sabato 11 febbraio 2023

NO ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA SENZA I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI (LEP) !

                                                       

                                   Nicola  SAVINO*

 

La testarda mentalità secessionista della Lega, istigata da Bossi nonostante l’immigrazione massiccia degli anni ’60 ed il cristallizzarsi della spesa alla data dell’Unificazione (basti ricordare la L. Coppino- 1881- per l’Istruzione), ha spinto il governo Meloni ad approvare un primo testo per l’Autonomia. Che però ha condizionato alla realizzazione dei Lep (servizi essenziali) al Sud: non soltanto da “determinare” (art 117) ma anche da realizzarli (con un fondo perequativo di cui all’art 119 CC, di 170/190 mld secondo alcuni o di 90/70 secondo altri). Sicché, a meno di colpi di mano, occorrerà non poco tempo per l’approvazione definitiva!

Intanto, per acuire speranze negli elettori leghisti delle regionali lombarde, si è addirittura organizzato- per la prima volta- un festival delle Regioni a Monza. C’era anche il nostro Generale-Presidente, che ha ritenuto, forse per autorevoli suggerimenti, promettere anche l’appoggio della Basilicata: assicurando che qui “C ’è condivisione con i colleghi del Nord!>.

E però, quando, giorni dopo, in CDM si è varata la legge-quadro (una procedura dai tempi lunghi) il nostro Presidente sembra aver giudicato invece da meridionalista, cioè sulla linea dei non pochi colleghi che non riconoscono la superiorità dei Nordici . E così, ai primi di Febbraio, una volta concesso lo scoop elettorale alla Lega, ha ritenuto opportuno esprimere la sua vera opinione, un giudizio opposto rispetto al precedente di Monza.

Ha infatti affermato che si tratta di “un punto di partenza” (per il voto dei leghisti a Milano, posto che- in Basilicata- Essi o trasmigrati o scomparsi ..o in eclisse temporanea- non possono più far danno!) Ed ha aggiunto: “si tratta di una riforma che dovrà realizzarsi. Ma importante è trovare le fonti di finanziamento per attuarla” (il Mattino del 3/2).

 

Insomma, non proprio un volta faccia, ma la condizione che in Italia avvenga una vera e propria rivoluzione: che cioè si trovino i soldi per eliminare le carenze aggravatesi col tempo e le differenze iniziali (come dalla citata Coppino e dalla famosa impostazione storica del Bilancio). Tutti limiti sommatisi sia per effetto delle arretratezze iniziali e della stessa Istruzione (mancano ancora gli asili nido), sia per la scarsa efficacia delle nostre Amministrazioni (gl’investimenti a Sud funzionarono soltanto  nella prima fase della Cassa del Mezzogiorno, quando diretta da G. Pescatore).

Insomma, anche il nostro Governatore, pur di Destra, avverte che il Sud non può restare senza asili nido o persino subire la riduzione delle scuole esistenti in conseguenza e dello spopolamento e di tutti gli altri fattori negativi che lo affliggono.

Sa che senza un poderoso Fondo perequativo si aggraverà la stessa situazione sanitaria, che già oggi ci costringe ad emigrare e ad pagare con i fondi della nostra Regione le strutture private, in gran numero e di elevato costo, autorizzate in Lombardia. Sa anche che non può far finta di credere all’Alta Velocità, provocatoriamente(?) venuta al Sud con falso nome. Sa che occorrono i Lep e che non si tratta soltanto di “determinarne i livelli”, ma di realizzarli per un nuovo Mezzogiorno. In più, che non si può consentire al Nord di trattenere il “residuo fiscale”, investendo lì anche quel po’ di quattrini che trasferisce ora al resto del Paese. Perché la maggiore ricchezza fu in Esso realizzata con la nostra immigrazione, con l’industrializzazione, con il monopolio del nostro mercato, con il protezionismo di fine ottocento, con il colonialismo fascista.

Insomma, le dichiarazioni di Bardi scaturiscono dalla sua conoscenza della Storia, che da Generale ben ricorda! Esse evidenziano come anche le Regioni di Desta, Basilicata in testa, potrebbero approvare- e persino all’ unanimità- un Documento di freno a pretese insensate! Affinché nulla si muova prima del “fondo di perequazione per i territori con minore capacità fiscale”, di cui al 3^ c. dell’articolo costituzionale citato.

E dunque, al punto cui siamo ridotti con lo spopolamento che galoppa e pur difficilissima la realizzazione di essi, senza i Lep dovrebb’ essere impensabile che scatti l’Autonomia differenziata! Che si facciano strada interpretazioni forzate della Costituzione o trucchi quali “donazioni private” per elevare a Nord le retribuzioni pubbliche.

Per tutti questi motivi è importante si produca in Basilicata un Documento unitario, magari ad iniziativa delle Opposizioni, per escludere fermamente non soltanto un’Autonomia senza Lep, ma anche trucchi finalizzati a trasformare il “residuo” in “scarico fiscale”: cioé in donazioni ai Servizi pubblici subordinate alla modalità ch’è in uso con il 2 x1000.

Da quanto dichiarato sul Mattino, non è troppo ardito ipotizzare che la linea del nostro Generale sia proprio questa! ns   

                                                          *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato


 

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