Levati tu che mi metto io!”, così in Sardegna con Soru contro Todde, nel “derby che può regalare l’Isola alla Destra”: uno scontro definito “feroce” da La Repubblica del 19 dicembre. Tuttavia, per la Sinistra, meno peggio che da noi!
Anzitutto perché lì c’è intesa tra Pd e 5 Stelle sulla Todde, mentre in Basilicata non sembra proprio ce ne sia altrettanta sul Candidato civico accettato dal Pd (da una sua parte); e poi perché lì la Destra sembra più divisa e debole che da noi, la potestà romana sembrando capace d’imporvi la convergenza.
Insomma, nell’Isola sembra” la faida più intricata d’un cesto di pane Carasau”; da noi peggio, perché Pd e 5S sono anche spaccati sia tra loro che al loro interno!
Tutto più complicato ed ennesima dimostrazione che “il sistema del governatorato” <fa acqua dappertutto>, generando intrighi e divisioni : “partiti contro partiti, pezzi di un partito contro pezzi dello stesso partito, amicizie interrotte, tessere stracciate, alleanze rimescolate con la legge del beduino: il nemico del mio nemico è mio amico” (ibidem)-
Quando la stampa nazionale si accorgerà che il “pomo della discordia” esalta, in Basilicata più che altrove”, ogni genere di conflitti, quale forbitezza adotterà alla sua prosa per descriverlo?
Qui c’è persino il Candidato Civico, che all’ inizio sembrava destinato a svelenire le rivalità tra e nei partiti, dal momento che i Gruppi minori condizionavano la scelta ponevano alle Primarie. Ben presto, però, ad eccezione dei Verdi, tale richiesta ha retto finché non è stata accettata dal suddetto Candidato. A questo punto, proprio quando la matassa sembrava dipanarsi, due sorprese: il gran rifiuto anche delle Primarie ed il disimpegno delle stesse 5S!
Se dunque l’intrigo- come “d’un cesto di pane” -si verifica ovunque, sia nella Regione autonoma di Sardegna che nella piccola e semideserta Basilicata, come mai (salvo che da angoli politici minori!) , non si apre una qualche riflessione per un confronto sull’opportunità di ritornare al Presidente scelto dalla ristretta e qualificata cerchia dei Consiglieri? Essi sono già frutto di una cernita che dovrebbe dare maggiore affidabilità sia culturale che politica (per di più, con possibilità di correzioni durante la legislatura); e potrebbero rilanciare l’Istituzione agli entusiasmi ed ai buoni risultati dei decenni iniziali.
Dovrebbe anzitutto il Centro-Sinistra riaprire la questione e rilanciare la formula originaria… per contrastare – subito e coerentemente- l’ipotesi del Premierato che Meloni giustifica appunto per analogia e continuità con le Regioni.
Si tratterebbe in realtà di respingere gli attacchi ormai costanti contro la Democrazia italiana e di aprirne la discussione già nei Consigli… prima del rinnovo, perché i tempi stringono sia a livello nazionale che per le regionali (ben probabili a giugno insieme a quelle europee e comunali).
Da quando sono stati istituiti i Governatorati (Tatarella -Berlusconi), anzitutto la vita dei partiti n’è risultata sconvolta: non più organizzata per formare “dirigenti” in grado di affrontare i problemi civili, sociali ed economici ai vari livelli istituzionali, ma trionfo di personalismi forsennati, il costituirsi di clan per la conquista della “candidatura che conta”: famelica competizione ed indifferenza alla stabilità consentita dalla “sfiducia costruttiva”.
Un sistema che ben funziona in Germania, lì dove la riflessione sullo Stato si è strutturata sul pensiero di un Hegel, di un Kant, di un Marx ….., più oltre.. di un Max Weber; una “linea” che.. per linee generali…almeno si “annusava” in gran parte dei nostri Licei. Di lì la, la Politica come servizio allo Stato e questo condizione del Bene comune, e la morale come dovere per il dovere (oltre il machiavellismo), autonomo dagli stessi interessi personali. Quella tradizione sembra aver ceduto ai trucchi ed ai voltafaccia; persino alla faida contro la propria “parte”.
Insomma, ad una “filosofia del girotondo”, del “levati tu che mi metto io”! ns
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