sabato 25 febbraio 2023

REGIONE BASILICATA E AUTONOMIA DIFFERENZIATA

 

                    Nicola  SAVINO*
 

Approssimazioni imbarazzo, inconcludenza nel Consiglio regionale straordinario svoltosi sull’“autonomia differenziata”: prevalsa la preoccupazione “di passare la nottata”!

Non è infatti sembrato si volesse né approfondire né affrontare la materia; e si sono un po’ ripetute posizioni schematiche senza l’energia, la determinazione e la chiarezza che la difesa della Basilicata e del Sud avrebbero richiesto!

Più difficile da “perdonare” il Governatore, che giovandosi della fiacchezza del clima, s’ è “affidato” <alla sensibilità …alla cultura politica e alla esperienza del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni>. E però era giunto a chiedersi <come ..garantire i Lep se queste risorse (il famoso “residuo fiscale”) saranno trattenute dalle Regioni del Nord> (per finanziare le nuove competenze). Dove infatti le si potrà mai attingere per il <fondo perequativo (a sostegno dei) territori con minore capacità fiscale per abitante>?, come detto dall’art 119 CC, 3^comma?

Questo il nodo della questione, che Bardi ha colto ma non sviluppato. Perché non ne ha fatto perno con l’aiuto della Storia? Anche gli studenti che affrontano l’esame di Stato conoscono il perché dello squilibrio Nord-Sud. Che a quello già esistente all’atto dell’Unificazione si sono aggiunti: 1) l’impostazione storica della finanza locale (che ha assegnato agli Enti locali quanto già spendevano, cioè meno ai poveri); 2) le conseguenze di protezionismo e colonialismo; 3) lo stesso “miracolo economico” che succhiò al Sud  6 milioni di meridionali…(ed altro). Non sarebbe stato opportuno darne ricordo ai Colleghi settentrionali? 

 

Il Presidente ha invece deviato; e, come “distratto”, ha attribuito al Governo Amato la colpa delle modifiche costituzionali che hanno introdotto il problema. Infilandosi in una confusione grave, perché ha dimenticato che il tutto proveniva dall’intesa D’Alema- Bossi, il celebre ribaltone di Berlusconi sostituito da Dini (95/96); quando anche la Lega usò la tecnica del ricatto, in accordo con Dini e D’Alema, la stessa di ora verso la Meloni.

Sicché, a voler riparare una “colpa” (secondo Bardi allora della Sinistra, ma ora della Destra) sarebbe stato comunque necessario “insorgere” per bloccare la Calderoli, con la” rivolta” del Sud, essendo ormai chiusa la faccenda Lombardia. Se infatti il Governatore considera una colpa l’averla prevista nel titolo V della Carta (che dunque non condivide), non avrebbe dovuto egli farne un piacere alla Lega, riabilitandola nel faccia a faccia con la Meloni. Avrebbe dovuto farle da “sponda”, con la Basilicata che “insorge” in nome del Sud, una Regione con la stessa Maggioranza!

Ha invece combinato la frittata a favore di Salvini, cui ha regalato la neutralità della “loro” Basilicata! Ha pesato la scarsa dimestichezza del Generale con la Politica o piuttosto il desiderio di non disturbare la Giunta, cioè quel giovane Leghista (che di recente si è dichiarato troppo giovane per fare il Consigliere!)? Nemmeno sono apparsi imbarazzati i neo-Fratelli d’Italia che forse non hanno avuto il tempo di acquisire dimestichezza con la tradizione unitaria e nazionalista!

Certo è che il Generale ha trascinato il Consiglio in un disastro politico: una frana, dove occorreva un terremoto! Tanto più che, se convinto di trovarsi dinnanzi ad un oggetto di colpa, avrebbe dovuto bocciarla direttamente e lanciarla alla Presidente come un vulcano bollente che Le1 girasse bollente a Calderoli e Lega per scottar loro le mani! E magari dopo un’intesa con le altre Regioni, almeno del Sud : non si tratta forse della “stella polare” leghista, risalente a Bossi, un primo passo verso la secessione, in radicale contrasto con l’identità stessa dei Fratelli d’Italia? Perché tante confusioni e contraddizioni a svilire lo spessore politico della più elevata Assemblea della Basilicata; perché la negazione del suo ruolo possibile nel quadro nazionale?

Ridotta al silenzio del “numero legale” e senz’ alcun tentativo di dar risposta all’interrogativo cruciale posto dalla sua stessa Relazione, il Presidente ha dunque ignorato che la Proposta Calderoli sia stata approvata nel C.d. M, con l’asta alla gola, per tutelare la Maggioranza (come per Dini ai tempi di D’Alema); e per “dare una mano” alle elezioni regionali di Lombardia! 

Sicché, la cosa tatticamente peggiore risulta proprio di scaricarla sulle spalle della Meloni, fornendo a Salvini che “chi tace … acconsente”!

Sarà dunque questa la linea che il Generale porterà al Comitato Stato-Regioni? Un’ ulteriore prova che non siamo all’altezza del ragionar politico e dunque nemmeno della tattica per frenare attacchi di tanto elevata gravità? E che non basta cambiar divisa se si cade nell’inconcludenza di un dibattito che né discute né conclude, semplicemente ed incredibilmente stanco! In una confusione per cui la Premier gli vorrà gridare, e forse non solo in cuor suo, ….. chissà che cosa! ns     

                                                                *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato   

 

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