mercoledì 7 novembre 2018

QUANDO C' ERA LA MALARIA

Ho un vago ricordo di mio nonno Emanuele ormai anziano, persona colta e generosa, che mi appariva con il suo cipiglio austero, quasi a celare, come aveva fatto già con i figli, anche a me ragazzetto l'affetto, la bontà e l'umanità di cui era capace e concretamente manifestati già in gioventù e durante la sua vita.
Così era a quel tempo quando i figli davano ancora del Voi al padre...
Era giovane mio nonno quando nel 1909, come documentato in questa "storica" fotografia, partecipò all'inaugurazione a Maratea Castrocucco di un ambulatorio contro la malaria.
Ho appreso poi che l'iniziativa per l'ambulatorio era stata proprio sua e che, per ospitare il presidio sanitario, aveva messo a disposizione la sua abitazione.
Era stato anche promotore di una serie di iniziative umanitarie e benefiche.
Più di una volta mio padre mi ha raccontato un fatto, cui aveva assistito nei pressi del terreno pertinenza della casa di famiglia a Castrocucco: era, da ragazzo, insieme al suo papà quando si accorsero che alcuni ragazzini del luogo raccoglievano in quel terreno arance e mandarini per portarli via. Stava per intervenire nei loro confronti quando fu fermato da suo padre che gli disse: "lasciali continuare perchè non fanno nulla di male e, se si accorgeranno di noi, scapperanno impauriti senza portar via niente". E così stettero ad osservarli di nascosto fino a quando quei ragazzi, soddisfatti, non si allontanarono.
Quel cipiglio austero di mio nonno Emanuele nascondeva, in realtà, un animo nobile ed un sorriso bonario.

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