lunedì 23 settembre 2024

LO SPOPOLAMENTO DELLA BASILICATA

 -  Da  www.talentilucani.it  -


 
IL DECLINO DELLA BASILICATA IN “PRESA DIRETTA”  

Di Pietro Simonetti    il

Pietro Simonetti

Quando si parla di giustizia si cita sempre un' opera di  Bertold Brecht” che cita:"c’è un giudice a Berlino”, in riferimento alla richiesta di un mugnaio che chiedeva tutela rispetto ad un torto subito.

Nel caso della informazione sulla situazione della Basilicata, ed in particolare sullo spopolamento, l’aumeno  della precarietà  e la povertà, ieri sera la Rai ha descritto  la realtà. Succede raramente  in questo paese dove gran parte dell’informazione è controllata dal potere e  ogni giorno declama ottimismo.
“Presa diretta” ha dimostrato che ci sono giornalisti in Italia, anche in Basilicata, che possono documentare quello che accade concretamente in una situazione dove prevale l’industria della falsificazione, quella dell’esaltazione del “fascino della miseria”, della “paeseologia” e della ricerca vana della ruralità del passato.
E’il tempo del separarsi dalle  condizioni di vita, del lavoro e del  reddito in una regione che  assapora ogni giorno di più gli effetti dello spopolamento, della fuga dei giovani e del declino dei servizi a partire dalla sanità.  Poco lavoro, bassi redditi, salute un bilico.
 

 
Eppure le risorse finanziarie ci sono, ci sono e sono importanti. Il bilancio pubblico allargato al privato sarà nel 2024 di circa quindici miliardi di Euro. Una cifra enorme per una regione di 538.000 abitanti formali che diventano attorno ai 470.000 residenti effettivi, 35.000 euro per residente effettivo.
Nonostante le risorse  finanziarie, i bonus, i piani, gli annunci e la miscellanea delle attività promozionali in tutti i versanti attuata dalla pletora di enti pubblici e privati, la tendenza al  declino aumenta.
 Il fatto è che le risorse vengono utilizzate male,  catturate da gruppi e clientele, e che questo sistema  di sprechi e di accaparramenti,  giorno dopo giorno  stringe il suo nodo scorsoio sulle comunità, in un crescente distacco tra la realtà e la fantasia  con l’avallo di   stereotipi comunicativi gestiti in buona parte  del sistema asservito ai centri di potere.
Esiste una egemonia delle compagnie petrolifere che tende a narcotizzare le comunità  nonché la rete degli Enti sub Regionali dentro un modello di subalternità ai  disegni di mantenimento del sottosviluppo, della precarietà e sottomissione culturale che qualche volta assume connotati di mini e  media illegalità, che in qualche caso incrocia quella organizzata.
Quello che accade nella utilizzazione delle royalties del petrolio, solo il 2,5 % del Bilancio Regionale,  dimostra che interessano di piu  la festa patronale,  le sagre, i convegni, la rincorsa ai premi e l’auto celebrazione.
Non sono importanti i servizi, il lavoro, le condizioni di vita:sono aspetti residuali.
Non e’ un caso che la Ragione copre i buchi ed i Comuni erigono monumenti, allargano le piazze, organizzano convegni, inventano progetti privi di fattibilità, e restano in attesa di soluzione da Potenza o da Roma.
Mentre Unibas diventa un Liceo.
Il dato più evidente è che a perdere popolazione ci  sono alcuni comuni dei siti petroliferi. Certo, le immagini, le voci, i fatti registrati da ” Presa diretta” per la loro valenza e straordinaria efficacia non faranno uscire l’attuale governo della Regione dalle pratiche degli ultimi anni e dalla logica degli sprechi, delle incompiute e dalla mancata programmazione. Non saranno i piani strategici, tipo “la Basilicata giardino del Mezzogiorno” e “alveare del mediterraneo”, oppure i festival delle possibilità  o la rincorsa a titoli dell’Unesco a disinnescare tendenze allo spreco delle risorse . Capita in questi giorni che venga certificata  la riduzione delle presenze turistiche, come emerge dai primi dati del flussi turistici nei primi sette mesi del 2024: siamo fermi al 2018!. Senza una presa di coscienza a livello sociale e culturale della gravità della situazione e una fuori uscita, a livello delle parti sociali, dal logoro gioco di  schermaglie  quotidiane per la ricerca di  tavoli, patti, concertazione e confronti senza esiti, come dimostra la vicenda Stellantis, con i 2500 posti di lavoro persi in due anni.
Il futuro si sta scrivendo a danno del lavoro, della partecipazione democratica, delle condizioni di vita, in particolare degli anziani, delle fasce deboli, dei territori.


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