venerdì 29 dicembre 2023

LE "PULCINELLATE LUCANE" IN VISTA DELLE ELEZIONI REGIONALI

 -  Da  www.talentilucani.it  -

IL COSTUME POLITICO IN BASILICATA. L’EPOCA DEI SALTAFOSSI

  Di Anna Maria Scarnato il

Anna Maria Scarnato

Sapete tutti, e penso senza orgoglio, che in prossimità delle Elezioni regionali, non c’è un tg3 o un giornale lucano che non parli ogni giorno della situazione degli schieramenti di destra, sinistra e centro, di come si stiano organizzando per giocarsi una partita al meglio delle prestazioni. Ed anche delle posizioni mobili dei possibili aspiranti che per fendere la calca degli avversari, fossero anche colleghi di partito, sono disposti a tutto anche a cambiare bandiera all’interno della coalizione o a scendere a patti-contratti con lo schieramento avversario. In termini di marketing equivarrebbe ad “una vendita al miglior acquirente”. A chi assiste, a noi, che ogni giorno assistiamo non più increduli, poiché molti politici ci hanno abituato così tanto da sentirci anestetizzati, a questa mercificazione della cosa pubblica, al sacrilegio dell’onestà intellettuale, alla negazione del vero servizio a vantaggio delle comunità, alle pulcinellate ora più lucane che napoletane, a noi pare non che la nostra Regione abbia lavorato per portare i livelli di prestazione governativa ad una progressione tale da avvicinarsi alle Regioni cosiddette virtuose del centronord. No, ciò che qua si sta verificando nei movimenti di accomodamento politico ci mette alla pari con altre Regioni solo perché gli stessi comportamenti si verificano prima delle elezioni o durante la gestione amministrativa di una Istituzione un po’ anche altrove. Qui risultiamo essere alla pari, qui dimostriamo le stesse becere ambizioni che accecano ogni forma di pudore e dignità umana. 

 

Vorremmo, invece, che chi sceglie di candidarsi per dare vita ad un sogno fosse uomo vero finalmente, un uomo che ritrovi i valori civili di un popolo che ha sempre sofferto, e sovente accusato di vivere d’assistenzialismo per l’inefficacia di una programmazione di interventi capaci di migliorare servizi e infrastrutture. Un uomo capace di lavorare per difendere il lavoro e creare opportunità di dare lavoro. Uomini “pratici” che sappiano muoversi alla luce degli ideali che siano orizzonte e guida della loro coscienza. Ideali reali e non utopie, processi governativi che, attraverso varie tappe, gradualmente, procedano verso obiettivi e non false concessioni distrattive, “pacchi” alla “napoletana”, di quelli che alcuni, salvando la maggior parte dei simpatici e creativi campani, preparano per “truffare” i malcapitati. Acqua, gas, energia……gratuità e sconti a tempo. Vorremmo uomini che incarnino la politica come “arte del possibile”. La libertà e la democrazia permette che certi politici scelgano di passare di qua e di là fino a quando non trovino la loro soddisfazione ma il popolo che sa non dimenticherà le occasioni perse, i tanti dubbi generati da nomine tendenziose risultate fallimentari nei settori che necessitavano di competenze, lungimiranza di vedute sganciate da interessi di parte. Se ciò che sta avvenendo in Basilicata, che declinerei in vernacolo locale “Zumba vaddun ca iacch frtun” (salta i fossi, passa sull’altra sponda, che trovi fortuna, vantaggio), ci potrebbe portare a considerare che ogni munn iè pais” (in ogni angolo del mondo ci sono mali comuni, scandali politici, casi di malasanità, corruzione e tanto altro), ho il diritto di dire che come cittadina mi sento delusa e distante da questi “signori”. La politica che rappresentano è l’arte del guado, un guado che possono pure riuscire a passare sapendo di arrivare quasi sempre all’altra riva, al loro sogno, potendosi permettere di “toccare il fondo” nel giudizio della gente, sapendo che, bene o male, così fan tutti. Potranno forse riuscire a far dimenticare i salti e la loro storia politica e di insulsa amministrazione, ma avranno scavato un abisso tra il loro agire e la popolazione di coscienza che assiste a miseri balletti di chi ha magari pur votato, mentre vive sempre più in povertà. E non basteranno i doni di “Babbo Natale e della Befana”, in verità annunciati prima del tempo per prenotare “il contraccambio”, non valgono ad oscurare il ricordo della loro faccia quando annunciano il trapasso adducendo retoriche motivazioni. Se è riconosciuta la libertà di farlo, non è concesso che prendano in giro. E’ questa la politica che non fa andare a votare. Ma tanto non preoccupa siffatti uomini che devono vergognarsi di annunciare che la Basilicata è terra di storia, che qui si vive bene quando c’è miseria, che qui il territorio è in-contaminato e si sta delineando una falsa difesa della nostra terra dallo spauracchio di allocarvi il deposito di scorie radioattive, che la Sanità ha ottimi dirigenti di fresca nomina quando le case di comunità non sono decollate e non coprirebbero il territorio in ugual modo, che le liste sanitarie di attesa sono un male cronico, che Matera deve essere il traino economico e culturale per lo sviluppo dell’intera Basilicata ma ha un occhio di riguardo per il territorio potentino dove è stato potenziato l’ospedale S .Carlo, trascurando il “Madonna delle Grazie” di Matera. Non rappresentano questi personaggi il bisogno di un popolo di ritrovare la loro unità nell’esempio di comportamenti corretti e rispettosi. All’orizzonte solo tradimenti e impenetrabili pensieri. Qui non si scrivono storie di riscatto e progresso, qui non si supera la propria ambizione e presunzione di essere migliore di un altro, qui si cercano persino scheletri nell’armadio di persone perbene pur di non farle candidare.

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