giovedì 5 marzo 2015

Processioni tra sacro e profano


L’  I  N  C  H  I  N  O


Con il termine “inchino” si indica  un atto di riverenza, consistente nel piegare il busto abbassando il capo e, talvolta, accennando ad una genuflessione.  Si tratta di un atto di ossequio, di saluto, di omaggio, di commiato, che si fa chinando  il capo (inchino leggero) o  curvando le spalle (inchino profondo). Naturalmente  è l’uomo ad “inchinarsi”  dinanzi  a  ciò che storicamente sia ritenuto  meritevole di tanto, sia di natura divina che umana. È un gesto usuale  per Papa Francesco che lo ha fatto dinanzi alla folla già al momento della sua prima apparizione al balcone di piazza San Pietro e  lo fa con tutti come lo ha fatto dinanzi a Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, con la richiesta di benedirlo e pregare per lui.

E, tuttavia, l’inchino è venuto di recente, in modo diverso, simbolico e purtroppo tragico, alla ribalta della cronaca nella  vicenda  della Costa Concordia  all’isola del Giglio, dove l’allora Comandante Francesco Schettino ritenne di farlo con avvicinamento esagerato e pericoloso della grande nave all’isola in segno di saluto agli abitanti, ai turisti ed ai passeggeri,  magari anche attraverso l’uso della sirena (è il cosiddetto “inchino”, come lo chiamano i marinai).
Sennonchè  l’inchino, pur dopo la recente invettiva contro la “ndrangheta” di Papa Bergoglio nella piana di Sibari, si perpetua anche in alcune  processioni religiose in Campania, Calabria, Sicilia,  ove si è ritenuto che l’atto di riverenza potesse essere rivolto  si  a Dio, alla Madonna o al Santo di turno  ma anche al  boss  locale ed alla sua famiglia con il coinvolgimento della statua portata in processione.  E così  ad Oppido Mamertina, la  Madonna, sorretta  da  tanti  fedeli  e seguita da una moltitudine  di persone,  ha reso omaggio con sosta  dinanzi alla casa  di Giuseppe Mazzagatti, anziano Capoclan  già condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione a delinquere di stampo mafioso (e meno male che i Carabinieri  si sono subito allontanati dal corteo).  Anche a Palermo  la statua della Madonna si è inchinata dinanzi alla casa-covo  di Alessandro D’Ambrogio, luogo ritenuto un simbolo di Cosa Nostra ed  a Porto Empedocle San Calò si è inchinato davanti la casa del boss Messina.
 Purtroppo episodi simili si  ripetono, forse da troppo tempo ed ormai sempre più spesso, tanto da far intervenire prima o poi drasticamente le Autorità, civili e/o religiose,  competenti
CHE   SQUALLORE! 
 Il mio  pensiero va  a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino  ed alle tante vittime della  mafia, della “ndrangheta”,  della camorra, organizzazioni capaci di strumentalizzare, direttamente o indirettamente, anche le cerimonie religiose sino alla pubblica esternazione, a destra ed a manca,  addirittura di “inchini”  del  sacro  dinanzi al profano, sì che quest’ultimo possa  mischiarsi e confondersi  con il primo sino a primeggiare su di esso.
La cosa  è intollerabile e forse è  il caso di richiamare alla mente  origine e significato dei termini:
“Sacro” (dal latino “sacer”)  è ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità, con la religione e con i suoi misteri, e perciò impone un particolare atteggiamento  di riverenza e di venerazione (è contrapposto a “profano”).
“Profano” (dal latino  “profanus -  “ pro  fanum”),  è  ciò che sta  fuori  dal  sacro  recinto”,  fuori  e non dentro,  estraneo o contrario a ciò che è sacro e religioso.
Se  le processioni, con uscita dal “sacro recinto”, devono contribuire alla descritta, grave  confusione tra sacro e profano, forse è meglio che siano vietate, come pure è accaduto, o che, comunque, non si facciano manifestando così il giusto primato della sacralità e della spiritualità sia all’interno che all’esterno del Tempio, o al limite si tengano secondo modalità, percorsi, soste in cui sia visibile l’unico inchino possibile durante una processione religiosa: Quello dell’ uomo dinanzi  al sacro ed al divino.
E  pazienza  se  ci saranno   meno   processioni…!
A  tutti    A U G U R I    di  Buon  Natale  e di un  sereno 2015!
 

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