domenica 30 gennaio 2022

A PROPOSITO DEL SINDACO DI SCANZANO JONICO, ELETTO E NON PROCLAMATO

 Al  suo  posto  un  Commissario  prefettizio


 

                                                                           -  Articolo  di  Nicola  SAVINO*  - 

"Ma insomma, c’è qualcuno in Basilicata che condivide quanto accaduto a Scanzano in relazione alle elezioni comunali? Vince l’ex Sindaco Altieri, ch’è di Destra, e non viene proclamato perché a suo tempo condannato (se ho ben capito!) per  un reato, l’abuso d’ufficio”, della cui consistenza si dubita abbondantemente anche da Magistrati come Nordio, molto stimato e persino votato come Capo dello Stato. Circa una legge voluta dall’allora ministra Severino ed utilizzata addirittura a posteriori per far fuori Berlusconi! Un reato tanto misterioso quanto “spaventoso” sia per gli eletti non immuni che per gl’impiegati, i quali ultimi si guardano bene dal firmare carte per timore di commetterlo….

Dunque un reato difficile da identificare e che perciò può trovarsi dappertutto, tanto da non risultare chiaro a chi lo commetta, ma forse solo a chi cerchi spazi per punire! E che a distanza di anni non si sa se persista o meno, se cancellato o meno, in vertenza tra vari tribunali, dagli amministrativi ai penali; e che, ove mai, infine, ci fosse un prosciolto, la legislatura si sarebbe nel frattempo esaurita.

A quel punto cosa spiegare agli Elettori che avevano votato Altieri? Come giustificare il funzionamento del “sistema democratico”? Della Severino, Carlo Nordio ha dichiarato “Questa legge non è stata fatta dopo una opportuna valutazione tecnica, ma per ragioni di demagogia politica. Ed è nata male come tutte le norme che nascono con questa motivazione” (il Dubbio del 29/1/22).

Orbene, se un cittadino di Scanzano legge questa dichiarazione (operazione fin ora non vietata), come dovrà giudicare la vicenda per cui il suo voto è stato annullato? Non era più coerente la Dittatura che almeno censurava la Stampa e aveva anche abolito le elezioni? L’abbiamo abbattuta, ma non siamo stati capaci di cancellarla!

La democrazia è confronto e ci sta bene; ma quanto tempo occorre per correggere una legge che sta con i piedi in due staffe, e che quando non colpisce in fronte, cioè direttamente come nel caso, lo fa indiretta- mente? Non è infatti subdolo e antidemocratico bloccare con la paura l’espletamento di “pratiche” indispensabili per attivare un progetto da cui dipende lo sviluppo e l’occupazione e la stessa qualità di vita dei cittadini? Dove siamo? Ancora nel Paese che venti anni fa distrusse i partiti con le Mani pulite di “eroi” per i quali “è regola la colpevolezza salvo si riesca a dimostrare l’innocenza” di chi, magari, è già in carcere?

Si riflette che- proprio perché i cittadini non dispongono canali per partecipare “con metodo democratico” (art. 49 della Carta)- dilaga l’antipolitica ed ogni occasione è buona per indebolire il sistema? E che l’anti- politica è appunto una “politica contro i Partiti”, cioè contro la partecipazione?

Dopo la quasi fortunosa sconfitta del populismo (Salvini e Conte ..incartati proprio con il loro continuo correre in tv a vantarsi della “donna” come di uno strumento “popolareggiante”), sono rispuntati gli appelli verso il cambio del sistema (presidenzialismo o semi) invece che verso “correttivi minori”( riduzione a 4 anni del Settennato, unificazione della Camere, superamento dell’equivoco Comitato Stato-Regioni, nuovi regolamenti parlamentari e, dulcis in fundo, riforma radicale della Giustizia). E’ in quest’Organo che si annida il Codice Rocco e, mascherato dalla difesa dell’indipendenza, la vecchia mentalità autoritaria che avversa istintivamente il costume democratico; e che lo combatte (Mani pulite) persino attraverso il populismo giustizialista! Se la Giustizia europea ci condanna ripetutamente non è prima di tutto colpa della “nostra” Giustizia?

Giuliano Amato, assumendo la presidenza della Corte Costituzionale, ha rivolto il pensiero al <sovraffollamento  (delle carceri, dove ) siamo di nuovo alle 52/53 mila presenze (e che) su questo tema ci ritroveremo (come Corte) di fronte alla responsabilità di provvedere>. Ed ha anche sottolineato che spetterebbe  al Parlamento! Ma perché questo non provvede? Perché i Partiti sono stati distrutti da Mani pulite proprio quando era venuto il momento per applicare, regolamentandolo, l’art. 49 della Carta! Negata quell’occasione, la deriva populista è stata poi inarrestabile anche per il sopraggiungere del Web, che a sua volta ha alimentato e potenziato il qualunquismo dell’<uno vale uno>.

Come uscire ora dal circolo vizioso? Attendendo passivamente il 2023 per il rinnovo del Parlamento? Potremmo infatti approfittare dell’altro errore di Salvini (di appoggiare il Referendum radicale < pur di star in mezzo e far comizi>), e far –noi-prevalere le richieste di riforma e poi- noi- eleggere un Parlamento che davvero le attui: per sciogliere il nodo che soffoca la nostra democrazia (l’alleanza populismo-giustizialismo) e che testardamente le impedisce di maturare!

Occorrerà dunque prepararsi alla battaglia referendaria di quest’anno, consapevoli che personaggi come quelli eletti il 29 gennaio sono gli ultimi dotati delle capacità per favorirne l’attuazione. Come dire che Essi non sono stati cambiati proprio affinché qualcosa di decisivo possa davvero cambiare (o gattopardismo alla rovescia!) ns".    

                                                                                  *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato


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