acustiche, tattili, opportunamente associate, integrate, e memorizzate.
Studi sperimentali hanno accertato che la corteccia cerebrale, nel suo complesso, e non di una parte di essa, è sede dell’attività mentale, o psicodinamica. I lobi encefalici sono sedi di varie funzioni. Nelle malattie demenziali è la corteccia “in toto” a soffrirne, e non parzialmente. Comunque, lo Smartphone, o il tablet possono essere strumento di dialogo con medici, psichiatri, psicologi.
Pur con i suoi effetti positivi, la Intelligenza Artificiale, con il suo software, ha comportato la perdita di posti di lavoro in vari settori, e, tra questi, giornalisti della carta stampata. Infatti, il facile accesso ai numerosi portali “on line” ha provocato una cernita restrittiva dei notiziari, e il ridimensionamento dei “Comunicati” sui giornali.
Altro rischio è la diffusione di false notizie, o di “fake news”, che possono violare anche i principi fondanti della Bioetica.
In Italia, esiste un Comitato preposto a studiare e valutare gli effetti della Intelligenza Artificiale sull’editoria, ed a presiederlo è stato nominato Giuliano Amato, già Capo di Governo in Italia in momenti critici per l’economia, e Presidente emerito della Corte Costituzionale.
La nomina dell’ultraottantenne Amato è stata criticata da un giornalista, dalla penna sarcastica, che avrebbe preferito qualche giovane ingegnere informatico, anziché un anziano signore cresciuto con i vecchi telefoni “a disco rotante”.
Per disguidi nello stesso Governo, non è stata informata di tale nomina nemmeno la Presidente del Consiglio dei Ministri. Ne è nata qualche bega. E Giuliano Amato, in comunicati stampa, ha precisato di non aver sollecitato tale nomina, e che sarebbe disposto a dimettersi.
Per intanto, Egli andrà avanti, e certamente si avvarrà dell’apporto tecnico di giovani esperti in materia. A ciò aggiungerà la sua lucida saggezza, ed esperienza politica, rendendo partecipi le varie “Istituzioni” su limiti, e opportunità della Intelligenza Artificiale nell’ambito della informazione.
Tornando alla Intelligenza Artificiale, di questi tempi, essa è entrata anche nella didattica, e, nel rispetto dei principi della Montessori, coinvolge i genitori come primi insegnanti. Il loro compito è vigilare sui propri figli, che maneggiano abilmente Smartphone, e tablet, per proteggerli da programmi insidiosi.
Maratea 12 novembre 2023 Valerio Mignone
Nessun commento:
Posta un commento