sabato 9 maggio 2020

PILLOLA...CON DOMANDE

 -Da "PILLOLE"  di  Gian Carlo Marchesini  in www.calderano.it-


"Ho letto con attenzione e interesse il nuovo libro su San Biagio di Luca Luongo, autore che personalmente non conosco ma stimo. E' lo stesso Luongo a precisare che il suo libro su San Biagio si aggiunge ad altri dieci sulle vicende del Santo. Ora, io che vengo dal profondo Veneto cattolicissimo, e fin dall'infanzia ho sperimentato quanto può essere presente in una realtà sociale la Chiesa Cattolica con qualcuno dei suoi mille Santi, forse proprio per questo mi sento autorizzato a chiedere: ma come mai Maratea ha costruito in così larga misura la sua identità storica, sociale e pubblica sulla figura di un Santo il cui petto è avventurosamente arrivato sulle sue coste dall'Armenia secoli fa? Cosa ha a che fare Maratea con San Biagio, perché la cittadina lucana si è così intensamente identificata e votata al culto di una persona sia pure di vita, storia e valore sicuramente elevati? Mi spingo a porre una domanda che non mi sembra né irriverente né gratuita: potrebbe esistere una Maratea senza un culto di San Biagio così intenso e pervasivo? Ma perché si ritiene di maggior senso e significato per il benessere pubblico cittadino tributare tutto questo omaggio collettivo a un personaggio sicuramente di rilievo ma arrivato dall'Armenia già defunto, mentre la villa di Acquafredda, fatta erigere da Francesco Saverio Nitti, dove l'intellettuale, l'economista, il politico meridionalista, lo statista democratico e antifascista lucano ha composto le sue migliori opere, è oggi praticamente vuota e abbandonata, usata un paio di volte l'anno per delle sfilate istituzionali di pura facciata? Ma cosa e chi decide la natura, la storia, l'identità di una comunità"?

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