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Di Redazione il
Da tempo
si cerca di capire dove sono finiti i 25.000 passaporti scannerizzati
con il Progetto A.D.E.L.M.O, Archivio digitale emigrazione lucana nel
mondo, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali ed in parte dalla
Regione per circa 500.000 euro.
Una preziosa Banca dati da
mettere a disposizione per conoscere gli emigrati lucani all’estero, dalla fine dell’ottocento. Il progetto inizia dei primi anni duemila e
aveva come obiettivo quello di scannerizzare 100.000 passaporti, dei
circa 800.000 lucani nel mondo, discendenti compresi, sparsi in 17 Paesi.
All’Archivio di Stato di Potenza, dove e’stato prodotto la banca dati, erano stati censiti 25.000 passaporti.
La questione e’: dove si trova ora la banca dati prodotta, dove e’ depositata?
Oggi ci sarà una iniziativa sulla “Identità perduta”organizzata dall’Archivio di Stato di Potenza. Sarebbe
opportuno che quanti sanno e conoscono il progetto A.D.E.L.M.O dicano
dove sono finiti i dati oppure chi li conserva per renderli fruibili
anche presso il Museo dell’emigrazione di Lagopesole. Inoltre
per difendere la memoria e gli archivi occorrerebbe affrontare
definitivamente la vicenda dei lavori di ristrutturazione dell’Archivio
di Stato di corso XVIII , lavori partiti oltre trenta anni e tuttora
fermi per un contenzioso con una impresa. Non
e’ una questione di poco conto: come è noto gli spazi dell’attuale
Archivio di Stato, in fitto da privati, sono saturi e la struttura non
puo’ ricevere ulteriori documenti.
Si vive anche nella precarietà nella gestione della memoria.
Questa e’una delle tante
vicende che possiamo inquadrare nel percorso di declino delle politiche
regionali verso l’emigrazione lucana degli ultimi anni ed in
particolare con la gestione dell’ex Presidente Cicala e dell’Ufficio
sistemi culturali della Giunta.
Negli ultimi tempi le
associazione dei lucani sparse nel mondo si sono ridotte da 170 a 140 e
molte risultano solo sulla carta a fronte all’invecchiamento e
dell’aumento del disinteresse delle nuove generazioni, stanchi di
iniziative senza costrutto, di spreco delle risorse,di mancanza assoluta
di attività formative e Culturali di livello per i giovani discendenti.
Un esempio: si prevede la
partecipazione dei discendenti all’alta formazione in Italia ma negli
avvisi non viene citato il pagamento delle spese di viaggio.
Anche per quanto riguarda
il “turismo di ritorno” molto propagandato e poco praticato il Governo
italiano e la Regione non hanno stanziato fondi per incentivare
concretamente il ritorno, o il turismo di ritorno, limitandosi alla
reclame,alla promozione del cibo e delle bellezze naturali. Anche quii
siamo alla dissipazione di risorse del Pnrr distribuiti a pioggia.
Anche nella utilizzazione
dei fondi europei vengono segnalati sprechi e gestioni allegre come il
Progetto ” Basilicate” finanziato con 200.000 dei fondi di Coesione ed
assegnati senza gara ed in presenza di forti conflitti di interessi.
Con la nuova legislatura è necessario cambiare politica e strumentazione, come e’accaduto in
molte Regioni italiane che hanno modificato le norme e individuato
progetti e risorse nuove, in particolare l”uso della rete e degli
incontri in remoto.
Tocca al Presidente
Marcello Pittella ricostruire percorsi e promuovere misure riconducendo
in seno al Consiglio Regionale tutta la gestione delle risorse per
favorire i ricambi generazionali nella rete organizzativa.
Una prima priorità è la
gestione del Museo dell’Emigrazione da allocare nell’ambito del Polo
museale del Melfese per garantire l’uso del personale statale e la
fuoriuscita dalla precarietà. Al momento il museo non ha neanche un
telefono per le informazioni e prenotazione, la piattaforma informatica
finanziata non è attiva, neanche dopo che la Regione ha dovuto sborsare
oltre 40.000 per riparare i danni al sistema multimediale del Museo
arrecati dai lavori di ristrutturazione del Castello .
Doveva essere l’impresa impegnata dei lavori a finanziare eventuali danni, invece è successo il contrario.
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