Pietro  Simonetti

Da tempo si cerca di capire dove sono finiti i 25.000 passaporti scannerizzati con il Progetto A.D.E.L.M.O, Archivio digitale emigrazione lucana nel mondo, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali ed in parte dalla Regione per circa 500.000 euro.
Una preziosa Banca dati da mettere a disposizione per conoscere  gli emigrati lucani all’estero, dalla fine dell’ottocento. Il progetto inizia dei primi anni duemila e aveva come obiettivo quello di scannerizzare 100.000 passaporti, dei circa 800.000 lucani nel mondo, discendenti compresi, sparsi in 17 Paesi.
All’Archivio di Stato di Potenza, dove e’stato prodotto la banca dati, erano stati censiti  25.000 passaporti.
 
 
 La questione e’: dove si trova ora la banca dati prodotta, dove e’ depositata?
Oggi ci sarà una iniziativa sulla “Identità perduta”organizzata dall’Archivio di Stato di Potenza. Sarebbe opportuno che quanti sanno e conoscono il progetto A.D.E.L.M.O dicano dove sono finiti i dati oppure chi  li conserva per renderli fruibili anche presso il Museo dell’emigrazione di Lagopesole. Inoltre per  difendere la memoria e gli archivi occorrerebbe affrontare definitivamente la vicenda dei lavori di ristrutturazione  dell’Archivio di Stato di corso XVIII , lavori partiti oltre trenta anni e tuttora fermi per un contenzioso con una impresa. Non e’ una questione di poco conto: come è noto gli spazi dell’attuale Archivio di Stato, in fitto da privati, sono saturi e la struttura non puo’ ricevere ulteriori  documenti.
 
Si vive anche nella precarietà nella gestione della memoria. 
Questa e’una delle tante vicende che possiamo inquadrare  nel percorso di declino delle politiche regionali verso l’emigrazione lucana  degli ultimi anni ed in particolare con la gestione dell’ex Presidente Cicala e dell’Ufficio sistemi culturali della Giunta.
Negli ultimi tempi le associazione dei lucani sparse nel mondo si  sono ridotte da 170 a 140 e molte risultano solo sulla carta a fronte all’invecchiamento e dell’aumento del disinteresse delle nuove generazioni, stanchi di iniziative senza costrutto, di spreco delle risorse,di mancanza assoluta di attività formative e Culturali di livello per i giovani discendenti.
Un esempio: si prevede la partecipazione dei discendenti all’alta formazione in Italia ma negli avvisi non viene citato  il pagamento delle spese di viaggio.
Anche per quanto riguarda il “turismo di ritorno” molto propagandato e poco praticato il Governo italiano e la Regione non hanno stanziato fondi per incentivare concretamente il ritorno, o il turismo  di ritorno, limitandosi alla reclame,alla promozione del cibo e delle bellezze naturali. Anche quii siamo alla dissipazione di risorse del Pnrr distribuiti a pioggia.
Anche nella utilizzazione dei fondi europei vengono segnalati sprechi e gestioni allegre come il Progetto ” Basilicate” finanziato con 200.000 dei fondi di Coesione ed assegnati senza gara ed in presenza di forti conflitti di interessi.
Con la nuova legislatura è necessario cambiare politica e strumentazione, come e’accaduto in molte Regioni italiane che hanno modificato le norme e individuato progetti e risorse nuove, in particolare l”uso della rete e degli incontri in remoto.
Tocca al Presidente Marcello Pittella ricostruire percorsi e promuovere misure riconducendo in seno al Consiglio Regionale tutta la gestione delle risorse per favorire i  ricambi generazionali nella  rete organizzativa.
Una prima priorità è  la gestione del Museo dell’Emigrazione da allocare nell’ambito del Polo museale del Melfese per garantire l’uso del personale statale e la fuoriuscita dalla precarietà. Al momento il museo non ha neanche un telefono per le informazioni e prenotazione, la piattaforma informatica finanziata non è attiva, neanche dopo che la Regione ha dovuto sborsare oltre 40.000 per riparare i danni al sistema multimediale del Museo arrecati dai lavori di ristrutturazione del Castello .
Doveva essere l’impresa impegnata dei lavori a finanziare eventuali danni, invece è  successo il contrario.