- Da Ulderico Pesce Facebook -
"È meravigliosa questa foto scattata in un paese della Basilicata. Lui aiuta lei a scendere dall’asino. La prende come se l’avesse portata sulla luna, nel posto più bello del mondo. Lei felice si abbandona su di lui come se fosse andata a fare il giro del mondo. L’asino si gira a guardare la scena con un occhio perché sa che è lui l’artefice di tutto. La verità è che hanno lavorato ore e ore sui campi. Ma non sentono la fatica. È in quel faticare la terra la radice della relazione, e del loro rapporto col mondo.
Io ho avuto nonni simili ma, in verità, mia nonna non possedeva l’asino. Lo prendeva in prestito da zia Carmela Dattoli. Chi aveva l’asino era benestante. Erano poveri quelli che non l’avevano. Nell’abbraccio dei due si sente anche questo stare meglio di tanti altri. Spesso mia nonna era triste perché non aveva l’asino. E si vergognava di chiederlo sempre a zia Carmela. Oggi non è narrabile. O meglio, non è credibile. Invece è la verità. Era triste perché non aveva l’asino".
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