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Di Redazione il
LA LUCANIA CHE “FA ACQUA”
Ogni anno ……. Esordiva Totò nella Livella….
E noi ogni anno siamo qui a raccontarci dello spreco della risorsa idrica anche a causa di acquedotti
fatiscenti e questo anno registriamo addirittura il razionamento dell’acqua nel capoluogo di regione.
Regione che, come è noto, contribuisce in modo determinante al Pil Agricolo dei Pugliesi e dell’alta
Calabria ma non è in grado di assicurare ai suoi amministrati la continuità della fornitura idrica potabile non governando (in verità non lo fa da alcuni lustri) l’acqua invasata nelle sue dighe grazie allo scippo perpetrato dal Governo Meloni con la trasformazione di un ente pubblico non economico – per quanto da decenni commissariato e recentemente in liquidazione – in una società pubblica che vede esclusa dal board decidente la Basilicata ossia la regione che fornisce acqua.
Quest’anno, poi, altri due fattori hanno determinato l’interruzione della fornitura potabile: per un verso lo sversamento in alveo dell’acqua per mancata collaudazione degli invasi da parte della nuova società “Acque del Sud” S.p.A., e per altro verso la intempestiva manutenzione/sostituzione delle apparecchiature da tempo in dotazione da parte di Acquedotto Lucano.
Tornando al ruolo della Basilicata nel C.d.A di “Acque del Sud” S.p.A., è assordante il silenzio del Generale che dovrebbe al contrario pretendere un ruolo primario tra i decisori della nuova società pubblica non fosse altro per il bene sottratto ai lucani e servito su un piatto d’argento alle altre regioni.
Di tale “donazione”, peraltro, la Basilicata subisce i costi in termini di erosione delle coste del metapontino che senza l’apporto degli inerti trasportati dai fiumi lucani, depositati sui fondi diga, si
riducono di anno in anno e richiederanno a breve ciclopici investimenti per il ripascimento del litorale.
Ancora più sconcertante, poi, è il silenzio di lucani doc quali l’assessore alle attività produttive e lo
stesso Presidente della massima assise che dovrebbero invece attivare un tavolo tecnico politico per
affrontare il tema dell’erosione del litorale jonico, programmare una intensa attività per ripristinare la risorsa idrica sostituita negli anni dall’innalzamento del fondo lago, attivare con i fondi del PNRR tali interventi provvedendo alla collaudazione degli sbarramenti in modo da invasare quel miliardo di mc. di acqua che garantirebbe una riserva idrica pluriennale sia nel potabile che in agricoltura
Senza dire che in termini di produttività idroelettrica, fotovoltaica, Eolica anche off shore delle dighe si potrebbero ipotizzare dei distretti industriali ai quali fornire l’energia a basso costo al fine di attrarre investimenti sul territorio lucano con riverberi sull’occupazione, sul pil, e anche sull’ambiente con il ricorso a fonti energetiche rinnovabili.
E in tale ambito la SEL potrebbe giocare un ruolo di tutto rispetto in favore dei lucani piuttosto che
tirare a campare erogando prebende infruttuose Tutte attività produttive che, come vedremo tra qualche anno, saranno impiegate da primarie aziende della limitrofa regione Puglia che scacciate dalla porta alcuni decenni fa stanno rientrando dalla finestra per determinare dal capoluogo pugliese i destini della Basilicata. Purtroppo, siamo certi che questo esecutivo, vuoi per disinteresse teso a sfangare questi altri cinque anni da Piazza Plebiscito, vuoi per affinità partitica che impedisce di contrastare le volontà romane e pugliesi, vuoi per aspettative elettive, vuoi perché come diceva Andreotti è meglio tirare a campare che tirare le cuoia (politicamente parlando), non muoverà un dito dichiarando in tutte le sedi che purtroppo non dipende da loro se il Governo Nazionale ha determinato questo stato di cose. Continueranno quindi imperturbati a lamentarsi per le reti fatiscenti e le conseguenti perdita idriche nonostante da anni non vi è nuovo amministratore di AL che non assicuri sulla drastica riduzione delle perdite, invocheranno speranze su Giove Pluvio e, a tutto concedere, richiederanno qualche spicciolo decretando lo stato di emergenza per siccità elargendo ambulatorialmente sostegni per limitare i danni senza sapere che avrebbero potuto mettere a reddito la più grande risorsa di cui è ricca la Basilicata per i lucani ovverosia per coloro che li hanno recentemente accomodati sugli scranni di viale Verrastro.
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