NOTA DI GERARDO MELCHIONDA, coordinatore regionale di LIBERA
Oggi inizia la cosiddetta fase 2, ma continuiamo a vivere in
una condizione di inedita emergenza e anche di straordinaria incertezza,
di cui nemmeno il mondo scientifico viene a capo pienamente e i messaggi
ufficiali istituzionali non hanno sempre la chiarezza necessaria anzi,
con l’intento di orientarci nei meandri della nostra vita
quotidiana, spesso generano ambiguità interpretative e insicurezze.
Crescono le fragilità degli anziani, si
estende l’area della marginalità grave e si allarga la fascia
dei nuovi poveri che si aggiunge all’esercito di indigenti.
Inizia la fase 2, ma i cittadini non sono più sicuri tanto
meno si sentono più protetti. Le donne e gli uomini di questa regione si
sono dimostrati più che all’altezza della situazione, le complicazioni sono
intervenute, molte volte, per le scelte improvvide delle istituzioni.
Inizia la fase 2, e i dispositivi di sicurezza individuali
non sono ancora diffusi su tutto il territorio regionale. La gestione
degli spazi comuni, a cominciare da mense e spogliatoi, in molti casi,
non sono ancora consoni con il rispetto del distanziamento sociale e
sottoposti a frequente areazione e pulizia quotidiana.
Rimane il problema ancora aperto di tutti i lavoratori
fragili (immunodepressi o con patologie croniche) che sono esposti a
maggior rischio in caso di contagio da coronavirus. Ad oggi per loro
non c’è ancora una soluzione definitiva.
Inizia la fase 2, ed è strano che inizi autorizzando le
scommesse e, fra qualche giorno, i giochi d’azzardo. Sappiamo tutti che
l’azzardo (che non è un gioco) in Italia è una vera epidemia sociale, che
coinvolge soprattutto persone più fragili con altre “malattie sociali
pregresse”. È di fatto una tassa sui poveri, che non di rado dilapidano i
pochi denari risucchiati in spirali di dipendenza nelle quali affondano
intere famiglie.
Inizia la fase 2, con la paura di nuovi focolai in
Basilicata e un sistema sanitario fragile e disorientato dove spesso è
messo in contrapposizione il diritto al lavoro con il diritto alla
salute. E’ indispensabile far capire a tutti che prima di ogni cosa
occorre garantire il diritto alla salute e alla sicurezza!
Con la riapertura non può assolutamente ripartire il
contagio, sarebbe un danno enorme per la collettività e l’economia.
C'è solo un modo per fermare il contagio, mettere veramente in sicurezza i
luoghi di lavoro ed evitare che si contagino e muoiano ancora migliaia di
persone. Occorre fare, subito, i test sierologici e i tamponi a tutti i
lavoratori e a tutti i cittadini che lo chiedono.
Solo così possiamo isolare chi ha contratto il virus e
accoglierlo in strutture apposite e non nel loro nucleo famigliare, ed
essere sicuri che sul territorio ritorni solo la parte di
popolazione guarita.
In questo modo, con uno screening generalizzato, potremo
sperare di riprendere e riqualificare tutte e subito le attività della
nostra vita.
Abbiamo bisogno di un impegno per costruire un futuro
davvero nuovo. Non scambiamo per futuro il ritorno a una normalità malata!
La lotta contro la pandemia può e deve essere anchel’occasione per
risanare la nostra democrazia!
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Segreteria
LIBERA Basilicata
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