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Di Pietro Simonetti il
Quando si parla di giustizia si cita sempre un' opera di Bertold Brecht” che cita:"c’è un giudice a Berlino”, in riferimento alla richiesta di un mugnaio che chiedeva tutela rispetto ad un torto subito.
Nel
caso della informazione sulla situazione della Basilicata, ed in
particolare sullo spopolamento, l’aumeno della precarietà e la povertà, ieri sera la Rai ha descritto la realtà. Succede raramente in questo
paese dove gran parte dell’informazione è controllata dal potere e ogni
giorno declama ottimismo.
“Presa
diretta” ha dimostrato che ci sono giornalisti in Italia, anche in
Basilicata, che possono documentare quello che accade concretamente in
una situazione dove prevale l’industria della falsificazione, quella
dell’ esaltazione del “fascino della miseria”, della “paeseologia” e della ricerca vana della ruralità del passato.
E’il
tempo del separarsi dalle condizioni di vita, del lavoro e del
reddito in una regione che assapora ogni giorno di più gli effetti
dello spopolamento, della fuga dei giovani e del declino dei servizi a
partire dalla sanità. Poco lavoro, bassi redditi, salute un bilico.
Eppure
le risorse finanziarie ci sono, ci sono e sono importanti. Il bilancio
pubblico allargato al privato sarà nel 2024 di circa quindici miliardi
di Euro. Una cifra enorme per una regione di 538.000 abitanti formali che
diventano attorno ai 470.000 residenti effettivi, 35.000 euro per
residente effettivo.
Nonostante
le risorse finanziarie, i bonus, i piani, gli annunci e la miscellanea
delle attività promozionali in tutti i versanti attuata dalla pletora
di enti pubblici e privati, la tendenza al declino aumenta.
Il
fatto è che le risorse vengono utilizzate male, catturate da gruppi e
clientele, e che questo sistema di sprechi e di accaparramenti, giorno
dopo giorno stringe il suo nodo scorsoio sulle comunità, in un
crescente distacco tra la realtà e la fantasia con l’avallo di
stereotipi comunicativi gestiti in buona parte del sistema asservito
ai centri di potere.
Esiste una egemonia delle compagnie petrolifere che tende a narcotizzare le comunità nonché
la rete degli Enti sub Regionali dentro un modello di subalternità ai
disegni di mantenimento del sottosviluppo, della precarietà e
sottomissione culturale che qualche volta assume connotati di mini e
media illegalità, che in qualche caso incrocia quella organizzata.
Quello
che accade nella utilizzazione delle royalties del petrolio, solo il
2,5 % del Bilancio Regionale, dimostra che interessano di piu la festa
patronale, le sagre, i convegni, la rincorsa ai premi e l’auto
celebrazione.
Non sono importanti i servizi, il lavoro, le condizioni di vita:sono aspetti residuali.
Non
e’ un caso che la Ragione copre i buchi ed i Comuni erigono monumenti,
allargano le piazze, organizzano convegni, inventano progetti privi di
fattibilità, e restano in attesa di soluzione da Potenza o da Roma.
Mentre Unibas diventa un Liceo.
Il
dato più evidente è che a perdere popolazione ci sono alcuni comuni
dei siti petroliferi. Certo, le immagini, le voci, i fatti registrati da ”
Presa diretta” per la loro valenza e straordinaria efficacia non
faranno uscire l’attuale governo della Regione dalle pratiche degli
ultimi anni e dalla logica degli sprechi, delle incompiute e dalla
mancata programmazione. Non saranno i piani strategici, tipo “la
Basilicata giardino del Mezzogiorno” e “alveare del mediterraneo”, oppure
i festival delle possibilità o la rincorsa a titoli dell’Unesco a
disinnescare tendenze allo spreco delle risorse . Capita in questi
giorni che venga certificata la riduzione delle presenze turistiche, come emerge dai primi dati del flussi turistici nei primi sette mesi
del 2024: siamo fermi al 2018!. Senza una presa di coscienza a livello
sociale e culturale della gravità della situazione e una fuori uscita, a
livello delle parti sociali, dal logoro gioco di schermaglie
quotidiane per la ricerca di tavoli, patti, concertazione e confronti
senza esiti, come dimostra la vicenda Stellantis, con i 2500 posti di
lavoro persi in due anni.
Il
futuro si sta scrivendo a danno del lavoro, della partecipazione
democratica, delle condizioni di vita, in particolare degli anziani, delle
fasce deboli, dei territori.
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