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IL TRAM STA PASSANDO E LA POLITICA SI DISTRAE
di Redazione il 16/01/2022
Pietro Simonetti
In questo quadro si rende
necessario e urgente verificare la presenza degli interventi che
ricadono o dovrebbero allocarsi in Basilicata, anche quelli da precisare
e integrare.
Si tratta di una occasione importante a partire dalla concretizzazione del Piano del Lavoro che destina alla Basilicata 50 milioni con il progetto G. O. L. che prevede una prima trance di 9 milioni. Alla misura sono interessati 30.000 persone. Al momento non sono note le proposte avanzate ad iniziare dai primi 6000 lavoratori da occupare.
Di pari importanza è la
misura riferita al sistema scolastico sia per le strutture che per la
didattica. Anche qui sarebbe il caso di verificare gli interventi
proposti in particolare sulla annosa vicenda del recupero agli studi ed
alla formazione dei 70 mila iscritti ai Centri dell’impiego che
possiedono solo la licenza elementare e media mentre sono privi di
qualifiche e profilo professionale.
Abbiamo più volte chiesto alle parti
sociali, agli Enti, all’Universita’, alle autorita’scolastiche di
predisporre un grande progetto per superare il neoalfabetismo, sul
modello Unla degli anni 50.
Al momento risulta
incardinato solo un progetto di alta formazione per dirigenti
scolastici. L’eventuale assenza di inziative per l’accrescimento dei
titoli di studio e della formazione produrrebbe danni enormi allo sbocco
occupazionale ed alla concreta crescita culturale.
Di grande portata risulta
la necessità di utilizzare i fondi relativi al riuso delle case sfitte
nei Comuni lucani a partire da centri storici per dare risposte alle
esigenze di ripopolamento e accoglienza anche dei migranti che lavorano
in Basilicata, compresi quelli con mobilita’stagionale.
Ad oggi al netto di rari
progetti di acquisto di case a pochi euro oppure di incentivi a
risiedere non si intravedono piani e progetti concreti anche da parte
dell’ Anci, che dove assistere i Comuni per le proposte e i bandi,
comprese le indicazioni per unificare i servizi a livello intercomunale.
Sul terreno del
rafforzamento delle reti, della banda larga e della digitalizzazione
occorrerebbe intensificare le dotazioni e creare una azienda regionale
per la digitalizzazione, come richiesto dalle organizzazioni sindacali,
all’altezza delle esigenze e dei bisogni dell’utenza domestica e delle
imprese anche per superare il sistema di appalti e sub appalti privati
che non sono in grado di innovare ed assicurare efficienza ed efficacia
alla offerta di servizi moderni e di pregio. Altre Regioni come la
Puglia hanno provveduto. E’il caso che la Basilicata non perda
l’occasione del PNNR per utilizzare le risorse da spendere entro il
2026.
Anche per quanto riguarda
il sistema produttivo, a partire da quello manifatturiero ed agro
alimentare si verificano ritardi nella messa a punto di proposte
innovative che tengano conto delle esigenze di ristrutturazione dei
contenuti di prodotto e di processo a partire dall’auto, agroalimentare,
dalla energie e dalla logistica. Il rituale richiamo alla transizione
ecologica e alla digitalizzazione senza progetti concreti e condivisi
non porta da nessuna parte, come gli annunci investimenti nelle zone Zes
che al momento sono estremamente scarsi e riguardano le aree
portuali.Qui c’e’il rischio di essere vittime della sindrome della fata
Morgana.
Infine i problemi posti
dalla pseudo riforma dei Consorzi industriali stanno determinando
situazioni che condizionano gravemente le imprese, la forza lavoro. La
vicenda dell’area di Melfi dovrebbe spingere tutti a rivedere le norme
ed i contenuti di una situazione paradossale: prima c’erano due Enti e
si puntava ad una, ora sono sono tre con gli esiti che ogni giorno
fanno notizia.
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