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CI STANNO FREGANDO, COL SILENZIO COMPLICE DEI GOVERNANTI
Di Redazione il 23/02/2023 Politica & Società
Può la politica italiana arrivare a concepire una Italia a due velocità da realizzare escludendo il Parlamento da una decisione di merito? Si , se il ceto politico ha perso, insieme alla dignità ed al decoro, anche il senso di responsabilità che gli deriva dal rappresentare gli elettori e anziché rispondere a chi lo ha votato risponde al partito in cui milita. Si , se una classe politica meridionale dimostra di non sapersi scrollare di dosso i difetti di sempre: gelosia del vicino, incapacità di fare squadra, opportunismo e fatalismo . Con questo scenario il reiterato, annoso tentativo del Nord di far correre da solo quel pezzo di Italia che può farcela, abbandonando il fardello di un Sud che gli pesa sulle spalle, sta trovando lo spiraglio giusto per raggiungere la sua meta. Che non salva il Nord e uccide il Sud, con un risultato disastroso per il Paese intero che perde l’occasione storica di fare del requilibrio territoriale la premessa per una piattaforma dell’Europa proiettata verso il Mediterraneo, lì dove ci sono impulsi vitali, energie giovani e enormi occasioni di crescita delle imprese .
Questo in una estrema sintesi le indicazioni venute da un interessante dibattito organizzato a Potenza dal Coordinamento Democrazia Costituzionale, referente regionale la prof.Margherita Torrio, e che ha visto la partecipazione tra gli altri di due altissime professionalità, nel campo giuridico costituzionale e in quello economico sociale ,come il prof. Villone e il prof.Giannola, presidente della Svimez. Anche se in una sala gremita hanno fatto spicco le assenze della politica, a testimonianza della incapacità di far partire dal basso un minimo di passione civica a difesa dell’unità del Paese , l’evento ha segnato con molto realismo il percorso che bisogna fare per spuntare le armi ai separatisti di fatto , evitando scorciatoie che rischiano di far precipitare l’Italia verso uno spacchettamento dei territori, quasi un ripristino degli antichi Principati. Sul versante costituzionale, le tesi del prof,Villone sono di una consistenza notevole. La Costituzione va applicata in tutti i suoi articoli, non si può raggiungere gli obiettivi dell’art.117, potere e autonomia alle regioni, senza passare per l’applicazione contestuale dell’art.119, che condiziona questa cessione di potere dallo Stato alle Regioni alla realizzazione di condizioni uguali di partenza, cioè quei famosi livelli di prestazioni essenziali che indica servizi uguali per tutti i citatdini,che si trovino a Potenza, oppure a Venezia. E la furbizia del Ministro Calderoli, insieme all’acquIescenza per motivi di opportunità politica, della Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni, cercano appunto di annullare questo passaggio introducendo la semplice postilla “ad invarianza di spesa statale”. E come si fa a portare i serviizi che mancano al Sud ( dagli asili nido, alla scuola, all’ assistenza, alla sanità , alle infrastrutture), se si ragiona all’insegna della spesa storica e cioè “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato”. Questo sul versante della legittimità costituzionale. Maggiore sconcerto viene dalle parole di Giannola che, da economista, ha detto una verità che a molti è sconosciuta: e che cioè il Nord in questi dieci anni ha perso vivacità, ha perso mordente ed è arretrato di venti posizioni rispetto ai parametri che lo ponevano tra le regioni big d’europa. E da questo regresso, da questa decadenza, si cerca, con una riserva mentale che non si riesce a nascondere, una uscita, un rilancio con una macroregione di fatto che sarebbero le cinque regioni del Nord più la Toscana, sicuramene in grado di andare più veloci. Non è solo una scelta infame sul piano morale e politico, ma è anhe una scelta economicamente sbagliata, al punto che la stessa Confindustria sembra prenderne le distanze dal momento che è solo attraverso la riattivazione del potenziale inespresso del Sud ( e il PNRR va in questa direzione) che si può immaginare una Italia che scopra nuovi mercati, avvii nuovi business, faccia lavorare i suoi porti nel Mediterraneo e crei un nuovo sviluppo complessivo. Nel dibattito, ottimamente condotto dalla d.ssa Florenzano , sono arrivate voci importanti dai Sindacati, presente tra gli altri Tortorelli della Uil, e da rappresentanti di forze sociali e imprenditoriali, a dimostrazione che il popolo è più avanti dei suoi governanti nella percezione della criticità che il momento storico sta presentando e della necessità imprescindibile di far partire dal basso un segnale di protesta che è anche un segnale di vita. Rocco Rosa
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