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INARRESTABILE SPOPOLAMENTO/In Basilicata ora fuggono all’estero anche i pensionati. I paesi europei tra i più gettonati
11 febbraio 2023 Nicola Patruno
Uno spopolamento sempre più difficile da fermare. Ora fuggono all’estero non solo i giovani, ma anche i sessantenni e gli ultrasessantenni. La continua diaspora giovanile dettata da tantissime ragioni, a cominciare dalla mancanza di un lavoro e quindi dall’impossibilità di costruirsi un futuro nel proprio Paese, non è l’unica causa della desertificazione, un tema di scottante attualità su cui si stanno versando fiumi di inchiostro. In verità è un tema che interessa molte regioni d’Italia ma che sta avendo un impatto sociale preoccupante soprattutto in Basilicata. Il processo di spopolamento sta aumentando di giorno in giorno, questa volta perché ad andare in terre <assai lontane> sono anche i pensionati, visto che un numero sempre crescente di “over 60” fanno valigie e lasciano la Basilicata. E non bastano certo i migranti, che in Basilicata sono tanti e su cui si fa molto affidamento, a compensare questa continua ”emorragia” di abitanti. Un fenomeno quindi che sta gettando molte ombre sul futuro del territorio lucano.
Secondo i dati diffusi (fonte Gazzetta del Mezzogiorno) e stando alle ultime statistiche, un numero sempre maggiore di pensionati guardano molto all’estero, dove intendono trascorrere gli ultimi anni della loro vita. Molti hanno una ragione (o una scusa) per mettere in atto questa decisione: raggiungere i loro figli, che già da tempo hanno preceduto i loro genitori scappando all’estero, dove si sono ormai formati una famiglia. Come testimoniato dal numero crescente di “famiglie miste”. “Noi stiamo pensando seriamente di andare a Barcellona – è una delle tante testimonianze raccolte da una coppia, marito e moglie, a Potenza – dove da oltre dieci anni si trova nostro figlio che ha sposato una spagnola. Già ora, appena possibile, prendiamo l’aereo e raggiungiamo nostro figlio che ormai ha trovato un lavoro lì. Questo avviene ormai non solo nei periodi festivi, come Natale e Pasqua, ma anche in altri periodi. Ma, come abbiamo detto, adesso stiamo pensando seriamente di trasferirci”.
Trentacinquemila over 60 in fuga verso l’Est Europa
C’è ovviamente chi lo pensa seriamente prima di attuare il loro progetto e chi, alla chetichella, fa valigie e va via, senza preavviso, quasi come fosse una fuga da un regione sempre meno attrattiva. A certificare questo fenomeno sempre più pressante è l’Anagrafe italiani iscritti all’estero (Aire) da cui risulta che al 1° gennaio 2023 sono 35.515 gli over 60 che si sono trasferiti in massima parte nei paesi europei dai comuni della provincia di Potenza con una percentuale di 330,9 per mille. I pensionati, soprattutto statali, che si trasferiscono definitivamente soprattutto nei paesi dell’Est europeo sono animati da tante ragioni: la prima, come detto, è quella di ricongiungersi coi propri figli già all’estero; poi il potere d’acquisto maggiore che possono raggiungere in alcuni paesi dell’Unione europea, dove c’è un sistema fiscale decisamente più favorevole rispetto a quello italiano. E questa, molto probabilmente, è la ragione preponderante. In Italia i governi che si sono succeduti hanno sempre promesso che avrebbero messo in cima all’agenda politica, ossia tra le priorità assolute, la riforma del sistema fiscale. E’ rimasta solo una promessa. La maggior parte dei lavori, soprattutto quelli a reddito fisso dove il prelievo contributivo avviene alla fonte, il fisco in Italia intasca fino al cinquanta per cento. Una anomalia tutta italiana che pesa soprattutto sulle pensioni, sempre più grama.
Purtroppo la Basilicata, come altre regioni, non è “attrattiva” da questo punto di vista. E allora, che ragione c’è di rimanere nel proprio Paese dove – come abbiamo visto anche a causa del covid prima e della guerra poi – si è allargata ulteriormente la forbice tra poveri e ricchi? I cosiddetti nuovi poveri sono in aumento, a causa all’aumento vertiginoso del costo dei servizi di prima necessità, quindi del costo della vita. Altri ancora, vanno via ormai delusi dalla situazione dei servizi sociali e sanitari. Il “paradiso” lo possono trovare solo in altri paese europei.
Le case fantasma
Strettamente collegato al processo di spopolamento è anche un altro fenomeno: la Basilicata ha il record delle case fantasma nei paesi spopolati, ossia un patrimonio immobiliare abbandonato. Lo dicono le statistiche: un’abitazione su tre è vuota. Un fenomeno indicativo del livello di spopolamento che sta raggiungendo la Basilicata: un trend da invertire nel più breve tempo possibile per evitare che la regione decantata nel bene e nel male da Carlo Levi si ritrovi, nel giro di non molti anni, con una popolazione al di sotto dei 500mila abitanti. Sarebbe un ritorno all’800.
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