Firenze, 21 aprile 1889 - Firenze, 27 settembre 1956
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"I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio
Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel
giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non
voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando
verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio
contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a
fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile,
lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che
li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e
lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che,
imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una
lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non
sanno come si chiama quell’adolescente che, condannato alla fucilazione,
si rivolse all’improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano
per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva
la Germania libera!».
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“Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale.”
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“Chiamare i deputati e i senatori i «rappresentanti del popolo» non vuol più dire oggi quello che con questa frase si voleva dire in altri tempi: si dovrebbero piuttosto chiamare impiegati del loro partito.”
- Piero Calamandrei -
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