Sono tre: Con quella di Acquafredda e di Marina c'è, per così dire, quella centrale di Maratea, tutte accomunate dal destino riservato in Italia alle stazioni dei piccoli paesi, da nord a sud, a seguito della progressiva informatizzazione del sistema ferroviario.
Appaiono visibili, lungo i binari, immagini di abbandono in luoghi, una volta di vitale importanza, che ora ben possono essere considerati “storici”, triste testimonianza di un tempo che non c’è più e da non dimenticare mentre, anche nel nostro Mezzogiorno, si va verso “l’Alta Velocità”.
Si tratta, infatti, di luoghi e beni storici da preservare e spesso, come per Maratea, con caratteristica di fondamentale porta di accesso al suo territorio, insieme al Porto turistico, alla ss.18 (dal 30 novembre dell’anno scorso chiusa al traffico per la nota, grave frana a Castrocucco) e alla Sp3 con arrivo dalla vicina Trecchina.
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La stazione di Acquafredda nel 1900 |
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Ex deposito merci in stato di abbandono presso la Stazione di Maratea |
È pur vero che prima era richiesta una presenza capillare del
personale anche nelle stazioni più piccole, in particolare per gestire l'arrivo
e la partenza dei treni con un capostazione, al quale con eventuale famiglia
veniva garantito un alloggio al piano superiore della stazione. Celebre è
rimasto il film “Destinazione Piovarolo” con la storia di Antonio La Quaglia,
interpretato da Totò, e il suo desiderio di trasferimento in una stazione più
grande. Non è, comunque, il caso di lasciare le piccole stazioni ad un
progressivo declino in assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria e, come in tanti altri casi, almeno parte dei locali delle stazioni di Acquafredda e Marina sono stati concessi in locazione ed ospitano l'Ufficio postale e una falegnameria nella prima e un bar minimarket nella seconda.
Non più necessaria la presenza di un capostazione e, a seguito dei trasferimenti del personale, un po’ ovunque il luogo ha cambiato aspetto in negativo e l'appartamento è rimasto disabitato e non più riutilizzato, nonostante Rete Ferroviaria Italiana abbia nel tempo previsto un programma di riqualificazione degli immobili concedendoli anche in comodato d'uso gratuito a Enti pubblici ed Associazioni.
Così già tanti soggetti concessionari, anche a volte con condivisione degli spazi, hanno reso possibile la destinazione dell'immobile a pubblica utilità, per attività di volontariato, biblioteca, sala concerti, centro di accoglienza per i migranti, centro culturale o, addirittura, ostello e così via.
Ci si augura che l’iniziativa abbia ancora diffusione ed attuazione e sarà certamente opportuno pervenire a tanto anche nella nostra Maratea, dove soprattutto la piccola, importante Stazione centrale, con sola biglietteria, sala di attesa e bar, con le altre due di Acquafredda e Marina, priva ormai della storica e cara figura del Capo, reclama opportuno, ampio intervento di riqualificazione con possibile, adeguato riutilizzo del piano superiore, secondo quanto previsto e consentito da RFI in favore della collettività.
La stazione di Maratea - Cartolina del 1919
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